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Auto biografia ( 26 parte )

Post n°942 pubblicato il 12 Luglio 2012 da paperino61to

Da ragazzino le cavolate ( usiamo questo termine ) sono  all’ordine del giorno. Ai bei tempi che furono, il caro papero, assieme a qualche suo amico, volevamo mettere insieme una banda sullo stile di Robin Hood.

            

Dove il caro Robin rubava ai ricchi per donare al povero.
Nel nostro modesto caso , il ricco era formato dall’edicolante, dall’ambulante di fumetti e libri,  dallo Standa e per ultimo  da un negozio di giochi,  in verità per quest’ultimo ero veramente all’oscuro di tutto, tanto è  vero che ci feci una figura di ..insomma quella figura.

Andiamo per ordine :  il primo colpo fu dall’edicolante, un mio amico voleva fare un esproprio proletario e decise di partire dal nuovo numero dell’Uomo Ragno uscito fresco fresco dalla stampa dell’Editoriale Corno.

           

So che ridete ma a quei tempi L’Uomo Ragno era un Cult;  poi volete non dare una mano a un vostro amico? In sintesi ci  mettevano in quattro o cinque davanti al negoziante , tipo barriera, e il nostro amico al fondo, faceva finta di consultare i giornalini ,  poi lesto come una faina  metteva  il giornalino nei pantaloni o sotto la maglia e usciva fischiettando.

Noi dopo  aver acquistato anche solo un pacchetto di figurine ci allontanavamo sudati come non mai ,anche se era in pieno inverno, la paura non fa solo 90 ma molto di più.

Idem per la bancarella , stesso piano, ormai eravamo gli eroi del giardino di Corso Toscana, la nostra base. Il bello che chi fregava i giornalini mica li imprestava agli amici,ma a quei tempi , contava solo il brivido.

Al negozio di giochi invece le cose andarono diversamente. Io entravo per comprare veramente , e al resto della banda di disgraziati,dissi chiaramente di non fare cavolate. Lì dentro non erano scemi o finti scemi , infatti fini che la commessa se ne accorse, per fortuna non mi accostò a loro, visto che ero entrato prima di loro ed ero alla cassa a pagare , altrimenti un paio di bastonate da mio padre di sicuro le avrei preso  come minimo. La banda uscì  di corsa dal negozio urlando come il mucchio selvaggio di  Butch Cassidy e Sundace kid.

Gli ultimi colpi della mia carriera da Arsenio Lupin  li feci da solo, beata idiozia o incoscienza ,  dipende dall’età con cui uno guarda queste cose. Presi di  mira  due Standa ,il primo quello in via Borgaro ( dove trovavamo refrigerio, ne ho parlato nel post numero 923) , l’altro in via Nicola Fabrizi ( sempre per chi è di Torino o conosce le zone ).

              

Nel primo ,quello vicino a casa, entrai per un vinile , dei Deep Purple, una raccolta intitolata Mark I & II, nel momento propizio , alè, disco sotto l’ascella, un po’ come fanno i nostri cugini d’oltre alpe e via. So che battei tutti i record di corsa, compreso scalare i gradini del condominio tre alla volta.
Arrivato a destinazione senza più fiato, la nonna mi aprì ,e io senza dire nulla , andai al giradischi per mettere su l’oggetto del mio desiderio..e vai con la chitarra di Blackmore e il canto di Gillan.

        

Invece il colpetto  di via Nicola Fabrizi è stato una genialità con una buona dose di fortuna. Con cinquecento lire, sottolineo cinquecento, andai per comprarmi una scatola di soldatini, con  l’intenzione di pagare.

                  

Il problema sorse  quando da una scatola mi ritrovai con sei scatole, come le caramelle , una tirava l’altra. Che fare ? Il buon senso avrebbe detto mettile giù, appunto il buon senso ma a quell’età chi lo aveva ?
Allora mi diressi verso la cassa, salvo poi fare una deviazione verso l’uscita, giusto nel momento che davanti all’unica commessa dietro al bancone , si era formato un gruppetto di persone.

Con nonchalance uscii  dallo Standa  camminando piano e recitando ogni sorta di preghiera che conoscevo. Andò bene, arrivai a casa sano e salvo, ma giurai che era l’ultima volta che prendevo  in “ prestito “ senza pagare.

Così terminò la breve e fulminante carriera dell’Arsenio Lupin dei poveri.

 
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