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Messaggi del 11/10/2018

 

La villa del mistero ( capitolo decimo)

Post n°2402 pubblicato il 11 Ottobre 2018 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi e Perino loro malgrado vengono costretti ad indagare in una villa dove hanno chiesto ospitalità, sorpresi da una tormenta di neve dalle parte di Mondovì. Una ragazza si è suicidata, Adele, figlia del proprietario Gedina, e Betty, una domestica scomparsa. Mettendo insieme i vari pezzi, Berardi ipotizza che nella bara non ancora tumulata, vi sia la domestica e con l'aiuto di Perino e Umberto( domestico della villa), viene aperta dando così certezza alla sua ipotesi. I sospetti si concentrano sul medico di famiglia Fasotti e sulla moglie di Gedina. Il medico è reticente nel rispondere al perchè non ha permesso a nessuno di vedere il corpo di Adele. Inoltre dal notaio di Gedina, ha saputo che qualcuno ha fatto arrivare allo studio un falso testamento. Gedina confessa che Adele e Betty erano sorelle, quest'ultima l'ha avuto da una relazione al di fuori del matrimonio. La donna partorendo è morta e Gedina l'ha portata a casa sua. Berardi chiede l'intervento della questura di Mondovì e fa arrestare Fasotti e la moglie di Gedina, sua amante e complice in questo delitto. Inoltre con una planimetria riesce a scoprire dove si trova l'assassino. 

 

 

L’avvocato è incredulo a quanto sto dicendo, guarda la moglie ma lei distoglie lo sguardo, i suoi occhi sono velati di odio verso di me.

“Il falso testamento viene portato al notaio dalla stessa Adele, visto che sia Fasotti che la moglie dell’avvocato non potevano muoversi dalla villa data la mia presenza. No, avvocato sua figlia è sempre stata all’interno della villa, ho chiamato il catasto e mi sono fatto mandare una copia della planimetria della villa ed ho scoperto una cosa interessante. Il soppalco dove lei anni prima aveva fatto chiudere la botola con un lucchetto, era aperto, ed è qui che si è nascosta per tutto questo tempo sua figlia Adele”.

Chiamo un collega dicendo di andare a prenderla. La ragazza entra ammanettata, il suo sguardo va dritto al padre il quale con un filo di voce domanda se è vero quello che ho raccontato.

Non lo degna di risposta, i suoi occhi sembrano vagare in un posto che solo lei sa dove sia. Penso che il seme della pazzia l’abbia ghermita per sempre.

Poi guarda il medico e la matrigna e con aria sprezzante dice: “Siete più bravi come amanti che come complici”.

Il padre si alza, vuole darle uno schiaffo ma le forze lo abbandonano.

Ordino di portarli via tutte e tre. L’avvocato mi domanda cosa può rischiare Adele, rispondo che non lo so, con un buon avvocato potrebbe passare il resto della sua vita in manicomio, per gli altri sicuramente un bel po’ di anni in galera.

“Degli altri anni non mi importa, mia moglie Elsa è morta oggi, ma mia figlia…mi scusi se non l’ho ancora ringraziata commissario, ora se mi permette vado a chiamare un mio amico di Cuneo, fa l’avvocato…addio e grazie ancora”.

Usciamo dalla villa, la nostra auto è stata recuperata ed aggiustata. Perino si inchina e prende un fiocco di neve. Domando se è tornato bambino, mi risponde: “ Questa neve per la prima volta da quando siamo qui non è ricoperta di sangue”, poi la lascia cadere, il rumore della macchina ci allontana da quella villa e dalla sua tragedia assurda.

 

                                        Fine

Un grazie di cuore a tutti voi che mi avete seguito in questa indagine del commissario.

 
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