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Autobiografia del papero ( 30 parte)

Post n°984 pubblicato il 06 Settembre 2012 da paperino61to

I ricordi di oggi vanno al mondo del calcio quando mio padre da piccolo mi portava al Filadelfia ( stadio del Grande Torino ) a vedere la sua squadra del cuore, dove assieme ed assieme a  mia madre tentarono in tutte le maniere di “ portarmi sulla cattiva strada “, ma io stoicamente e coraggiosamente resistetti e rimasi bianconero.

   

Ricordo che nelle partitelle di allenamento, io scendevo dalle tribune, e andavo  a giocare con altri bambini nel prato adiacente, ovviamente dovevo stare ben zitto a dire che tifavo l’altra squadra di Torino perché  non sapevo se ne sarei uscito vivo.

       

L’unica trasferta che fecero i miei genitori  e io riguarda proprio questa squadra. L’occasione venne alla finale di Coppa Italia contro il Milan a Genova nel lontano 1972 o giù di li. Vittoria dei cugini granata, un delirio per i tifosi del Toro, assalto a fine partita alle bancarelle che vendevano sciarpe e bandiere ;  mia madre per non essere da meno, si fiondò e tornò con una mega bandiera a spalla.

Nella ressa era stata spinta da parte ed inutile erano state le sue proteste, voleva pagare   l’ambulante, ma costui era sommerso dai tifosi, e ammetto mi sono sempre domandato se ne era uscito incolume.

Al ritorno in autostrada era un continuo suonare di clacson e di bandiere che svolazzavano al vento. Crescendo i miei capirono che era inutile tentare di convertirmi e mi lasciarono stare.

Mio padre , per non farmi andare da solo allo stadio, mi accompagnava, non sempre, crescendo ovviamente smise. Il poveretto si sorbì tutta la Coppa Uefa del 1976/77 , quella vinta dalla Juve con tutti giocatori Italiani.

Giocando di sera al mercoledì,  partivamo  da casa con tanto di panini e bibite nel sacchetto ( allora si poteva portarli ancora da casa specie le bibite ), in modo che all’apertura dei cancelli , prendessimo i posti migliori, non erano numerate le curve come adesso e manco i famosi distinti.

Due aneddoti sono conservati in me di quella stagione; la prima è la semi finale con l’Aek Atene, e quel giorno avevo appuntamento con il dentista, i quali come sempre sono in ritardo perenne. Per farla breve arrivammo mezz’ora prima del fischio di inizio con un male bestia perché l’anestesia era stata blanda, ma se le dicevo questo al dentista, manco morto saremmo arrivati in tempo per la partita.

La seconda è del telecronista Nando Martellini il quale nella  Finale ( gara di ritorno a Bilbao  ) , con la squadra locale, non perdeva un attimo per dire quanto tempo mancava alla fine della partita ; potete immaginare il patema d’anima e la sofferenza di chi stava guardando la partita. Per la cronaca perdemmo 2 a 1 , ma per via della vittoria ( 1 a 0 ) dell’andata vincemmo la coppa.

      

La prima partita che vidi completamente da solo era un Juve Foggia , 6 a 0, a quei tempi si vedevano ancora punteggi tennistici. Altri ricordi piacevoli sono una vittoria in un derby a due minuti dalla fine, goal di Cabrini, sotto un autentico diluvio. Stoicamente fino alla fine non mi mossi dal mio posto in curva, mentre il mio amico , stufo di prendere pioggia e convinto del pareggio, come tanti , si avviò verso le scale che portavano all’uscita. Peggio per lui no ?

Infine , ultimo aneddoto riguarda l’ultima partita di campionato , stavo uscendo dal cinema dell’oratorio con un mio amico ( fede granata ), quando incontrammo suo padre  girare  con tanto di radiolina all’orecchio.

Chiedemmo subito come stavano andando le partite, rimasi di sasso , incredulo da cosa mi rispose, dovetti rifare la domanda, stessa risposta.

Il Milan , che qualche giorno prima aveva vinto la Coppa delle Coppe, stava perdendo a Verona 5 a 3, mentre la Juve vinceva a Roma, eravamo Campioni d’Italia, sorpassando il Milan all’ultima giornata.

        

Come un pazzo corsi per tutta la via , saltando come un grillo di gioia , inneggiando slogan e canzoni anti rossonero, mentre le strade si riempivano di caroselli di auto, immaginando la faccia dei miei genitori all’ennesimo scudetto dei “ gobbi “.

 
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