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Messaggi del 16/09/2016

 

La vendetta non ha fretta ( ottavo capitolo)

Post n°2142 pubblicato il 16 Settembre 2016 da paperino61to

Riassunto delle puntate precedenti: Un delitto è stato commesso ai danni di una signora anziana: Clara Felsi. Appare chiaro per il commissario Berardi che l'omicidio non è stato commesso a scopo di rapina. La signora era la vedova del colonnello Primi dell'esercito italiano. Congedato dopo la fine della Prima guerra mondiale, e soprattutto dopo esser uscito da un processo falsato. Colonello dai metodi brutali, ha condannato a morte diversi soldati e ufficiali, tra questi Riccardo Allasia, decretando in questo modo anche la morte dei suoi genitori( il padre morto di crepacuore e la madre suicida) solo la piccola Carla di 11anni si salva. Il commissario indaga anche su un altra morte, quella di Gerdetti ex ufficiale di Primi, la vittima sapeva chi era l'autore del delitto della Felsi e di Primi, perchè anche il colonello è stato ucciso e non come si è creduto per anni per una banale caduta da cavallo. Il commissario giunge alla conclusione che si tratti di vendetta e cerca di trovare Carla Allasia, che alla maggiore età scappa dalla famiglia adottiva,inoltre non crede di sbagliare che l'omicida abiti nel palazzo della Felsi. Anche un'amica della Felsi, Gilda Ferraris capisce chi ha commesso gli omicidi e si reca all'appuntamento con l'assassino.

 


La chiesa dista un  isolato, vedo la scalinata e il portone semiaperto dove alcune persone  stanno entrando.
Il parroco  è a lato del confessionale che sta parlando con una sua parrocchiana, mi avvicino e domandando scusa per l’interruzione chiedendo la sua collaborazione. Descrivo la signora Ferraris nella speranza che il prelato l’abbia notata.
“ Prego commissario ci mancherebbe altro. Si, conosco la signora Ferraris, ma non l’ho vista entrare, può darsi che sia nella cappella piccola, venga…”.
Dalla porticina sento delle voci e riconosco quella della Ferraris.
“ Si fermi qui padre, e faccia in modo che nessuno entri qui dentro per alcun motivo”.
“ Devo ammetterlo, sei molto coraggiosa a venire da sola, ma anche molto stupida!” la voce è della portinaia. Ora ho la certezza assoluta sull’identità dell’assassina, Alda Pastori non era nient’altro che Carla Allasia, la ragazzina adottata e poi scomparsa.
“ Carla, non fare un’ulteriore fesseria, ne hai già fatte troppe!” risponde la Ferraris.
“ Silenzio! Che ne sai tu? Tu non hai avuto una famiglia sterminata…tu non sei stata adottata, non ti sei trovata da un giorno all’altro senza i tuoi cari ”. La donna urla forte e dalla mia veduta posso intravedere che ha una pistola calibro 45’.
“ Hai ragione, non ho avuto questa disgrazia, ma la vendetta non porta a nulla di buono. Hai ucciso Augusto e non te ne faccio una colpa, l’avrei fatto anche io se ne avessi avuto il coraggio…” .
Cosa voleva dire? So che il colonnello non era nelle sue grazie, ma non mi aspettavo dicesse una frase del genere.
“ Non mi interessa del perché non l’hai fatto, io invece l’ho ucciso e non me ne pento”.
“ E Clara? Che colpa aveva lei? Aveva fatto
di tutto per scongiurare la fucilazione di tuo fratello…”.
Una risata echeggia nella cappella: “ Ha sempre mentito a tutti, lei non ha fatto nulla e sai perché? Lo vuoi sapere davvero sapientona?...suo marito si portava a letto mia madre!”.
“ Stai mentendo…Carla, non ci credo!”.
“ Sei ingenua oltre che stupida, perché dovrei mentire? A un condannato gli si dice sempre la verità!”



I rinforzi arrivano e con un gesto indico di  fare il più assoluto silenzio. Se l’assassina  scoprisse la nostra presenza sicuramente avrebbe sparato alla Ferraris
“ La tua amica aveva scoperto la relazione e alla prima occasione si è vendicata. Mio padre era andato da lei in ginocchio perché supplicasse il marito a desistere dall’uccidere mio fratello. La risposta che diede fu una risata; si vendicava in quella maniera”.
Indico agli agenti di entrare solo dopo il mio sparo. Il parroco in lontananza fa  finta di nulla e continua la sua orazione.
“ Promisi a me stessa che quando sarei diventata maggiorenne, gli assassini avrebbero pagato molto caro la morte dei miei. Quando divenni maggiorenne mi feci assumere nella villa di Biella, il colonello non mi riconobbe pur avendomi visto diverse volte da bambina, avevo tinto i capelli e messo gli occhiali. Il porco ci aveva provato quasi subito, ma riuscii a farlo desistere con la promessa che dopo la sua cavalcata, ci saremmo visti al capanno degli attrezzi. Presumo tu sappia che il colonello non tornò più vivo alla villa”.
Gilda scuote il capo in segno di assenso.
“ Anni dopo, scoprii dove abitava la sua vedova. Quando andai a chiedere una stanza per alloggiare, mi dissero che il portinaio era andato in pensione; se volevo potevo ottenere quel lavoro e avere così un alloggio ;ed io che ero senza marito ,morto in un incidente e con dei figli accettai… a due passi dalla maledetta!”.
“ Lei ti riconobbe vero?” domanda la Ferraris che nel frattempo aveva avuto sentore della nostra presenza.
“ Non subito, una sera andai da lei…mi guardava confusa, le sembravo un volto già visto ma non ricordava dove. Gli anni cambiano le persone non solo  dentro ma anche nella fisionomia
. Quando le accennai chi ero, sbiancò dalla paura…chiedeva perdono…risposi che il perdono lo dava Dio e io non lo ero. Prima di uscire dal suo alloggio le dissi di stare tranquilla la mia vendetta non aveva fretta, non avrebbe  saputo quando sarebbe giunta”.
“ Pazza…tu sei una pazza…perché vuoi uccidere anche me?”.
 “ Mi hai riconosciuta, hai messo insieme i pezzi di questo quadro grondante sangue…non posso lasciarti in vita…mi denuncieresti a quel dannato commissario. Spiacente, ma hai scelto l’amica sbagliata con cui condividere la vita…avresti dovuto stare lontano da quella svergognata…e ora…add…”.
Un colpo echeggia nella piccola cappella, la donna si accascia al suolo mentre inutilmente cerca di prendere la pistola.
“ Commissario…ce ne ha messo di tempo…santo cielo, ma in questura sono tutti lenti come lei?”.
 “ Signora, la prossima volta che va a un appuntamento con il suo assassino, cerchi di essere più chiara nelle sue indicazioni, così vedrà che io arrivo molto prima”.
Do ordine di chiamare un medico per prestare soccorso alla ferita, per poi portarla in questura:” Ricordatevi anche di andare a prendere i suoi due figli”. Altre due vittime inconsapevoli di questa assurda vendetta.
“ Se non si offende commissario, avrei bisogno di un bel caffè…magari con un goccio di brandy…stavolta offro io…e chissà che non le racconti del mio astio verso il colonnello…si, credo sia giusto che lei lo sappia”.
“ D’accordo , così mentre ci avviamo mi  spiega anche come ha fatto a intuire che la portinaia era l’assassina…sa noi commissari siamo lenti anche in questo”.    
 Usciamo dalla chiesa e  lentamente ci avviamo verso Mamma Gina.

                      FINE

Un grazie a tutti voi che mi avete seguito in questa ennesima indagine.

 

 
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