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Messaggi del 19/04/2012
Post n°839 pubblicato il 19 Aprile 2012 da paperino61to
Ci sono ordini che non si discutono neanche adesso che siamo adulti, figuriamoci quando si era piccoli. Uno di questi era : “ Devi andare a tagliarti i capelli, domani ci vai “. Chi osava protestare a un ordine imperativo come questo ? Manco ci provavo , anche se poteva esserci la partita iniziale di un torneo all’oratorio ( per la cronaca sono arrivato mezz’ora, immaginate che volevano farmi i compagni di squadra? ). Prima i capelli e poi il pallone, altrimenti il mio lato b avrebbe preso la parte del pallone ; chiaro il concetto ?. Questo però era il minimo : come sapete io detesto le code, retaggio fin da piccolo, e il parrucchiere faceva parte di questa cosa. Sapevi quando entravi e non quando uscivi, ma soprattutto in che stato uscivi. Dovete sapere che i negozi di barbiere ( una volta si chiamavano così) non erano come adesso, soprattutto in periferia, inteso non tanto nei colori dei muri o dell’ambiente, ma in quanto cosa si leggeva per passare il tempo che arrivasse il tuo turno. Dove mi portava mio padre e in seguito crescendo andavo da solo,il negozio era situato vicino alle case popolari, dove abitava mia nonna paterna con la figlia. Un buco di negozio che quando era pieno mancava persino l’aria. Il titolare era un fervente tifoso del Napoli,quindi , come primo quotidiano aveva il Corriere dello Sport, poi la Gazzetta e infine Tuttosport. Fin qui nulla di strano. Della Stampa non vi era alcuna traccia. Il problema veniva con i fumetti da leggere. Di Topolino, Tex, Zagor, Geppo il diavolo ,Tiramolla manco l’ombra, neanche una Nonna Abelarda…oddio una nonna la si poteva anche leggere ma era Nonna Bernarda. Sul tavolino c’erano solo Jacula, Isabella , Zora la vampira, Biancaneve..insomma il non plus ultra dei fumetti erotici. Per carità erano disegnati dal fior fiore dei disegnatori italiani e non, però non erano il massimo per passare il tempo in attesa, e infatti son convinto che il refrain di Pannariello : “ Il marsupio si si, il marsupio si si “ l’avesse preso appunto da una visita dal barbiere quando era piccino. Come non bastasse , e ripeto , non era l’unico negozio di barbiere in zona, ma si fornivano evidentemente dallo stesso edicolante, aveva anche un certo tipo di riviste dove la fantasia non era richiesta, vista che esplicitamente si capiva benissimo cosa stavano facendo i protagonisti. Certo ogni tanto il parrucchiere se ne usciva fuori con : “ Mettilo giù sei piccolo” seguito da una risata. Però l’assurdo l’ho visto una volta con un signore anziano, claudicante e malfermo su un bastone che lo sorreggeva. Abitava a fianco di mia nonna paterna, lo conoscevo di vista. Entrato si è seduto nell’unica poltrona libera, prese una di queste riviste ( penso solo per curiosità) e dopo una mezz’oretta, si alzò e disse ( perdonatemi se sbaglio a scrivere il dialetto, ma volevo rendere bene l’idea della situazione ) : “ Vossia me dovesse scusare ma a casa dalla moglie devo tornare “. Tutti noi l’abbiamo guardato e il parrucchiere preoccupato chiese : “ Ma è successo qualcosa? Sta male “”. Sentii solo una risata riempire il negozio, io mi accodai, ma ammetto la verità solo crescendo capì il senso della battuta e con esso la risata. Per fortuna ora i negozi da parrucchiere non hanno più quelle riviste e fumetti però il ricordo di come si usciva dal negozio è ancora vivo e non solo perché si usciva con tanti capelli in meno.
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