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Autobiografia del papero ( 35 parte )

Post n°1024 pubblicato il 11 Ottobre 2012 da paperino61to

Passeggiando per il parco o nei viali alberati, osservando le castagne cadute dagli alberi,  mi è venuto alla mente un episodio dei bei tempi andati.

            

A volte uno la jella se la porta accanto a sé, e poco importa se è di domenica, costei non guarda il calendario, ma andiamo con ordine.

Ogni genitore vorrebbe che suo figlio, quando esce di casa , sia vestito a modo e non trasandato, mio padre non faceva eccezione ,  anzi  ogni volta  rimarcava come si vestiva lui  ecc..

A quindici anni bastava un paio di jeans, giubbotto e maglioncino nel periodo autunnale e invernale ( maglietta in estate ), con le immancabili scarpe da ginnastica; certo non il massimo per entrare in un night club, ma a quell’età manco  pensi di andarci.

Ebbene quella domenica , pensai di farlo contento e mi vestii da  “ righettino  “ certo non avevo la cravatta , ma camicia sotto un bel pull over color rosso, giacca, pantaloni classici , e per finire  un bel paio di scarpe nuove.

Scarpe nuove è sinonimo di suola nuova, e sappiamo tutti cosa comporta la suola nuova : rischio di cadute.


Ma tant’è , per dare soddisfazione a mio padre uscii vestito così, tralascio i commenti quando mi videro al bar gli amici, so solo che anticipai di anni la nostra Daniela con il ditino medio alzato.

Dopo varie discussioni per decidere dove  andare, optammo per una passeggiata. Partimmo da corso Toscana  ( sempre per chi conosce Torino ) e arrivammo in corso Bolzano ( dietro la  Questura ), già questo era un segno del destino.

Non vi era persona viva manco a pagarla oro, e c'erano auto che transitavano. A un certo punto un nostro amico, ovviamente il più cretino, decide di raccogliere qualche castagna per terra, e lanciarle contro  le macchine,

ma mica a quelle posteggiate, scherziamo troppo facile e soprattutto sarebbe stato solo  da imbecille e non da cretino con la c maiuscola, lui le tirava a quelle poche auto che transitavano. Tira ora tira dopo , ovvio che una la becchi, nonostante noi facessimo di tutto per farlo smettere, senza riuscirci.

 Sta di fatto che ne becca un'auto. L'autista scende urlando di tutto ,poi ingrana la marcia e sgommando ci viene dietro. Ecco che qui entrano in scena le scarpe nuove  con suole immacolate.

Gli altri erano già lontani, mentre il sottoscritto grazie a un volo non da poco, era rimasto a distanza e, a  un tiro di presa dal tizio incazzato nero. Infatti riesce ad agguantarmi e oltre darmi qualche nobile titolo che è facilmente intuibile, mi dice :   “  Forza sali sulla macchina, andiamo in questura , sono  un commissario di polizia  “.


Perfetto  mancava ancora andare dagli sbirri per colpa di un cretino, la paura era tanta , pensavo a mio padre che come minimo mi avrebbe scannato senza anestesia.

In ufficio diedi le mie generalità e ovviamente anche di quello che aveva tirato la castagna senza omettere nulla di come era successo. Me la cavai con una lavata di testa e un avvertimento : che la prossima volta che mi avessero beccato erano cavoli amari.

Risposi che non c’è n’era bisogno ,mi sarei tenuto alla larga dagli alberi con castagne. Uscii dalla questura sperando di trovare gli amici, ma si sa, nel momento del bisogno, questi non ci sono mai. Il nervoso montava in me e man mano che stavo arrivando a destinazione avevo solo un obiettivo : andare dal cretino e menarlo.

Cosa che feci , e non pago le dissi pure che avevo dato le sue generalità, al che si incazzò come una belva, ma io avevo già girato i tacchi per andarmene a casa. Passò parecchio tempo prima che costui uscisse  con noi, e ancora di più ne passò nel vestirmi da  “ fighetto  “ con tanto di scarpe nuove con annesse suole    lucide.

 
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