Creato da: paperino61to il 15/11/2008
commenti a caldo ...anche a freddo..

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2018 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

Citazioni nei Blog Amici: 88
 

Ultime visite al Blog

paperino61toelyravcassetta2nomadi50QuartoProvvisoriorbx1dglg1b9DoNnA.Sjezabel777zoppeangelogianbrainOPIUMPASSIONEilcorrierediromakipli
 

Ultimi commenti

Buona giornata ciaon
Inviato da: paperino61to
il 25/06/2024 alle 09:59
 
Ciao Roberta buon martedì
Inviato da: paperino61to
il 25/06/2024 alle 09:59
 
Grazie a te cara amica. Buonmartedi
Inviato da: paperino61to
il 25/06/2024 alle 09:58
 
Buongiorno :)
Inviato da: elyrav
il 25/06/2024 alle 09:52
 
Buon inizio settimana :)
Inviato da: elyrav
il 24/06/2024 alle 08:25
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi del 05/10/2018

 

La villa del mistero ( capitolo otto)

Post n°2399 pubblicato il 05 Ottobre 2018 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi e Perino ospiti in una villa a Mondovì sono malgrado loro costretti ad indagare sul caso di un presunto suicidio e di una scomparsa. Appare subito chiaro ai poliziotti che vi è qualcosa di poco chiaro, a cominciare dal fatto che il dottor Fasotti, medico di famiglia, non ha eseguito l'autopsia su Adele, figlia del proprietario della villa, l'avvocato Gedina e sulla seconda moglie di quest'ultimo. Inoltre la domestica scomparsa era in cinta. I due poliziotti subiscono un attentato e si salvano per miracolo, l'assassino è uno dei presenti della villa, e Berardi non ha dubbio in merito. Scopre anche un altro segreto, Umberto il domestico, nasconde il cognato ferito in una stanza segreta. L'ipotesi che nella bara vi sia il corpo di Betty e non quella di Adele , la domestica scomparsa viene confermata dopo l'apertura della stessa. Dopo una telefonata al notaio di Gedina, Berardi viene a sapere che un misterioso personaggio ha consegnato alla portinaia dello stabile un nuovo testamento facendosi spacciare per Gedina, cosa falsa visto che l'avvocato era alla villa per le non perfette condizioni di salute. 

 

La descrizione che mi dà il notaio non porta a nulla, chi sostituiva la portinaia non ha fatto molto caso, a parte il fatto che la voce sembrava camuffata, come se si sforzasse di farla passare per maschile.

Rimango interdetto, nella villa ci sono tre donne sole e l’unica che potrebbe guadagnare da un cambio di testamento potrebbe essere la moglie dell’avvocato. Per arrivare fino a Mondovì con tutta la neve caduta era un’impresa non da poco, a meno che lei non abbia avuto un complice in quella città; ma anche in quel caso come ha potuto avvisarlo di portare il falso testamento visto che solo il domestico sapeva del ripristino della linea telefonica?.

Chiamo il mio ufficio e domando di mandarmi urgente il dottor Stresi:” Neve o non neve deve venire qui! Ecco l’indirizzo…”.

L’avvocato mi sta cercando, mi reco da lui con mille pensieri in testa.

“Buongiorno commissario, scusi se l’ho fatta chiamare, oggi è un brutto giorno per me…per mia moglie Elsa…oggi seppelliamo…Adele”.

“Avvocato, mi creda a quello che sto per dirgli, potranno sembrare le parole di un pazzo, ma non è così”.

“Cosa vuol dire? “ il volto sta diventando rosso di collera e la voce se prima era flebile ora è squillante.

“Ho richiesto l’intervento del dottore della medicina legale di Torino, arriverà a breve il dottor Stresi. Nella bara non c’è il corpo di sua figlia ma bensì della domestica scomparsa”.

L’uomo mi guarda con stupore, farfuglia che sono pazzo, che non so cosa dico, urla di andarmene dalla villa immediatamente. Rispondo che è stato perpetrato un delitto, oltre che ad avere attentato alla mia vita e a quella del mio collega c’è anche un’altra persona in fin di vita :”Il fidanzato della sua domestica, evidentemente ha visto o scoperto chi era l’assassino della sua ragazza”.

L’avvocato si copre il volto con le mani poi mi domanda : ” Mio Dio…lei è sicuro di questo, che Betty sia stata uccisa?”.

“Si! Quello che però non capisco è perché indossa un abito di sua figlia”.

“Forse è ora di dire  la verità su Betty e Adele. Per troppo tempo ho taciuto… vede commissario, sono sempre stato restio a parlarle, manco Umberto che considero uno di famiglia, come se fosse un fratello conosce questa storia. Era ancora in vita la mia povera prima moglie, quando…insomma ho avuto una relazione con un’altra donna, lei abitava a Monastero Vasco, da questa relazione nasce Betty”.

