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Messaggi del 10/01/2014

 

Il mistero dei pensionati ( capitolo quattordicesimo )

Post n°1581 pubblicato il 10 Gennaio 2014 da paperino61to

 

 

             

Uscii  distrutto dall’incontro “ ravvicinato “ con la signora Lombard  ma con la certezza di avere diversi pezzi di puzzle che andavano a combaciarsi  tra loro.

All’ultimo piano dell’Agenzia delle pensioni c’era un intero attico a disposizione del Presidente. Nessuno dei dipendenti anche quelli con certificati con Livello A conoscevano il volto e nome del loro capoccia. Era un “  invisible man “ come si usa dire.


               

Ovviamente uscendo dall’ufficio imboccai le rampe di scale per non farmi vedere e arrivai al centoquindicesimo piano senza più un’oncia di fiato. Mi fermai per una decina di minuti  per rimettere aria nei polmoni e colore in volto e poi quatto quatto percorsi il corridoio che portava all’ufficio.

Lo trovai chiuso, ma grazie alla mia abilità di scassinatore di porte riuscì ad entrarvi.

              

Un enorme sala si presentava ai miei occhi, tavolo in marmo italiano lavorato egregiamente. Alle pareti c’erano quadri bellissimi  e di gran valore .

Il frigo bar spiccava a lato del tavolo, dico spiccava perché era in “ oro “ massiccio.

         


Andai alla scrivania, in puro stile Luigi XV, sforzai i cassetti che vi erano  e trovai un foglio con una lunga lista di nomi. Lo misi in tasca ed uscii dall’ufficio, ripresi le scale e finalmente dopo un quart’ora di discesa ininterrotta ero fuori dall’Agenzia delle pensioni.  Con calma mi avviai al parco, la giornata era bella, comprai un panino e mi sedetti su una panchina.

                      

“ Fiùùùù..” fu il mio commento dopo aver dato uno sguardo alla lista. Era una cosa impressionate credetemi. Alcuni nomi avevano una linea tracciata e ho subito capito che erano i pensionati ammazzati. Ora si trattava di scoprire chi era l’autore materiale  perché quello del mandante l’avevo già.

Dopo aver  subito una buona mezz’ora di conversazione tra una donna che aveva perso il suo condor e un agente di polizia , finalmente riuscii a parlare al commissario. Sentivo solo dei grugniti,  presumo di gioia, perché lo stavo letteralmente salvando dal dirigere il traffico .


               

Concordai con lui un appuntamento al cinema Lux in fondo alla 42 strada. Poco importa se non sapessi che film proiettavano ,  quello  che sapevo era che quel  posto era  tranquillo.

( Continua )

 

 
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Visitare Torino : La Chiesa della Gran Madre

Post n°1580 pubblicato il 10 Gennaio 2014 da paperino61to

 

       

 

La chiesa della Gran Madre di Dio è uno dei più importanti luoghi di culto cattolici di Torino. Sita nella piazza omonima, all'estremità orientale del Ponte Vittorio Emanuele I, prospiciente a piazza Vittorio Veneto è la chiesa principale di Borgo Po. Particolare importanza riveste per la città intera, sia per la sua storia, sia per la sua posizione, che ne fa uno degli scorci più suggestivi, vicino al fiume Po.
L'architettura della chiesa riprende quella del Pantheon romano.


         

Il tempio, di proprietà comunale, fu eretto per volontà dei Decurioni (Amministratori) della città, per festeggiare il ritorno del re Vittorio Emanuele I di Savoia il 20 maggio 1814 dopo la sconfitta di Napoleone. Non a caso, sul timpano della chiesa è presente l'epigrafe ORDO POPVLVSQVE TAVRINVS OB ADVENTVM REGIS («La nobiltà e il popolo di Torino per il ritorno del re»), scritta dal latinista Michele Provana del Sabbione.

Autore dell'edificio è l'architetto torinese Ferdinando Bonsignore, il cui progetto venne prescelto in seguito ad un concorso, ed avviato alla realizzazione nel 1818, dopo la solenne posa della prima pietra. Interrottisi i lavori per circa un decennio, il cantiere riprese sotto il regno di Carlo Felice di Savoia, dal 1827, e l'edificio fu inaugurato nel 1831 sotto il regno del successore Carlo Alberto di Savoia. Oltre a Bonsignore, diedero il loro contributo di competenza professionale l'architetto Giuseppe Formento e l'ingegnere monregalese Virginio Bordino, che ideò il sistema per erigere sullo stilobate le grandi colonne della fronte di tempio. L'architetto casalese Luigi Canina, residente a Roma, fu spesso consultato per questioni architettoniche relative all'edificio, ed ebbe anche l'incarico di tenere i contatti con i grandi scultori Bertel Thorvaldsen e Carlo Finelli, in occasione della realizzazione delle statue e dei bassorilievi, opere eseguite da giovani allievi delle Accademie italiane ed in particolare dell'Accademia di Belle Arti di Torino, da poco riformata.

   


L'edificazione della chiesa della Gran Madre diede un notevole sviluppo per la riqualificazione del circostante Borgo Po, per il quale con l'occasione si stilò un primo piano regolatore. Sorse allora una piazza semicircolare (Piazza Gran Madre di Dio) per far da corona alla chiesa, quasi naturale prosecuzione della piazza Vittorio, in costruzione in quegli anni.

               

Il tempio si trova rialzato rispetto alla piazza dove sorge. Per raggiungere la chiesa si deve salire una scalinata, al termine della quale ci si trova su un ampio sagrato. Ai lati della scalinata, su un basamento, sono presenti due statue rappresentanti la Fede e la Religione, realizzate dallo scultore carrarese Carlo Chelli. La statua della Fede ha in mano un calice.
Prima dell'ingresso della chiesa è presente un pronao apparentemente esastilo (ma in realtà decastilo, perché le colonne sono disposte su due ranghi), realizzato tra il 1827 e il 1831.

A piedi della scalinata sorge una statua dedicata a Vittorio Emanuele I di Savoia dello scultore genovese ottocentesco Giuseppe Gaggini, docente all'Accademia Albertina di Torino.

 

 

Molto importante è l'apparato plastico e scultoreo di esterno ed interno, al quale parteciparono gli scultori Angelo Bruneri (San Maurizio), Giuseppe Bogliani (San Carlo Borromeo e San Giovanni Battista), Carlo Caniggia (Amedeo IX di Savoia), Giuseppe Chialli (San Marco), Antonio Moccia (Margherita di Savoia), Andrea Galassi (statua della Gran Madre di Dio).
Di particolare bellezza sono i quattro bassorilievi dell'interno, raffiguranti la Vita della Vergine (Natività, Presentazione al Tempio, Sposalizio, Incoronazione), realizzati su disegno e modello di Carlo Finelli dagli scultori milanesi Gaetano Motelli, Abbondio Sangiorgio, Francesco Somaini (a cui è attribuito anche l'altorilievo sul frontone esterno), e Francesco Stanga.
Sono del Novecento il grande Crocifisso dello scultore Edoardo Rubino, ed un bassorilievo di Umberto Baglioni.

Nei vani collocati all'interno del basamento della chiesa, in una cripta disegnata da Giovanni Ricci, si trova il sacrario dei Caduti della prima guerra mondiale, contenente le ossa di oltre 5.000 torinesi morti in battaglia.

La chiesa della Gran Madre avrebbe, secondo gli esoterici della Torino magica, un significato particolare: tra le due statue che rappresentano la Fede e la Religione, sarebbe sepolto il Sacro Graal.

 

 

 
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