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Autobiografia del papero ( 50 parte )

Post n°1373 pubblicato il 03 Giugno 2013 da paperino61to

Quando il sottoscritto litiga con la propria schiena il papà del papero rispolvera sempre questa frase : “ Devi farti le iniezioni , mica avrai paura !!! “.

Ecco che la mia mente torna al primo incontro con ago e siringa.

                    

A Torino ai tempi dell’infanzia c’era l’Ufficio d’ Igiene ( credo ancora adesso che ci sia )  dove ti potevi presentare per  l’antitetanica dietro avviso dello stesso Ufficio.

Ora immaginate la faccia che possa avere fatto quando i miei genitori mi dissero dove sarei andato l’indomani mattina ? Volevo venissero i marziani a prendermi nella notte,ma li sto ancora aspettando adesso ,  evidentemente ho sbagliato qualche parola se non addirittura la preghiera.

Sta di fatto che il giorno dopo con mia madre ci recammo all’appuntamento . Un usciere ci indicò il corridoio dove andare e la stanza dove avremmo dovuto aspettare.

Per fortuna non ero il primo , c’erano altri bambini prima di me, chi scherzava, chi piangeva e chi come me cercava di mettere in pratica una via di fuga.

                                

In ogni caso anche chi entrava nella stanzetta del medico sorridendo usciva piangendo, questa la dice  lunga sulla falsa frase detta dal medico stesso : “ Vieni piccino che non fa male l’ago “.

                        

    

Toccò a me ed entrai , mia mamma rimase fuori come tutte le altre mamme,ormai ero un ometto. Il medico mi disse di slacciarmi i pantaloni mentre lui era intento a preparare la siringa , io ero totalmente bloccato, la paura si era impossessata di me e spesso succede che questa cosa ti faccia fare cose assolutamente assurde.

L’assurdo si materializzò quando la porta si aprì per mano di una collega del medico, capì all’istante che il piano di fuga mi era stato servito su un tavolo d’argento. In un attimo schizzai fuori dalla stanzetta e come un fulmine corsi all’uscita.

                    

Sentì solo mia madre che urlava “ Fermati “, il medico con tanto di siringa  borbottava qualcosa in un dialetto a me incomprensibile e l’altro sua collega  tentava invano di rincorrermi .

                       

Ero a un passo dall’aver scampato l’ago quando venni bloccato da un omone grande e grosso in divisa da vigile il quale mi disse : “ Marco , ma da dove scappi ? “. Era il papà del mio amico Eugenio , compagno non solo dell’asilo ma anche di scuola elementare. Già allora pensai che i vigili sono sempre e solo nei posti sbagliati, ovviamente mi beccai un bel ceffone da mia madre e una ramanzina dal medico,il quale per vendicarsi non ebbe la famosa “ manina d’oro “: infatti per una settimana misi sotto il mio posteriore un cuscino .

               

Passato quest’avventura il mio cammino incrociò di nuovo le iniezioni diversi anni dopo , il medico curante vedendomi gracilino , decise per una cura drastica di vitamine o qualcosa di simile ( se non erro era olio di fegato di merluzzo ),sei o sette  scatole ognuna contenente circa dieci fiale.

                              

   Crescendo  la “ paura “  non cambiava ,ogni volta che                    dovevo presentarmi dalla signora che faceva le iniezioni incominciavo a sudare anche in pieno inverno.

Ognuno di noi ha sempre una parte più resistente dell’altra ,la mia era la destra. Ma anche la “ chiappetta “ più resistente alla fine abdicò,cedette, non c’è la faceva più.

       

Era diventata identica a un colabrodo , quindi dovette prendere il posto  quella di sinistra e ancora adesso è offesa per quella scelta forzata.

Le cose comunque non andarono meglio crescendo, ogni volta che potevo scansavo cure con iniezioni , ovviamente le mie risposte sono le più disparate , mica posso dire , avendo superato gli anta , che ho ancora paura !! “

 
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