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Messaggi del 24/09/2018

 

La villa del mistero ( capitolo tre)

Post n°2391 pubblicato il 24 Settembre 2018 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi è il suo collega Perino vengono sorpresi da una tormenta di neve sulla strada che da Mondovì porta a Torino. Chiedono ospitalità in una villa. Il proprietario un ex avvocato di nome Gedina, è in lutto per la perdita della figlia, con il pensiero della scomparsa della domestica Betty. Beradi, grazie anche a Umberto( domestico della villa) riesce ad entrare nella stanza di Adela( la figlia suicida) è scopre che nel tubetto che conteneva barbiturici, manca solo una pastiglia. Quindi la domanda nei due poliziotti sorge spontanea: di cosa è morta veramente Adele? E dove è finita la domestica scomparsa?

 

Decisamente qualcosa stona in questa storia non convince  anche Perino, una persona che scompare all’improvviso senza portarsi dietro nulla non è normale, qualcosa o qualcuno l’ha fatta scappare.

Interroghiamo con discrezione il personale della villa, ma nessuno sa dire qualcosa, solo il giardiniere fa delle allusioni sul “ Don Giovanni “ della villa ( chiama così il dottore Fasotti).

“ A’ lè un bel tipo quello…avessi moglie e figlia starei con gli occhi bene aperti”.

Io e Perino usciamo a prendere una boccata d’aria nonostante alla neve si sia aggiunto anche il vento.

“ Commissario, che ne dice delle parole del giardiniere?”.

“ Bisogna sempre prendere con le molle certe affermazioni, certo è che il dottore è un bell’uomo agli occhi di una donna, affabile, gentile e sa come parlare al gentil sesso”.

“Potessimo andare al paese, potremmo farci un’idea più chiara su questo caso ma con questo tempaccio”.

“Non ci pensare neanche Perino, hai sentito che il ponte è crollato?”.

“Se diamo un’occhiata alla stanza della Betty? Magari troviamo qualche indizio”.

“ Buona idea, però non dobbiamo farci notare”.

Riusciamo a farci dire dove è la stanza della ragazza scomparsa e mentre Perino sta fuori dalla porta, io entro.

I vestiti sono tutti appesi nell’armadio, la valigia è sotto il letto vuota. Nei cassetti ci sono un paio di libri e una rivista femminile.

Prendo la sedia e guardo sopra l’armadio, ci sono dei giornali, probabilmente fanno si che la polvere si depositi li sopra. Un piccolo rialzo mi incuriosisce, sono due lettere in due buste differenti, una reca il simbolo dell’ospedale di Alba.

“ Trovato nulla commissario?”.

“ Due lettere, ma darò un’occhiata quando saremo nella nostra stanza”.

Passiamo il resto della mattinata a parlare con l’avvocato. E’di Saluzzo, aveva uno studio in quella città, poi per  salute si è trasferito qui. Accenna anche alla povera moglie, e a come sua figlia non abbia mai superato il trauma della scomparsa di chi l’ha messa al mondo.

Domando con discrezione come ha preso la figlia la notizia che si sarebbe risposato.

“ Dal principio non era molto contenta, ma poi ha fatto conoscenza con Elsa e ne era felice…o almeno lo è stato per diverso tempo, poi…”.

“Qualcosa è cambiato tra le due donne?”.

“Si! E non mi chieda il motivo, non lo so”.

“ Invece del dottor Fasotti che mi dice?”.

“ Lo conosco da quando mi sono trasferito qui…è un bravo medico. So che in paese lo definiscono un Don Giovanni, ma sinceramente qui si è comportato sempre bene in questi cinque anni”.

“ Anche con le domestiche ci comporta bene?”.

L’avvocato rimane stupito di questa domanda e balbetta chiedendomi il perché.

“ Non sarebbe la prima volta che una domestica venga circuita”.

