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Come "nasce" il commissario Berardi

Post n°2404 pubblicato il 17 Ottobre 2018 da paperino61to

Alcuni di voi mi hanno domandato da dove nasceva il personaggio del commissario Berardi, a parte leggere i “gialli” del calibro di S.Holmes, Nero Wolfe, Maigret e del Giudice Dee, direi che l’idea di creare questo personaggio è nata dall’aver visto lo sceneggiato televisivo del Commissario De Vincenzi con il grande Paolo Stoppa.

Sarebbe meglio dire averlo visto in dvd, visto che la serie è stata trasmessa nel lontano 1974.

Inoltre avevo in mente di raccontare delle indagini con un commissario, ma farlo “vivere” ai giorni nostri mi sembrava troppo scontato, troppo facile e poco “vintage”.

Ecco allora l’idea di mandarlo indietro nel tempo, negli anni bui del nostro paese, anni compresi tra il 1923 al 1945. Gli anni del fascismo, della violenza verso chi non la pensava come il Duce e i suoi devoti, dell’entrata in guerra e con tutto quello che ne consegue.

Documentarsi non è facile credetemi, ancora adesso sono alla ricerca dello stradario di Torino di quegli anni. I nomi di molti corsi  o vie sono cambiate da allora, ed è facile cadere nell’errore vanificando il racconto che uno scrive.

Ma parliamo dello spunto che ha dato origine al commissario Berardi, tra l’altro il nome non è stato ispirato dal calciatore del Sassuolo, non sapevo manco che esistesse un giocatore con questo cognome, è stata una scelta dopo aver visionato alcuni “citofoni” nelle mie passeggiate, ed alcuni di loro sono stati personaggi nelle indagini che avete lette.

Il commissario De Vincenzi è una serie televisiva poliziesca prodotta e trasmessa dalla Rai sul in due stagioni distinte nel  1974  e nel 1977.

La figura del commissario Carlo De Vincenzi (cinquantenne funzionario di questura, sorta di antieroe) era ispirato al personaggio letterario creato dallo scrittore Augusto De Angelis, autore negli anni trenta di una serie di  romanzi di genere poliziesco che risultarono invisi al fascismo e purtroppo per l'autore patì le persecuzioni del regime tanto da morirne nel 1944. Alcuni dei suoi scritti vennero pubblicati o ripubblicati postumi ad inizio degli anni sessanta, e da essi furono ricavate le serie televisive con taglio dello sceneggiato di stile teatrale-televisivo.

Le sceneggiature dei diversi episodi erano ambientati, come i romanzi polizieschi da cui erano ricavati, nell'Italia degli anni trenta posta sotto il regime fascista.

Nella prima serie De Vincenzi è in forza alla Questura di Milano, è scapolo (in un episodio compare una nipote) e vive con una governante, Antonietta (interpretata da Gina Sammarco); il suo principale collaboratore è il Vice Commissario Sani (Franco Ferri).

Nella seconda serie, invece, De Vincenzi, che in tutti gli episodi non nasconde la sua avversione per il regime, è trasferito a Roma per l'intervento del Questore (Renzo Giovampietro), suo antico commilitone, che così gli evita un trasferimento punitivo a Carbonia. In questa serie De Vincenzi è ospite presso la Sig.ra Biagini (interpretata da Anna Miserocchi), una musicista appassionata di astrologia che si informa sulle indagini in corso e dà suggerimenti. Alla Questura il suo aiutante è il Vice Commissario Renzi (interpretato da Valentino Macchi).

 

Come potete notare anche il commissario Berardi non nasconde affatto la sua avversione verso il fascismo, e nonostante i “capoccioni” sia locali che a Roma lo sappiano, non possono fare altro che prenderne nota e esprimere un rammarico in tal senso, ma con senso di giustizia non prendono provvedimenti, perché sanno che il commissario è ligio e integerrimo nel suo lavoro .  

A come collaboratori, Tirdi e Perino, due validi agenti, Mamma Gina , proprietaria di una trattoria e che tratta Berardi come se fosse un secondo figlio, e Maria, la fidanzata conosciuta in un’indagine. Nella sua lotta contro la criminalità hanno fatto la comparsa  alcuni personaggi esistiti realmente, a partire dal Ministro della Giustizia Farinacci, ad arrivare al Direttore del Museo Egizio di Torino.

 

 

 

 

 

 

 

 
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