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Messaggi del 04/03/2016

 

Non si sfugge dagli incubi

Post n°2058 pubblicato il 04 Marzo 2016 da paperino61to

 

Mi giro nel mio  sonno agitato, sentendo il vento fischiare nel silenzio della notte. Non passa giorno o notte che gli incubi mi assalgano, che si materializzino in carne e ossa. Sento il crepitare dei mitra, l’esplosione delle bombe, i carri armati che avanzano mentre qualcuno ci ordina di restare al nostro posto, di non scappare.

Osservo il soldato accanto a me, gocce di sudore imperlano il suo volto, ha paura, e non è il solo, tutti noi abbiamo paura, ognuno prega il proprio dio.

A breve i nemici saranno a tiro dei nostri fucili, ammazzare per non essere ammazzato, questa è la vera realtà della guerra.

Una bomba è esplosa vicino a noi, un paio di nostri soldati sono saltati in aria. L’unica cosa che riceveranno i loro cari, sarà la piastrina che indossavano e la bandiera del nostro paese.

Il vento è sempre più violento e copre i lamenti dei feriti. Io urlo con quanto fiato ho in gola.

“ Sparate, per Dio, cosa aspettate a dare l’ordine?”.

Nessuna risposta mi viene in soccorso, mi guardo attorno per vedere se scorgo soldati nemici. La mano corre alla pistola che ho accanto a me, mi accorgo che sto tremando.

Nel cervello sento le urla dei miei compagni massacrati sotto il fuoco nemico, sento l’odore della paura. Il grilletto della pistola è pronto a sparare…ma contro chi? Non vedo nessuno, la notte è senza luna. Respiro l’aria della giungla, le grida dei compagni torturati dopo la resa; tutti abbiamo detto basta a questa carneficina senza sapere che stavamo entrando nel tunnel dell’orrore.

“ Sergente….sergenteeee…no…non mi lasci solo…la prego”. Sto piangendo, il prossimo a morire sarò io. Da mesi seppellisco i corpi dei miei amici, da mesi sento le risate degli aguzzini, con le loro lame insanguinate. Li odio dal profondo del mio cuore, vorrei che tutto il Giappone sprofondasse nel mare, nessuno di loro deve vivere, uomini, donne, vecchi, bambini...tutti devono sprofondare!

 “ Stupido idiota…stupido idiota” mi ripeto, non c’è nessun nemico, dove mi trovo, sono dannatamente solo in questa camera d’albergo. Mi nascondo dietro al letto  pronto a sparare a chiunque si presenti davanti ai miei occhi.

 

 “ Stai attento, ti stanno fregando! E’ un trucco del nemico per farti credere cose non vere. Tu soldato, sei nella giungla, sei a Baatan, i giapponesi ti hanno preso, hai voluto arrenderti, sei stato un codardo! ” ecco cosa sento nel mio cervello.

“ Menti, bastardo…stai mentendo! Non sono in quella terra dimenticata da Dio, in mezzo a quella dannata jungla, non sto camminando i novanta chilometri a piedi fino a Camp O’Donnel. Io sono a New York, in una camera d’albergo, dormo in un letto, leggo i  giornali e vedo la televisione”.

Un altro sferzata di vento e il vetro della finestra va in frantumi totalmente. Un bagliore acceca per un attimo i miei occhi…sento bussare, vedo la porta aprirsi ed è in quel momento che sparo.

Uno, due, tre colpi o forse più, il nemico sta attaccando, mi vuole prendere vivo per torturarmi come ha fatto con i miei compagni, ma non ci riuscirà, se devo morire porterò parecchi di loro all’inferno con me.

“ Fuoco, fuoco…ricacciamoli indietro…maledetti musi gialli” grido forte.

Un corpo davanti a me cade, mi guarda con espressione incredula. Sento solo la sua voce flebile domandarmi “Perché?”.

Lascio cadere la pistola a terra, osservo il corpo steso, è un civile …di razza bianca.

“Mio Dio…” riesco solamente a dire.

In lontananza una sirena si avvicina, sento i loro passi salire le scale. Vengono a prendermi, si vendicheranno per l’uccisione del loro soldato.

“ Non mi prenderete vivo!”.

Scavalco la finestra, la salvezza è a pochi passi, innanzi a me la giungla. Se riesco ad arrivare sarò salvo, non mi troveranno mai. Sento le loro voci, sono arrivati…mi lancio dalla finestra.

“ Fermo…signore…no…non lo faccia..”.

“ Hey Land, ma che diavolo gli è preso a quel tizio?” domanda l’agente al suo collega mentre osserva il corpo disteso sul selciato.

“ Non lo so, deve essere pazzo per buttarsi dal quarto piano …e poi perché ha sparato al portiere dell’albergo?”. Un foglio aperto è sul comodino.

“ Guarda e leggi…” .

L’agente prende il foglio: Peter Sloane, congedato dall’esercito americano il 17 agosto 1945. Appartenente al decimo battaglione di stanza a Baatan. Catturato nel 1942 dalle forze giapponesi e imprigionato nel campo di sterminio di O’Donnel. Stato di salute deficitario, soffre di grave crisi mentale. Consigliata urgentemente visita specialistica all’ospedale di salute mentale di Baltimora.

“ Povero cristo, la sua mente è rimasta in quella dannata giungla” esclama il poliziotto mentre il suo collega chiama l’ambulanza per portare via un’altra vittima di una guerra insensata.

(Nelle  Filippine a Baatan i  giapponesi invasero la penisola per avere il controllo del Pacifico in quell’aerea. Si calcola che fecero circa 80mila prigionieri, di cui 12mila americani e 66mila filippini che si arresero il 9/4/1942 dopo diversi mesi di aspri combattimenti. Da Baatan l’esercito giapponese decise di portare questi prigionieri al Camp O’Donnel distante circa cento chilometri. Solo una quindicina di chilometri furono percorsi in treno, tutto il resto a tappe forzate marciando. Possiamo solo immaginare l’orrore che videro i sopravvissuti, non solo nella marcia ma anche nel campo di sterminio).

 

 

 
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