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Messaggi del 07/07/2014
Post n°1726 pubblicato il 07 Luglio 2014 da paperino61to
Chi di noi non ha sentito parlare del Cavalier Errante , il prode paladino che correva quando una misera anima pia subiva un’ingiustizia ?
Ebbene questa è la storia tramandata ai giorni nostri dai cantastorie.
Non crediate che vi siano solo nomi famosi come : Sir Gawain, Don Chisciotte della Mancia oppure Lancillotto o L’Orlando Furioso , c’è anche un Cavalier Errante che nel XIV secolo viaggiava per la Via Emilia offrendo la sua spada in cambio di un sorriso..preferibilmente femminile e non disdegnava affatto un buon pasto e una buona dormita in un letto soffice . Il suo nome era : Cavalier Paperino terrore dei vil signori e dei balordi.
“ Forza brocco datti una mossa , di questo passo tra qualche secolo arriviamo a destinazione “ , chi urlava in questa maniera era il prode Cavalier Paperino.
In effetti non aveva tutti i torti, provate voi a salire a cavalcioni di un asino che è recalcitrante a muoversi .
“ Non mi muovo fin quando non mi pagate lo stipendio che mi dovete. Siete in arretrato di mesi. No ! Non mi muovo “ rispose Artemisio ciuchino simpatico.
“ Puf…allora andrò a piedi , ma giammai ti darò quello che tu vilmente mi ricatti “ detto ciò scese dall’asino, ma il prode Cavaliere non ricordava che la sua armatura pesava più di lui e del destriero insieme e fu così che a pochi metri dall’asino , crollò pesantemente a terra .
A notte fonda le controparti si misero d’accordo e finalmente poterono partire non al galoppo ma ad un ‘andatura costante che non superasse il limite di velocità di due chilometri all’ora.
Giunto nei pressi di una cittadina il cavaliere scorse una donzella seduta in riva al fosso a guardare il fiume , scese dal suo asino e si avvicinò alla fanciulla.
“ Buongiorno donzella , ho sentito il suo pianto giunger a codeste piume , mi permetta di porgerle il mio aiuto “ disse il cavaliere errante.
La donzella lo guardò e per poco non scappò via vedendo un’armatura parlare, poi osservò meglio e vide un paio di zampe sbucare, capì allora che li sotto vi era qualcuno.
“ Splendido cavaliere, sono triste ,piango sulle mie disgrazie e a volte anche su quelle altrui. Dei brutti ceffi , e brutti è ancora poco , si sono impadroniti della mia dimora e di tutti i miei averi compresi i dischi di Albano e Romina “ disse tra un singhiozzo e l’altro.
“ Qual è il suo nome leggiadra fanciulla ? ‘ “ domandò il cavaliere.
“ Il mio nome è Sonia, Duchessa di Predappio, Contessa di Forlì, Marchesa di Correggio , e Miss Vigna dell’intera regione “ detto questo porse la mano per essere baciata .
Il povero papero non ricordandosi che l’armatura era pesante ( è una costante della sua vita da cavaliere ) si chinò per poi non rialzarsi più . La schiena rimase bloccata e a nulla servirono le urla del suo proprietario, le vertebre non volevano saperne di tornare dritte .
Un contadino passando di lì vide la scena e si avvicinò esclamando : “ Sorbole, che bel tavolino, ci sta comodo il cestino da picnic “ .
Il giorno dopo ripresosi dallo spiacevole inconveniente, il nostro paladino dei difensori si recò dai bravacci del luogo , ovvero all’ex castello della Duchessa Sonia. Artemisio che sarà pur sempre un asino ma che ha intelligenza da vendere , si fermo a distanza ragguardevole dal ponte levatoio.
“ Ora cos’ hai , sfaticato di un asino ? Muoviti che dobbiamo far scappare i bravacci a suon di bastonate “ urlò il cavaliere. Artemisio tirò fuori una bandiera dei Cobas Asini italiani e proclamò uno sciopero : “ Io non mi muovo rischiando di beccarmi il ponte in testa, cavaliere dei miei zoccoli “ rispose al prode guerriero Paperino.
