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Messaggi del 07/05/2014

 

Bacheca Fiat

Post n°1675 pubblicato il 07 Maggio 2014 da paperino61to

 

Pieno utilizzo della struttura di Pomigliano, produzione Jeep a Melfi, investimenti per Mirafiori, Grugliasco e cassino. E, soprattutto, l'obiettivo di non mandare nessun lavoratore a casa, nessun licenziamento e la reintegrazione dei cassaintegrati. Il piano 2014-2018 di Fiat-Chrysler, presentato dall'a.d. Sergio Marchionne e dai vertici del gruppo nella sede Chrysler di Auburn Hills, piace ai sindacati, che parlano di rilancio della produzione in Italia e di investimenti vicini ai 10 miliardi. Con il presidente di Fiat John Elkann, che ha parlato di una giornata "più che positiva per l'Italia". "Siamo impegnati a non mandare nessuna a casa", a ''non licenziare'', ha detto Marchionne che, rispondendo a una domanda sul reintegro dei cassaintegrati ha aggiunto: "quando arrivera' l'industrializzazione dei prodotti rientreranno tutti quanti".

 

Segnali molto positivi arrivano in particolare dagli investimenti previsti sui marchi Alfa Romeo e Maserati. Marchionne ha sempre detto che i nuovi modelli del Biscione saranno tutti realizzati in Italia e anche il futuro del Tridente è fortemente legato alle fabbriche 'nostrane'. S'intravede la fine del tunnel dopo la lunga cassa integrazione che ha colpito gran parte dei lavoratori del gruppo, a partire da Mirafiori. A Melfi, è previsto nel piano, verranno prodotte nel 2018 200.000 Jeep; Pomigliano, ha assicurato Marchionne, sarà completamente utilizzato. "Quando un'impresa decide e propone di fare investimenti e lavorare in Italia, dopo una discussione lunga sul fatto che questa impresa sarebbe o non sarebbe rimasta un protagonista industriale, di certo è un segnale positivo", ha commentato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. 

 

. Ci sono però i principali esponenti dei sindacati metalmeccanici che ci tengono tutti a ricordare il positivo effetto degli accordi firmati con il Lingotto, a partire da quello di Pomigliano. "Oggi si è chiuso un cerchio di un'azione sindacale responsabile e possiamo guardare positivamente al futuro", ha dichiarato il segretario generale Giuseppe Farina. "Siamo riusciti - ha aggiunto il segretario nazionale Fim, Ferdinando Uliano - a difendere l'occupazione e gli stabilimenti e creare le condizioni per portare investimenti nel nostro Paese". "Tutto è cominciato da Pomigliano: oggi, a Detroit, viene confermata la validità di quella scelta. I modelli che si svilupperanno nel nostro Paese ci consentono di esprimere un giudizio positivo sul piano industriale e sulle prospettive di Fca", ha detto Paolo Carcassi, segretario confederale Uil. "Si è aperta davvero una nuova fase fatta di investimenti globali a livello internazionale e specifici per l'Italia che lasciano ben sperare. Il piano assicura almeno 10 miliardi di euro solo per l'Italia", ha affermato Eros Panicali, segretario nazionale Uilm. "Un libro totalmente nuovo - ha sottolineato invece il segretario generale della Fismic, Roberto Di Maulo - di cui i lavoratori italiani vogliono scrivere le pagine più belle. Si confermano così le migliori attese della vigilia. Altro che la Fiat che lascia l'Italia, altro che la Chrysler che compre la Fiat". L'Ugl parla infine di "investimenti significativi che lasciano ben sperare per il futuro degli stabilimenti italiani". 

Per Fiat e Chrysler si apre ''non un nuovo capitolo'': si ''inizia a scrivere un nuovo libro'', con Alfa Romeo al centro e Ferrari ''categoricamente non in vendita''. Sergio Marchionne lancia il piano 2014-2018 di Fiat Chrysler Automobiles, gruppo che punta a 7 milioni di auto vendute nel 2018, con 55 miliardi di investimenti anche su ricerca e sviluppo e con un ingente sforzo produttivo in Italia, con Melfi che alla fine del quinquennio fabbricherà 200.000 Jeep Renegade. Si tratta di un piano ''coraggioso, di rottura con il passato'' afferma l'amministratore delegato di Fiat e Chrysler

sul marchio del Biscione saranno investiti 5 miliardi di euro con otto nuovi modelli fra la fine del 2015 e il 2018, e un obiettivo di 400.000 vendite al 2018, in deciso aumento rispetto alle 74.000 del 2013.

. I sindacati, rappresentati ad Auburn Hills, plaudono al piano che, come ha detto Marchionne, vede gli stabilimenti italiani "trasformati in hub per l'export". ''E' positivo'' afferma Ferdinando Uliano della Fim Cisl, sottolineando che con gli investimenti annunciati dal 2013 al 2018 il gruppo ''investira' nel nostro paese 10 miliardi, quando il governo non riesce neanche a trovare 400 milioni per salvare Alitalia''. La Jeep a Melfi, inoltre, portera' lo stabilimento - aggiunge Uliano - verso la piena occupazione, calcolando che una cifra analoga di 500X saranno prodotte nell'impianto. Soddisfatto anche di Roberto di Maulo della Fimsic: e' ''in linea con le migliore attese, non c'e' nessun abbandono dell'Italia''.

 

 Considerazione personale : ho come impressione di un dejavù...è dal 2011 che sento sempre le solite Balle.

Prima di tutto il Non licenziare nessuno, qualcuno le ricorda Termini Imerese ?

Seconda considerazione alla domanda ( una delle poche intelligenti fatte a Marchionne ) : " Dove prende i soldi per investire visto che ha debiti per 10 miliardi di euro ? " E' stato come sempre evasivo.

Terza considerazione : Mancano ancore Tre anni e cinque mesi perchè i nuovi modelli innondino il mondo intero( come se gli altri marchi stessero ad aspettare la Fiat ) , non che facciamo continuiamo la cassa integrazione o aspettiamo che entri a regime la Riforma Fornero ?


 

 
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