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Messaggi del 16/05/2023

 

Indagine al buio (5)

Post n°3066 pubblicato il 16 Maggio 2023 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi è rimasto ferito gravemente ad un conflitto a fuoco. La sua degenza all'ospedale è stata lunga. Finalmente viene dimesso, ma non è fuori dalla guarigione il rischio che rimanga cieco è concreto nonostante il parere del medico. Berardi è attanagliato dalla paura e dal fatto che se così fosse sarà sulle spalle di Maria il proseguo della loro vita. Durante un colloquio in ospedale con Perino viene a sapere che è stato ritrovato un corpo senza vita, la vittima non aveva documenti addosso, inoltre il volto è deturpato a tal punto che non lo si identifichi. Il commissario ha come un presentimento, alcune sere prima una persona era entrata nella sua stanza di ospedale a chiedere aiuto per poi scomparire dopo alcuni minuti. Pensava che fosse un sogno ma ora non lo crede più.inoltre sbrogliando la valigia viene trovato un foglio con su scritto: "l'uomo ritrovato è stato ucciso".

 

 

Perino arriva di gran corsa domandomi cosa sia successo.

“Tranquillo amico mio sto bene, la signora ha trovato questo biglietto, era dentro la borsa che avevo all’ospedale”.

Dopo averlo letto: “Potrebbe essere uno scherzo”.

“Nei sei convinto?”.

“No commissario, non credo, ho solo considerato questa possibilità”.

“A chi si riferisce con la frase  è stato ucciso un uomo”.

“Chi lo sa…a meno che…a meno che non si tratti dello sconosciuto ritrovato una settimana fa e di cui non sappiamo ancora nulla”.

“Potrebbe essere, non hai novità in merito a questo tizio?”.

“Niente di niente, il suo amico redattore ha scritto un paio di righe sull’accaduto dove si prega di avvisare la polizia se qualcuno avesse notizie di persone scomparse”.

Rifletto su dove è stato ritrovato il corpo, alle spalle dell’ospedale dov’ero ricoverato.

“Se questa persona fosse la stessa che mi ha domandato aiuto? Pensaci bene Perino, non sarebbe campata in aria questa ipotesi”.

“A questo punto non lo sarebbe, visto che anche dal referto del medico legale si da adito a sospetti”.

“La vittima non ha proprio nulla che possa aiutarci ad individuarlo?”.

“Mi faccia pensare…sul corpo ha un paio di cicatrici. Il dottore ha detto che una può essere stata inferta da un oggetto appuntito, tipo coltello o spada. Le altre due sono state fatte da pallottole, da un fucile…posso fare una chiamata al medico legale?”.

“Commissario, mi sembrava di ricordare che aveva inciso sulla pelle un nome, Stresi me lo ha confermato”.

“Un tatuaggio intendi dire?”.

“Si! Il nome inciso è Adua”.

Rimango perplesso, sembrerebbe un nome di donna, anzi lo è di sicuro, quello che non riesco a ipotizzare sono le ferite.

“Il nostro uomo quindi è stato ferito, ma non è morto. Ora concentriamoci sul perché un uomo può essere stato vittima di un attentato”.

“Finito in un giro malavitoso oppure un marito geloso, possono essere tanti i motivi commissario per cui quell’uomo ha queste ferite”.

“Sul giro malavitoso credo poco e sai perché? Di solito quella è gente che non sbaglia, porta sempre a compito l’assassinio e di sicuro non buttando la vittima da un ponte. Sulla tresca può essere, ma un marito che fa? Si prende la briga di usare un coltello e poi di sparargli con un fucile?”.

“E se il nostro amico fosse finito in mano ai…?”.

