Creato da: paperino61to il 15/11/2008
commenti a caldo ...anche a freddo..

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Gennaio 2020 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

Citazioni nei Blog Amici: 88
 

Ultime visite al Blog

paperino61tocassetta2elyravnomadi50rigo0DoNnA.Srbx1dglg1b9racatossrickydem91_2prefazione09H.xymisteropaganoDott.Ficcaglia
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi del 22/01/2020

 

La bambina rapita( Prima indagine del commissario Berardi Capitolo quarto)

Post n°2542 pubblicato il 22 Gennaio 2020 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi narra ai suoi collaboratori la sua prima indagine. Una bambina di cinque anni rapita in zona Madonna di Campagna, i sospetti sia del commissario Boscolo e del suo vice Berardi si concentrano sul padre della piccola. Sospetti infondati durante un pedinamento fatto dallo stesso Berardi e da un suo collega. Nel frattempo arriva una richiesta all'uomo di cedere la sua cascina a una misteriosa persona. Richiesta anomala in un rapimento. Un dipendente della cascina porta in commissariato una macchina da scrivere trovata in un fossato vicino alla cascina, viene anche a sapere da costui che la cascina ha un'altra uscita situata nella stalla dove una persona potrebbe uscire senza esser vista.

 

Prendo un foglio di carta e lo inserisco nel rullo della macchina da scrivere. I tasti, quei pochi che sono ancora intatti, sono funzionanti, evidentemente qualcuno ha pensato bene di distruggerli. Scrivo alcune parole, poi confronto il foglio con la lettera che abbiamo ricevuto in commissariato.

Un sorriso compare sul mio volto, le lettere che compongono le frasi sono uguali. Prendo i due fogli e mi reco alla cascina.

Chiedo a Siesi di mostrarmi le lettere ricevute e noto che i caratteri sono uguali. Non c’è ombra di dubbio, è la stessa macchina da scrivere con cui i rapitori hanno scritto le loro richieste. Telefono in cascina e domando se in casa ne hanno una.

“Certo, la usa mia moglie, si diletta a scrivere racconti per Martina. Venga gliela faccio vedere”.

Entriamo in casa, ma Siesi con stupore nota che la macchina non c’è più, al suo posto un vaso di fiori.

“Com’è possibile, era qui ieri sera, glielo giuro, l’ho vista con i miei occhi...” chiama la moglie.

La donna arriva e quando mi vede il suo sguardo diventa di ghiaccio.

Risponde a mono sillabi alle domande del marito.  Mi congedo da loro con una convinzione , la donna nasconde qualcosa e quel qualcosa non è altro che la bambina rapita.

Nell’uscire incontro la persona  che mi ha accennato dell’altra uscita della cascina e gli domando di accompagnarmi alla porticina che mi aveva accennato.

“Però non voglio farmi vedere che entro nella stalla”.

“Meglio che faccia finta di uscire, poi rientra. Lo vede quel carro con il fieno sopra? Si nasconda di fianco e cerchi di seguirmi io vado più adagio che posso verso la stalla”.

L’uomo mi indica dove si trova la porticina. E’ chiusa a chiave ma non mi da impressione che sia chiusa da anni.

“La chiave è sempre stata appesa a quel muro, strano che non ci sia, qualcuno l’avrà presa”.

Chiedo un ultimo favore: di avvertire un paio di miei colleghi di venire immediatamente qui.

“ Inoltre dica  agli agenti di nascondersi in mezzo al campo e di seguire la persona che esce, io nel frattempo mi nascondo dietro un paio di balle di fieno a ridosso del muro”.

Confido nel mio intuito che  se la moglie di Siesi è coinvolta nel rapimento, non tarderà ad uscire di qui per andare da eventuali complici.

Così è, infatti la donna compare dopo mezz’oretta. Si guarda intorno guardinga, poi cammina decisa fino alla portina, tira fuori dalla tasca una chiave, la apre e poi la richiude in fretta. Attraverso la stalla di corsa ed esco dalla cascina, quando arrivo sulla stradina vedo la donna seguita da un paio di agenti. La donna è ferma sul ciglio della strada e sta aspettando qualcuno.

Raggiungo i miei uomini, spiego il mio piano:”Blocchiamo la donna e chi sta arrivando.

“Se li seguissimo?” domanda un’agente.

“Con che cosa, non credo si faccia in tempo ad andare a prendere l’auto in commissariato” rispondo.

“Noi siamo arrivati qui in auto, corro a prenderla”.

La fortuna è dalla nostra parte, l’auto che preleva la donna arriva parecchi minuti dopo, dando così il tempo alla nostra auto di arrivare prima e di fermarsi a ridosso della strada con il nostro uomo che faceva finta di avere problemi al motore.