“ Credo di si, a parte la domestica scomparsa che era giovane, la cuoca ha già una certa età, e l’altra cameriera è sposata con il giardiniere”.

“Domando perché è molto strano che una persona scompaia di punto in bianco, sembra quasi che sia scappata…aveva ricevuto minacce che lei sappia?”.

“Che io sappia no, ma Betty si confidava molto con la mia povera figlia…potete chiedere a Umberto, so che lo considerava come un padre”.

Purtroppo anche il domestico non ha saputo rispondere a questa domanda.

Quando rientriamo nella stanza, prendo le lettere che ho trovato nella stanza della domestica scomparsa. Una lettera indica un’ora, probabilmente un appuntamento; l’altra è dell’ospedale di Alba, sono esiti di esami, la ragazza era in cinta.

“ Leggi e dimmi che ne pensi!”.

“Commissario, una donna incinta che sparisce è perché ha avuto paura.”.

“ Esatto, lo credo anche io, peccato che sull’altra lettera non vi sia stato scritto il luogo dell’incontro”.

“Potrebbe trattarsi di un luogo vicino alla villa?”.

 “ Come ipotesi non è campata in aria, oppure nel paese, comunque un luogo alla ragazza noto e non distante, era pur sempre una dipendente, doveva farsi trovare se la chiamavano”.

Nel pomeriggio proviamo a parlare con l’avvocato Gedina di Betty, ma le cose che dice non portano lontano: ” Non sapevo se aveva un ragazzo, non parlava mai della sua vita privata, posso solo dire che lei era molto carina, espansiva…assomigliava alla madre…almeno credo”.

Perino domanda se ha notato il dottore ronzargli attorno. Risponde sdegnato, anche se nel suo sguardo un certo dubbio si sta insinuando.

“Non  metto la mano sul fuoco, ma credo che il dottor Fasotti abbia un suo codice etico e morale…non credo proprio…e poi Betty è una ragazzina in confronto a lui”.

La porta si apre è la moglie dell’avvocato; una smorfia appare sul suo volto appena ci vede. Fa per tornare sui suoi passi ma il marito la invita a sedersi con noi .

“Vieni cara, non essere scontrosa con questi nostri ospiti, non è certo colpa loro se hanno dovuto pernottare da noi”.

“Suo marito ha ragione signora, mi creda ne io ne il mio collega volevamo recarvi disturbo, se almeno fosse ripristinata la linea telefonica ci saremmo fatti venire a prendere”.

La donna ci squadra, poi accenna a un sorriso e domanda scusa per il suo modo di fare.

“Da quando è morta Adele il mio carattere è peggiorato. Poi come non bastasse la sparizione inspiegabile della cameriera e infine questo tempo orribile. Mi angoscia vedere tutto questo bianco…lo detesto”.

“Nessun problema signora, la capiamo perfettamente. Perdere una figlia deve essere una cosa tremenda”.

Pian piano la signora cambia atteggiamento, Perino non dice nulla, ma conoscendolo anche lui pensa che sia una finzione.

Parlando del più e del meno, domando da quanto tempo conosce il dottore. Risponde che saranno circa sei anni: “Ci siamo conosciuti in una sala da ballo a Mondovì dove sono andata con Carlo. Da allora, anche visto l’aggravarsi di mio marito, abbiamo deciso di farlo vivere sotto il nostro tetto”.

“ Capisco. Lei sa se per caso esercita la sua professione in paese? Ha uno studio medico?”.

“Si, due volte alla settimana apre lo studio, ora con questo tempaccio è chiuso”.

“Il referto sulla morte di vostra figlia l’ha stilato lui? Ha per caso effettuato un’autopsia per accertare la causa del decesso?”.

“ No, certo che no…nessuna autopsia, ci mancherebbe. È morta per suicidio, ho visto il tubetto di barbiturici…era vuoto. Per quando riguarda il referto di morte, certo che lo ha stilato lui, chi altro se no?”.

( Continua)

 
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