“ Ti faccio vedere io che sbagli in pieno, sei un asino e tale rimarrai per tutta la vita ! “ e dicendo queste parole si incamminò verso le mura del castello.
“ Hey , furfanti manigoldi abbassate il ponte, io , il grande Cavaliere Paperino ve lo ordino ! “ urlò a squarciagola.
Dall’alto delle mura , risposero : “ Va bene cavaliere , noi caliamo il ponte , ma sappiate che non abbiamo pastiglie per il mal di testa “ .
“ Pastiglie per il mal di tes…” il papero non finì la frase che il ponte si abbassò su di lui facendolo non solo venire il mal di testa , ma addirittura sprofondandolo al centro della terra ( da questo fatto Jules Verne scrisse il suo capolavoro secoli dopo ).
“ Perbacco cavaliere , si è fatto male ? “ domandò un bravaccio .
Dalla voce del papero uscirono frasi che è meglio non scrivere.
“ Io sono il Cavaliere Paperino , combatto per ordine della Duchessa di Predappio, Contessa di Forlì , Marchesa di Correggio e infine Miss Vigna dell’intera regione, meglio conosciuta come Sonia “ .
“ Vieni papero, vieni dai miei fratelli , così sentiranno anche loro quello che vuoi da noi, perché qualcosa da noi vuoi vero ? “ disse il fellone sorridendo.
“ Fratelli, abbiamo un’ospite. Presentiamoci ! “ Partì una musichetta e loro cantarono : “ Il Lungo, il Corto , il Pacioccone..son tre bravi felloni …”
Il cavaliere applaudì , non erano male sti tizi , pensò tra sé e sé ma era lì per cacciarli dal castello e quindi bloccò il loro shoow.
“ Felloni, in guardia , ora vi caccio dal castello con le buone o con le cattive . Cosa scegliete ? “ disse sguainando la spada, la quale purtroppo essendo stata lubrificata troppo schizzò come un missile portandosi dietro il suo proprietario e andando a conficcarsi contro un muro.
I tre Bravacci risero a crepapelle e non sembravano intenzionati a smettere. Mai nella loro vita da cattivi avevano visto un simile impiastro di cavaliere. A notte inoltrata Paperino riuscì a liberare la spada dal muro e con sprezzo del pericolo caricò i felloni al grido di “ Geronimoooooo “ .
Il Corto se la diede a gambe levate, il Pacioccone pensò di essere su scherzi a parte ; solo quando rimase in braghe di tela capì che era meglio svignarsela. Il Lungo ? Beh, quello era un problema pensò il cavaliere , ma non si perse d’animo. Andò a prendere una scala , un’ alta scala e vi salì, giungendo all’orecchio del bravaccio.
Cosa si siano detti nessuno lo sa , quello che è sicuro è che si strinsero la mano . Avevano suggellato un patto. Artemisio rimase stupito poi chiese al suo padrone cos’era successo .
Il prode cavaliere gli rispose : “ Anche questa è fatta, caro miscredente , davanti a cotanto coraggio i felloni scappano “.
Il Prode papero tornò dalla bella donzella restituendole le chiavi del castello, poi lentamente com’era venuto se ne andò ricoperto di baci e bacini.
Artemisio , quando erano lontani chiese di nuovo al prode papero cosa avesse detto per far scappare il Lungo.
“ Caro asino ,le ho solo promesso che se non andava via le avrei portato un gruppo di nome AC/DC e lo avrei fatto suonare notte e giorno, senti un po’ se ti piacciono ? “ dicendo così mise le cuffiette al povero ciuchino il quale emise un raglio che arrivò fino alla luna.
Questo racconto è dedicato a una nostra grande AMICA : Sonia , nella speranza di averle strappato un sorriso .
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