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Messaggi del 08/09/2013

 

Otto settembre , l'orrore iniziava...

Post n°1464 pubblicato il 08 Settembre 2013 da paperino61to

 

Sto correndo a perdifiato, la mattinata è gelida, ma nella mia schiena sento il sudore scendermi copioso.

                      

Vedo un portone, se Dio vuole, posso ancora salvarvi. Mi fiondò dentro e richiudo lentamente, cercando di fare rumore meno possibile.

L’androne è buio, vedo una porticina al fondo. Lentamente con circospezione mi avvio. Lo apro, dà sbocco su un cortile. Un lampione illumina il perimetro, un muretto delimita il confine con l’altra casa, alla mia sinistra un sottoscala.

            


“ Deve essere entrato qua, buttate giù la porta “. La voce è imperiosa, squarcia il silenzio della notte. I colpi dei fucili stanno mandando in frantumi il portone.

Corro verso il sottoscala, è buio, vedo una piccola porticina, la apro e mi lascio calare all’interno. E’ ancora più buio. Respiro affannosamente le mani mi tremano.


     


Sento il cuore battere all’impazzata, in qualche modo richiudo la porticina sperando che non notino che è aperta. Posso solo sperare.

Un singhiozzo mi arriva all’orecchio, facendomi sussultare. C’è qualcun altro assieme a me.

“ Chi c’è ? " “ bisbiglio. Di sopra sento i passi veloci, sono entrati nel cortile.

“ Sono un amico non abbiate paura “ dico con la voce appena un po’ più forte.

Una bambina esce da un angolo scuro come la pece, avrà si e no otto anni.

“ Signore, la prego non ci faccia del male “ mi dice singhiozzando.

Mi avvicino a lei, e le domando se è sola. MI risponde di no, è con suo fratellino e suo nonno.

Un anziano zoppo esce e mi chiede cosa faccio qui. Le rispondo che sto scappando dalle ronde fasciste, ho violato il coprifuoco ed è inutile che tenti di giustificarmi passerei un brutto momento e forse qualcosa di più.

“ E voi ? “ domando.

“ Abbiamo aiutato alcuni partigiani a fuggire, ma qualcuno ci ha visti ed ha fatto  la spia, se ci prendono siamo morti…tutti..” la voce era roca dal pianto. La sua mano teneva un bimbetto di cinque sei anni al massimo.

“ Lo dovete trovare ! " " “ urla il capo gruppo.  “ Guardate dappertutto, in ogni angolo, andate negli alloggi e tirate fuori la gente, ma bisogna trovarlo “.

Stemmo in silenzio per un po’, era buffo, io che non c’entravo nulla con i fascisti e partigiani rischio di essere considerato un pericolo, mentre il vecchio e i bambini che a che farci  non sanno  che si nascondo qui.

“ Nulla capitano nessuno sa niente “. Dice il sottoposto al suo comandante.

“ Merda, non può essersi volatilizzato, vai a chiamare Rebi con i suoi cani e mentre ci sei passa dai nostri amici tedeschi, corri “ risponde il capitano.

Quella frase ci entrò come un treno a tutta velocità nello stomaco, eravamo persi, questione di poco e ci avrebbero trovati. Guardai i bambini, lo sguardo innocente che si sarebbe a breve spezzato, un futuro già scritto davanti a una mitraglia.

Lentamente mi alzai e aspettando che il gruppetto fosse uscito dal cortile, uscii nel cortile. Il vecchio capì e mi disse: “ Grazie “. Sorrisi, poi cercando di fare meno rumore possibile scavalcai il muretto.  Qualcuno mi notò e si mise a urlare: “ Eccolo il partigiano, eccolo, correte presto “.

Misi da parte la prudenza e attuai subito il piano che avevo deciso nel momento che uscii dal nascondiglio, portarmi dietro il gruppetto il più lontano possibile. Così feci, iniziai a correre lungo la strada facendo più rumore possibile.

Sentii l’accorrere dei fascisti, mi stavano venendo dietro, tutti.

                  

Svoltai all’angolo, un camioncino stava arrivando verso di me, era facile capire di chi potesse trattarsi: i loro amici nazisti. L’unica scelta era proseguire verso una stradina semi buia alla mia destra. Cosi feci, ero senza fiato, le gambe erano sempre più pesanti.

               


La corsa terminò  quando innanzi a me trovai un muro, scalarlo era impossibile.

Mi voltai ed erano lì a osservarmi con i mitra spianati.

“ Alza le mani bastardo comunista, alzale ho detto e vieni avanti lentamente “.

Sorrisi, e dissi loro perché avrei dovuto farlo, stavo andando a casa mia quando voi mi siete corsi dietro come lupi.

Una raffica sfiorò i miei piedi.

“ Alzale o sei morto, anzi no, di diamo in mano ai nostri amici, e vediamo se sei bravo a fare lo spiritoso. Parlerai comunista te lo garantisco “.

Poi si rivolse ad alcuni del gruppo e intuii che venivano a prendermi.


          


Lentamente infilai una mano in tasca come se avessi un’arma, oramai ero perso, mi avrebbero torturato e se mi scappava dove erano nascosti il vecchio e i bambini avrebbero preso anche loro.

Andai incontro correndo, urlando come un matto, non sentii le raffiche che poserò fine alla mia vita. L’ultima cosa che vidi era uno stivale nero lucido che si avvicinava, gli sputai sopra, poi un ultimo sparo echeggiò nella notte.

 

Dall'otto settembre le stragi di innocenti non si contarono più, l'orrore stava arrivando come un treno che deraglia ad alta velocità..la morte spazzò via interi paesi, giovani , anziani, donne...

 

 
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