L’uomo riprende fiato, cerca di mettere in parole i ricordi che le passano per la mente.

“Purtroppo la mamma di Betty muore al momento del parto, non me la sono sentita di lasciare la bimba ai frati e l’ho portata a vivere con me. A mia moglie dissi che l’avevo trovata sulla porta del notaio e che in quell’istante avevo deciso di adottarla”.

“ Adele sapeva di avere una sorella?”.

“Si, intorno ai vent’anni glielo dissi, non potevo più lasciarla all’oscuro, subito rimase perplessa non credeva alle mie parole, ma poi capì che non stavo affatto mentendo. Rispose che per lei Betty l’aveva sempre considerata come una sorella. Feci promettere di non parlare con nessuno di questo segreto neanche alla mia seconda moglie”.

“Immagino che anche Betty fosse al corrente di questa cosa?”.

“Si, parlai con lei il giorno dopo alla presenza di Adele. Ricordo ancora come si abbracciarono e piansero in quel momento. Anche lei giurò di non farne parola con nessuno”.

Concluse i suoi ricordi pregandomi di trovare l’assassino della figlia a qualunque costo.

Il dotto Stresi arriva alla villa verso metà pomeriggio.

“ Bene Berardi, ora anche i morti del cuneese mi appioppa…ma mi dice che gli ho fatto per volermi così male? Forza mi dica dove si trova questa povera ragazza”.

Il dottore conferma la mia ipotesi, è stata uccisa con un colpo di pistola di piccolo calibro:” Da donna oserei dire” e mi mostra il proiettile estratto.

Poi con Umberto lo accompagno nella stanza nascosta a visitare il ragazzo di Betty.

“Fategli prendere queste pillole, cambiate la fasciatura ogni due ore, il chinino solo se ha ancora la febbre. Anche qui Berardi mi spingo a dire che il proiettile è dello stesso calibro che ha ucciso la ragazza, solo che per fortuna sua è uscito senza ledere organi vitali”.

Convoco le persone presenti nella villa in sala, compreso i domestici, l’avvocato è nervoso, sa che la verità sulle sorelle verrà a galla, non potrà più nasconderlo.

“Signori, quanto sto per dirvi potrà piacervi oppure no, non sto parlando da ospite magari pure non gradito, ma da commissario di polizia”.

I presenti tranne Gedina si guardano in faccia e qualcuno domanda cosa voglio dire.

“ C’è stato un omicidio!”.

Il brusio si fa forte.

“Vi prego signori, un attimo di attenzione e fate silenzio. Quando siamo arrivati, a me e al mio collega avete detto che eravate in lutto per la morte della signorina Adele, figlia dell’avvocato e per la scomparsa della sua fidata domestica Betty. Ebbene, indagando con descrizione su richiesta di una persona qui presente, ho scoperto che nella bara non vi è il corpo di  Adele ma bensì quella di Betty!”.

A questo punto il brusio diventa un fiume in piena, per fortuna l’avvocato mi da una mano per contenerlo, e chiedendo scusa a tutti i presenti e soprattutto alla seconda moglie ed a Umberto, confessa chi era veramente la domestica.

La moglie senza proferire una parola esce dalla stanza sconvolta seguita dal dottor Fasotti, ma quest’ultimo lo faccio bloccare da Perino.

“Mi spiace dottore ma io e lei dobbiamo parlare”.

“Non ho nulla da dire! E ora se le spiace vado a…”.

“Lei non andrà da nessuna parte, ci penserà dopo a consolare la signora”.

“Come si permette?”.

“Si segga dottore ed è meglio che mi dica la verità. Lei è stato l’unico ad entrare nella stanza di Adele, non ha permesso a nessuno di entrare, manco alla signora Elsa, come mai?”.

“Io…io avevo a cuore la salute di lei e di suo marito, Gedina come lei sa non sta affatto bene, uno shock del genere l’avrebbe debilitato ancora di più…e la signora…non volevo farla soffrire ancora di più di quanto stia soffrendo per il marito”.

“Nobile d’animo vedo, bravo dottore un cavaliere d’altri tempi. Ora però mi spieghi perché ha detto a tutti, compreso al sottoscritto che la ragazza si è uccisa con i barbiturici? E soprattutto come mai non ha detto che non era Adele la vittima ma Betty, sua sorella?”.

“Io…non so, quando ho visto che era stata uccisa, mi sono spaventato…ecco si spaventato, ero sconvolto. Ho visto sul comodino il contenitore dei barbiturici ed ho detto che era meglio dire che si era suicidata”.

L’uomo sta mentendo, lo capisce pure un bambino.

“Prendiamo per buono questa sua spiegazione, ma non mi dica che non ha riconosciuto la domestica anziché la signorina Adele!”.

