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Messaggi del 17/11/2014
Post n°1818 pubblicato il 17 Novembre 2014 da paperino61to
Ci sono lavori e lavori , come ci sono turni e turni ed il povero Jonas Elder darebbe l’anima pur di non lavorare nel turno di notte.
“ Ciao Jonas, domani ti tocca il turno di notte, Maxwel non può , ha la moglie che sforna l’ennesimo pargolo “ A parlare era il direttore dell’obitorio dell’ospedale di Country Orange.
“ Non faccio i salti di gioia per stare di notte in mezzo ai morti, ma se Maxwell ha bisogno di stare a casa , d’accordo capo rimango io , in fondo che mi può succedere ? Al massimo muoio di noia “ questa fu la risposta di Elder seguita da una grassa risata.
La sera seguente l’addetto all’obitorio timbrò il cartellino e lentamente si avviò verso il corridoio che portava all’obitorio. La luce fioca dell’unica lampadina illuminava il percorso.
Solo il rumore delle sue suole rompeva il silenzio di quelle mura , aprì la porta ed entrò ; salutò il collega a cui dava il cambio e si sedette alla scrivania.
Erano ben sedici anni che faceva quel lavoro, un lavoro come un altro e pagato discretamente bene , però negli ultimi tempi si sentiva a disagio . Non sapeva spiegarlo a chi lo chiedeva ma provava un brivido quando entrava in sala mortuaria.
A volte le sue mani tremavano a vestire i corpi dei poveri sventurati deceduti per tanti motivi, non parliamo poi se doveva ricomporre delle parti del corpo .
La porta si aprì , il suo collega era tornato indietro dicendo che se si annoiava poteva fare un ballo con “ miss meraviglia “ , era nella cella frigorifera 24. Come ovvio si becco un vaffanculo da parte di Elder.
Il ticchettio dell’orologio era l’unica colonna sonora in quella stanza. Guardò dalla finestra e vide che la luna aveva una velatura che lentamente la stava coprendo. Provò un brivido salirgli dietro la nuca.
“ Vaffanculo , sono solo stronzate . Ora mi faccio un bel caffè e mi sentirò meglio . Ne volete anche voi bei cadaveri ? “ rise sguaiatamente a questa battuta. La caffettiera emetteva il brontolio e l’aroma del caffè si sentiva nell’aria. Jonas si alzò, prese una tazzina e versò un paio di cucchiaini di zucchero.
“ Ciao Jonas , non prepari la tazzina anche a me ? “.
Elder udendo quella voce emise un grido mentre la tazzina si infrangeva per terra e il contenuto andò a versarsi sui suoi pantaloni. Balbettando domandò chi fosse la donna davanti a se.
“ Il mio nome non ha importanza credimi, se ti va puoi chiamarmi Carmilla “ la voce era suadente al pari del suo corpo. Capelli neri corvini, occhi grandi e scuri come la notte.
“ Da dove sei entrata ? Cosa fai qui ? “ Jonas cercava di darsi un contegno dopo lo spavento , ma le sue mani tremavano come non mai.
“ Entrata ? Caro amore mio , io non sono mai entrata , ero già qui “. Lo sguardo della donna andò alla cella 24 mentre si avvicinava a passi lenti .
“ Co…come…eri già qui ? Chi sei ? “ .
Con una mano la donna fece scendere la spallina dell’abito che la rivestiva .
“ Quante domande Jonas, pensavo fossi un uomo d’azione . Non ti piaccio forse ? “ .
Elder cercava rifugio dietro la scrivania ma la donna con un agile salto fu davanti a lui. Allora l’uomo lentamente indietreggiò fino a ritrovarsi nell’angolo della finestra.
“ Non scappare Jonas, non ci riusciresti . Vedrai ti piacerà , mai nessun uomo si è lamentato di me “ la donna era vicinissima , le sue labbra cercarono le sue .
L’abito di lei scivolò sul pavimento mentre Jonas con le sue mani tremanti sfiorava la sua pelle. Il volto di lui era interdetto , era come toccare ghiaccio freddo.
“ Caro Jonas perché esiti ? Scommetto che ti stai domandando come mai son così fredda ! Vuoi sapere veramente la risposta ? “ sul volto della donna era comparso un sorriso maliziosamente inquietante.
Elder non sapeva cosa rispondere , non riusciva a capire cosa stesse succedendo e se succedesse veramente. Lei sembrò leggergli nella mente e rispose di si , che stava succedendo. Le sue labbra scivolarono sul collo di lui e Jonas guardando la luna vide che l’alone che la circondava si era colorato di rosso.
Quando capì chi era la donna urlò ma oramai era troppo tardi.
“ Ciao Jonas , tutto bene stanotte ? “ a domandarglielo era il suo capo.
L’addetto Jonas Elder lo guardò e rispose di no e dicendo così , lentamente si avvicinò al capo mentre due canini spuntavano dalla sua bocca dicendo : “ Non dovevi mettermi al turno di notte , non dovevi “.
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