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Autobiografia del papero ( 19 parte )

Post n°876 pubblicato il 24 Maggio 2012 da paperino61to

Ai  tempi della beata gioventù e incoscienza non vi erano solo tornei di calcio, più o meno seri nei giardini della zona o eventualmente al campetto  parrocchiale,
ma si organizzavano anche altri tornei,dal famoso Scala quaranta, al Subbuteo e non solo quello originale, Topolino ( inteso come giornalino ) regalava in vista dei Mondiali di calcio di allora, delle pedine con la forma dei giocatori con tanto di tappetino verde, porta e pallone. Ovviamente era tutta un'altra cosa rispetto al classico Subbuteo, ma chi se lo poteva permettere di quei tempi? Poca gente.

Tra i vari tornei c’era anche quello degli scacchi ; proprio quest’ultimo è uno di quelli che il mio ricordo è ben nitido ( ti credo e vedrete poi il perché).


Eravamo una decina di amici a contenderci il premio. Premio che consisteva in giornalini , da Topolino a Tex, Nembo Kidd ecc…Ognuno di noi ne metteva sulla bilancia ( modo di dire) una decina , quindi non male riuscire ad accaparrarsi un centinaio di fumetti.

  

Giocavamo di pomeriggio una volta alla settimana. Le partite , dopo avere svolto i sorteggi,non sempre duravano poco ,a volte si dovevano sospendere  per la troppa lunghezza  della partita.

Prendevamo nota delle posizione dei pezzi su un foglio di carte e la volta dopo si ricominciava da li.

Per me le cose filavano lisce, senza grossi problemi arrivando diritto in finale.
Pregustavo già la lettura che mi sarei concessa ;  purtroppo dovetti scontrarmi con quel mio famoso amico che da piccolo si era incastrato la testa nella balaustra dell’asilo ( ricordate ? ).

Dico purtroppo non  perché fosse più forte di me anzi, ma perché si inventò di sana pianta che era stato “ truffato”. Or bene chi gioca a scacchi sa che truffare è impossibile,  ma il caro amico non ritrattava da questa affermazione,nonostante anche gli altri ragazzi le dicessero  che la partita era stata regolare.


Per farla breve lo mandai al diavolo,sono un papero educato io , e le dissi chiaramente che se ci teneva tanto a prendersi quei fumetti, nessun problema da parte mia, ma di non venirmi più a domandare di fare tornei del genere, perché scadere a un livello basso come il suo non ci sarei stato per nessun oro al mondo.

Così dicendo me ne andai, il nervoso montava piano piano ma senza aver dato a lui la  soddisfazione di avergliela data vinta

Da quella volta  gli scacchi furono aboliti dai futuri tornei e nessuno dei presenti  si impegnò a giocare  .

Cosa se ne fece dei fumetti  “ vinti “ non lo seppi mai, ma in quel giorno le augurai che le servissero al posto della carta igienica...ovviamente non tre piani di morbidezza 

 
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