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Messaggi del 27/09/2017

 

Il destino in una pallottola ( undicesimo capitolo)

Post n°2274 pubblicato il 27 Settembre 2017 da paperino61to

“ Si nasconderà a fianco del camerino dove Hitler si preparerà per il suo discorso di ringraziamento. C’è una porticina che comunica, faremo in modo che sia aperta…le guardie del corpo saranno distratte dalla confusione che come ho accennato, prepareremo. Subito dopo l’attentato la faremo fuggire su una camionetta della polizia, nessuno baderà ai finti agenti che la guideranno. La porteremo all’aeroporto di…e da li volerà fino a Caen, poi un traghetto la porterà a Dover, dove sarà al sicuro”.

Gutz ascolta in silenzio, alla fine della spiegazione del piano espone alcune sue perplessità sulla riuscita, ma sono dissipate dalla forte concretezza di sicurezza delle persone presenti nella stanza.

“ Per sua moglie, vedremo cosa possiamo fare…è sicuro che non abbia capito il motivo della sua partenza?”.

“ No…ne sono sicuro…non ha il minimo dubbio. Vi prego però di proteggerla…di farla scappare immediatamente dopo…che io avrò sparato”.

I due agenti si guardano e confermano che avrebbero fatto tutto il possibile per portare in salvo la donna.

Il giorno seguente portano il professore nel luogo dove avrebbe aspettato Hitler per ucciderlo il Deutsches Theater in Shumannstrade, costruito nel 1850 per volere di Federico Guglielmo IV di Prussia.  All’interno il teatro è una meraviglia, il professore non trova aggettivi per descriverlo, in quel luogo i grandi tenori hanno allietato la corte prussiana e in seguito il popolo amante di quel genere musicale, e ora dovranno subire l’onta di un pazzo paranoico con le sue parole piene di odio. I due agenti lo portano nel camerino dove si sarebbe nascosto in attesa della sua vittima.

“ Bene, professore, lui è Larsen, la farà entrare dal retrò e la porterà subito dove si dovrà nascondere. Importante che lei sia qui verso le sei di sera, non si preoccupi dei lampioni all’esterno, verranno spenti in modo che la stradina sia completamente buia”.

Gutz ascolta le istruzioni senza dire una parola, i suoi occhi sono fissi nel vuoto. Mentalmente prega Dio che lo aiuti a porre fine a quel futuro dittatore sanguinario.

Quella notte una visione lo assale mentre cena: un fiotto di sangue sgorgava dal petto…un volto a lui noto lo guardava. Sentiva le urla della gente che scappava, i muri del teatro testimoni silenziosi di questa tragedia. Poi come era arrivata all’improvviso la visione scompare.

Gutz cerca di capirne il significato, ma la visione è più nebulosa del solito. Chi è il volto noto? Forse quello di Moll, forse di quel Rhom, non ne ha colto l’aspetto. Il sangue? E’ di Hitler o…è il suo? Quella notte non dorme per nulla, osserva il cielo scuro, non si sarebbe stupito se l’indomani avesse nevicato.

Il trenta gennaio 1933 Adolf Hitler giura al Reichstag come Cancelliere, un tripudio di saluti romani  accompagnano la sua carica. Verso le nove di sera si reca al teatro per tenere un discorso ai suoi fedeli e alla nazione.

Gutz entra dal retrò, la stradina è completamente buia, la neve sta incominciando a scendere.

“ Venga, presto…ecco entri lì dentro e mi raccomando silenzio assoluto. Le guardie preposte al controllo sono già passate, e non ritorneranno. Ora sono impegnate all’ingresso”.

Il professore entra nel camerino, si siede lentamente come se fosse senza forza. La paura lo sta avvolgendo. Dalla tasca del cappotto tira fuori la pistola, mette il silenziatore pur con la mano tremante, poi prende la bibbia e incomincia a recitare sottovoce delle preghiere.

Pensa a Ilga, chissà cosa sta facendo in questo momento? Se è intenta a preparare l’arrosto o cucinare la pasta con del salmone. Si accorge nel frattempo che sta piangendo.

Sente un gran vociare, applausi e grida risuonano nel teatro, Hitler è arrivato. Si alza in piedi, la mano appesantita dalla pistola fa uno sforzo enorme per non tremare, avrebbe voluto scappare via da quel luogo, ma oramai è troppo tardi.

Sente la porta della stanza a fianco aprirsi, il cancelliere sta per entrare. Gutz aspetta che gli giunga il segnale convenuto.  Dopo alcuni minuti interminabili ecco che qualcuno inizia a discutere violentemente nel corridoio. Sente la gente gridare di smettere,  il vociare è sempre più forte, diverse persone sono coinvolte in quello che lui reputa essere una rissa. E’ il segnale, apre la porta comunicante senza far il minimo rumore e vede la figura di Hitler, è di spalle e sta cercando di capire cosa stia succedendo. Impartisce l’ordine ai suoi due aiutanti di andare a vedere . Ecco l’occasione che Gutz aspettava.

Il professore respira a pieni polmoni, poi prende la mira. Il destino del mondo si sarebbe avverato in una pallottola.

“ Dio mi perdoni “ esclama mentre premette il grilletto.

Un colpo di pistola risuona nel  camerino, Gutz ne rimane stupito, la sua pistola ha il silenziatore come può averlo sentito? Si guarda il cappotto, è intriso di sangue, lentamente si volta mentre si accascia senza vita sul pavimento. L’ultimo suo pensiero fu: “ La visione…la visione…”.

Una persona fa cadere la pistola per terra, entra e si inginocchia, prende la testa di Gutz tra il suo petto accarezzandogli dolcemente i capelli.

“Hans, amore mio…perché hai voluto morire in questo stupido modo? Perché non hai creduto di più nel nostro Führer?...Quelle tue maledette visioni ti hanno portato a morire…dovevo farlo, mi capisci vero? Dovevo ucciderti amore mio per il bene della Germania!”.

Dopo alcuni istanti la moglie del professore lo bacia sulle labbra ormai fredde e si alza, e con passo deciso si avvia all’uscita dove ad aspettarla c’è Karl Moll, ex allievo prediletto di Gutz. La donna lo prende sottobraccio e insieme si mescolano alla folla numerosa assiepata dentro il teatro. E’ un brulicare di camice brune, di vessilli con la croce uncinata, appena Hitler esce sul palco per iniziare il discorso la donna si unisce al coro che sale forte al cielo: “ Sieg Heil….Sieg Heil…”.     

 

                                                     Fine 

Questo racconto non ha la minima pretesa di essere una fedele cronaca di quel periodo in Germania, ha diversi contatti con la storia realmente avvenuta, i personaggi principali come il professore, la moglie, i suoi parenti, i vari colonnelli polacchi e il lord inglese assieme all’ex allievo Moll sono tutti inventati.  Karl Moll fu prelevato e ucciso assieme ai suoi camerati SA, Ilga ( la moglie del professore) perì sotto il bombardamento alleato.

Hitler fece veramente “ epurazione” totale delle SA di Rohm( passata alla storia come  La notte dei lunghi coltelli), costui fu ucciso in un carcere su ordine dello stesso cancelliere. Le visioni di Gutz come sappiamo dalla storia si avverarono tutte.

 

 

 
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