“Non si può escludere del tutto, ma anche qui non credo, perché prendersi la briga di buttarlo dal ponte? Sappiamo che i nostri amici miliziani se decidono di farti sparire lo fanno per bene”. Perino torna in ufficio con le idee ancora più confuse di prima e non posso dargli torto. La signora Desio mi accudisce come fossi suo figlio, è una brava donna. Io a poco a poco mi sto abituando alla mia invalidità, devo per forza abituarmi, di fronte a Maria e ai miei amici faccio finta di essere ottimista, ma dentro di me non lo sono per nulla.

Le giornate passano lente, esco di tanto in tanto accompagnato sempre dalla Desio e quando Maria è libera dal lavoro da lei.

Anche se siamo solo a fine febbraio il sole è caldo ed è piacevole uscire.

“Che dici Marco, andiamo a trovare mamma Gina?”.

“Perché no? Mi farebbe piacere vede…sentire la sua voce”.

Attraversiamo la piazza e ci rechiamo alla locanda di mamma Gina, la quale appena ci vede entrare, esce dalla cucina mettendosi a gridare dalla gioia nel vederci.

“Venite ragazzi, ho un tavolo libero. Ecco, così commissario si segga l’aiuto io, bravissimo. Allora cosa posso offrirvi?”.

“Che dici Maria se ci prendiamo il dolce della casa?”.

“Oggi abbiamo il bonet, vi porto doppia razione a testa”.

Gustiamo il dolce in silenzio, il suo sapore e il suo gusto lo esige. Mamma Gina si è superata con questa prelibatezza.

“Allora commissario come va?”.

“Facciamo andare, la prossima settimana ho una visita da uno specialista…”.

“Vedrà che andrà bene, Dio veglia su di lei. Io ogni sera prego per questo giovanotto”.

Maria ringrazia e ammette che anche lei prega.

 

Usciamo dal locale e lentamente torniamo a casa. Uno strillone urla: “Ricordiamo i valorosi di Adua”.

Quella frase mi blocca di colpo, chiedo a Maria di andare a comprare il giornale.

“Ho finito Marco, ma posso domandarti perché hai voluto che leggessi questo articolo?”.

Gli racconto i fatti elencati da Perino.

“Perché ho capito cosa voglia dire quel tatuaggio su quella persona ritrovata sotto il ponte Balbis”.

 “Perino mi aveva accennato a un tatuaggio con un nome: Adua. Abbiamo pensato a una donna e invece sbagliavamo”.

“Ma perché ti interessa così tanto questa indagine? Non dovresti stare a riposo?”.

“Lo so Maria, ma ricordi di quella persona che venne a trovarmi di notte chiedendo il mio aiuto? Sono convinto che sia la stessa persona ritrovata morta”.

“Quindi non avevi sognato?”.

“No! Il fatto che il morto non aveva documenti con sé, è come se fosse invisibile”.

“Però se c’entra con i soldati a Adua, dovrebbe avere un nome non trovi?”.

“Si, ma il problema è come risalire a questo nome, il volto è stato sfigurato per non farlo riconoscere, quindi non possiamo manco avvalerci di una fotografia”.

“Sono sicura che ci riuscirete, sei o non sei il commissario Berardi? Dai forza ora andiamo a letto, devi riposarti…testone…riposarti e non fare indagini”.

L’indomani convoco a casa Tirdi e Perino e spiego loro la mia ipotesi.

“Se così fosse avrebbe un senso, ma perché ucciderlo?” mi domanda Tirdi

“Forse ha riconosciuto qualcuno del battaglione…” risponde Perino.

“Intendi dire un disertore?”.

“Potrebbe essere, è l’unica spiegazione plausibile”.

“Non hai torto Perino, al momento è quella più logica. Fate una cosa domandate una lista dei sopravvissuti ad Adua…chissà che non siamo fortunati e salti fuori qualcosa…se riuscite fatevi dare anche i nomi dei caduti e dei dispersi”.

“Commissario lo sa anche lei che non sarà facile i vertici militari non divulgano facilmente le liste”.

“Dammi il telefono, faccio una chiamata a chi di dovere”.

 (Continua)

 

 

 

 
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