“ Eccola che arriva, seguila senza farti scorgere”.

Arriviamo a Borgaro Torinese, l’auto che ci precede devia dalla strada principale. Dopo una decina di minuti si ferma, la donna scende assieme a un uomo ed entrano in una pensione.

“Forza ragazzi, siamo alla fine della storia”.

Entriamo anche noi, al proprietario chiedo il numero di stanza della donna. L’uomo dapprima si indigna dicendo che non è entrata nessuna donna, ma dopo aver visto il tesserino di polizia si calma e risponde alle mie domande.

“Chiama Boscolo e digli di venire qui…digli di portare anche Siesi con sé”.

Salgo al primo piano : “Numero 4, eccola qui…non credo che ci siano pericoli, ma meglio esser pronti”.

Gli agenti sfilano la pistola dalla fondina. Busso e una voce mi domanda cosa voglio.

“Sono il postino, c’è una lettera per la signora”.

Risponde di metterla sotto la porta.

 “E’ da firmare”.

La porta si apre, compare il volto di Laura Siesi.

“Buongiorno signora, le spiace se io e i miei uomini entriamo?”.

La donna inizia ad inveire, l’uomo che è con lei domanda chi siamo e cosa vogliamo.

Un’altra donna fa capolino da una stanza, accanto a lei una bambina di cinque anni.

“Mettetevi comodi signori, tra poco arriva il mio superiore e con lui il marito della signora, ho l’impressione madame che dovrà darle qualche spiegazione”.

“Voi…voi non potete entrare qui, non avete un mandato”.

“Mandato? Ma noi siamo in visita amichevole signora, vero ragazzi?”.

L’uomo con nonchalance cerca di guadagnare l’uscita ma è bloccato da un’agente.

“La prego si segga, non complichi ancora di più la sua posizione”.

Sento dei passi salire per le scale, Boscolo e Siesi sono arrivati.

“Papà” urla la piccola correndogli incontro.

Poi guarda le due donne presenti e l’uomo balbetta qualcosa, è incredulo, si domanda cosa stia succedendo.

 “Signor Siesi meglio che si sieda e anche voi signori e signore. Cercherò di esser breve. L’uomo qui presente non è altro che l’amante di sua moglie e il futuro compratore della sua cascina, dico bene signora Laura?”.

“Come si permette di insultare questa donna?” grida l’uomo.

“Si calmi, signor…a proposito non ha ancora detto il suo nome, ma poco importa, lo dirà in commissariato. Sua moglie, signor Siesi, ha una relazione con questa persona e vuole moglie la separazione, ma sa bene che facendo così, non avrebbe diritto al mantenimento ne tantomeno alla bambina. Non credo di sbagliare dicendo che Martina è affezionata più a lei che alla madre”.

“Non è vero…Martina vuole bene a me, dillo cara…”.

Ma la bambina non si stacca dal padre, è abbracciata alla sua gamba.

“Allora concepisce con il suo amante un piano, far credere che la piccola sia stata rapita. Batte a macchina le lettere di minaccia e le condizioni del riscatto, poi quando capisce che ci stiamo avvicinando alla persona che ha mandato queste missive, decide di accelerare i tempi venendo a prendere sua figlia. Sicuramente avrebbe cambiato luogo di prigionia, seguita dall’altra donna che fungeva da tata”.

“Mio dio, Laura dimmi che non è vero? Guardami…”.

La donna non dice nulla, il suo sguardo è perso nel vuoto. L’amante si stringe la testa tra le mani, e la tata piange a dirotto. Rischiano entrambi diversi anni dicarcere per il rapimento della bambina.

“Bravo Berardi, farai strada ne sono sicuro”  dice  Boscolo mentre ritorniamo al commissariato.

“Però non capisco perché la donna sia venuta da a noi a denunciare la scomparsa della bambina?”.

“Credo commissario, che nel suo folle piano voleva dare la colpa al marito della sparizione. Il modo di comportarsi di Siesi , la presunta amante, il fratellastro delinquente, tutto dava adito a dubitare di lui. Indirizzare la nostra inchiesta contro queste persone, dando a lei il tempo di portare avanti il suo piano”.

Il giorno dopo Boscolo convoca il giornalista e racconta per filo e per segno tutta l’indagine.

Tirdi e Perino si complimentano con me, hanno gli occhi lucidi al pensare alla povera Martina in balia di una madre del genere.

“ Ora che vi ho raccontato la mia prima indagine che ne dite di tornare a casa, domani mattina lo sapete che ci aspetta un’altra giornata di duro lavoro?”.

                                                Fine                                          

Un grazie a tutti voi e come si dice: alla prossima indagine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963