“Ecco…io…”.

“Non dire nulla! Se il commissario vuole interrogarti deve avere un mandato di arresto! E in quel caso chiamiamo un avvocato serio non come mio marito!”. La voce della moglie di Gedina risuona in tutta la villa.

“Nessun problema signora…Perino chiama Mondovì e spiega loro la situazione…due mandati di comparizione, ovviamente l’altro mandato può immaginare per chi sia”.

“Lei è un maledetto…” non finisce la frase che la donna esce dalla stanza sbattendo la porta.

Gedina è stravolto, respira a fatica, ma con voce flebile mi domanda scusa per la moglie, poi guarda il medico e lo implora di dire tutta la verità.

“La verità signor Gedina è molto semplice, io sono convinto che sua figlia Adele sia ancora viva, e se prima pensavo fosse stata rapita, ora sono certo che è complice in qualche modo del medico e di sua moglie, non è forse vero Fasotti?”.

Il medico non alza manco più la testa, ripete che lui non c’entra nulla con la morte di Betty, che non ha fatto nulla, è stato obbligato ad eseguire gli ordini.

“Chi lo ha imposto? Per Dio parla…ti ho accolto come un amico in casa mia…parla maledetto!” urla l’avvocato senza ottenere una benché minima risposta.

Da parecchie ore la neve ha smesso di scendere e un timido sole si è affacciato.

I mandati di arresto arrivano dopo un’ora circa, gli agenti caricano sul furgone sia il medico Fasotti che la moglie dell’avvocato, la loro destinazione è la questura di Mondovì. Ordino a Perino di rimanere alla villa per la sicurezza dell’avvocato e di richiedere dal comune la planimetria della casa, mentre ad  Umberto ordino di portare in una stanza più accogliente il ragazzo della domestica uccisa.

“Vengo con lei commissario…è pur sempre mia moglie, ho il diritto di sapere il perché ha ucciso Betty”.

L’interrogatorio dura a lungo ma senza portare a nulla di concreto. Il medico è come un automa, ripete sempre che lui non c’entra nulla, mentre la moglie dell’avvocato si rifugia nel più assoluto silenzio. Neanche la preghiera del marito che la esorta a parlare la porta a dire qualcosa.

Usciamo dalla questura piuttosto sconsolati, domando all’avvocato se si sente di andare dal notaio.

“Dobbiamo fargli aprire il testamento ricevuto dall’impostore, è l’unico modo per capire il motivo della morte di sua figlia e della sparizione della sorella”.

Il notaio ci accoglie nel suo studio, rimane di sasso quando l’avvocato gli racconta gli avvenimenti accaduti.

“Non potrei aprire un testamento con in vita ancora il soggetto e davanti ad estranei, ma di fronte a quello che mi avete raccontato non posso fare a meno di accogliere la vostra richiesta”.

Consegna la busta sigillata all’avvocato, il quale la apre e la prima cosa che nota è la firma, identica alla sua o almeno gli assomiglia tantissimo. Poi legge il finto testamento e sobbalza sulla sedia: “ Lascio tutte le mie eredità a mia figlia Adele, la quale essendo unica erede ecc…”.

“Ma è falso…assurdo! Adele sapeva benissimo della sorella Betty e che la mia eredità sarebbe stata divisa tra loro, e il restante tra mia moglie e i domestici”.

Confronto la firma falsa con l’originale, sono simili anche se la “a” finale mi sembra un tantino diversa.

“Chiedo una perizia immediata, nel frattempo il notaio non terrà affatto conto di questo nuovo testamento, lo può fare?”.

Il notaio risponde di si, anche perché il soggetto interessato, ovvero l’avvocato Gedina, nega con forza di averlo scritto.

“Avete in casa una macchina da scrivere?” domando a Gedina.

Ci pensa un attimo poi risponde di si: “ Non ricordo se è nel mio ufficio in villa o se…aspetti commissario, ricordo che la prese mia moglie: “ Il dottor Fasotti ne ha bisogno mi disse, ti spiace se gliela imprestiamo per qualche giorno?”.

“ Quando accadde questo fatto?”.

“Credo un paio di giorni prima che lei arrivasse alla villa, so che mi sarebbe servita per una pratica da trascrivere, ma non essendo urgente avevo deciso di rimandarla”.

Torniamo nella villa e domando se ci sono novità, Perino mi risponde  di chiamare Stresi è all’ospedale di Mondovì, dove ha eseguito l’autopsia sulla domestica.

“ Bene dottore mi dica, qualche novità?”.

Il dottore conferma che è stata uccisa da un proiettile sparato a distanza ravvicinata: “Senza esitazione posso dirgli commissario che la pistola è di piccolo calibro, quelle che usano le donne, tanto per capirci”.

( Continua)

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963