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Riportiamo qui di seguito i verbali:

 

 

« Fioroni peggio della MorattiMaturità: studente scriv... »

Fioroni: ecco le nuove regole contro il bullismo

Post n°90 pubblicato il 11 Giugno 2007 da studente.romano
 

Dal Messaggero

di Maria Lombardi
ROMA (11 giugno) - Basta tolleranza, la scuola dall’anno prossimo sarà molto più severa con vandali e bulli, annuncia il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni. Chi imbratta e sfascia dovrà pulire e riparare, e le famiglie saranno chiamate a contribuire al pagamento dei danni. E chi commette reati rischia di perdere l’anno ed essere allontanato dalla scuola.

Ministro, si chiude un anno terribile per la scuola italiana: video-choc, violenze, atti di bullismo, droga. Come restituire autorevolezza a un’istituzione che appare sempre più debole?
«E’ vero, un anno terribile. Abbiamo assistito a un’escalation di violenze fisiche e verbali che ha superato i livelli di guardia. Si è trattato di pochi episodi che hanno coinvolto meno dello 0,025% degli studenti, una percentuale dunque irrilevante dal punto di vista numerico, ma gravissimi. Di una tale gravità che docenti e studenti hanno dovuto prendere coscienza che non si può più essere tolleranti. La tolleranza rischia di diventare assuefazione e di far prevalere la logica del “me ne frego”. Logica da respingere con fermezza. Con questa presa di coscienza, la scuola ha riscoperto negli ultimi mesi tre parole chiave: serietà, regole e merito. La serietà la stiamo vivendo in questi giorni con i nuovi esami di maturità, solo per fare un esempio. E ancora con i due decreti che regolamentano la galassia dei debiti e dei crediti. Come nella vita, non si esce dal luogo in cui si è contratto il debito senza averlo pagato».

Parliamo di regole, quelle che nelle scuole sembrano scomparse. Che fare per riportarle tra i banchi?
«Domani (oggi per chi legge, ndr) invierò al Consiglio nazionale della Pubblica istruzione per il parere di rito la modifica delle sanzioni disciplinari per studenti e docenti. Abbiamo la necessità di ripristinare nella scuola il concetto di regola, rispetto della norma e legalità. Chi rispetta le regole va premiato, chi non le rispetta va punito: questo è il principio che deve affermarsi».

Cosa prevedono queste modifiche?
«Si tratta di modifiche di due tipi che, per quanto riguarda gli studenti, andranno a cambiare nello statuto una serie di norme. I provvedimenti disciplinari avranno come finalità anche il recupero dello studente attraverso atti di natura sociale, culturale, e in generale a vantaggio della comunità scolastica. Vuol dire che se un ragazzo ha compiuto atti vandalici, per fare un esempio, non avrà solo la sospensione, ma dovrà anche riparare i danni. Il preside che ha imposto agli studenti di chiedere scusa con video su YouTube grazie a questa norma non rischierà più di incorrere in proteste. La sanzione disciplinare è in pratica finalizzata al recupero educativo. Inoltre, in presenza di reati commessi all’interno della scuola e nei casi di pericolo dell’incolumità della persona, la sospensione può essere superiore ai 15 giorni, non c’è limite di tempo».

Lo studente rischia così di perdere l’anno?
«Ma se un ragazzo accoltella il compagno in classe, è una preoccupazione quella di perdere l’anno? La norma è ancora più severa: nei casi di recidiva di atti di violenza grave, quando non siano possibili interventi per un recupero responsabile e tempestivo dello studente nella comunità, ci può essere l’esclusione dallo scrutinio finale, la non ammissione agli esami di stato, e nei casi più gravi l’allontanamento dalla scuola fino al termine dell’anno. Attenzione, non stiamo parlando di atti di bullismo leggero, per quei casi è sufficiente l’autorevolezza del docente che dovrà imporre il rispetto della regola. Stiamo parlando di reati come stupri e lesioni fisiche, di atti di violenza gravi o tali da generare allarme sociale».

Quando entreranno in vigore le nuove norme?
«Da subito, col nuovo anno scolastico. L’iter è finito, avuto il parere del Consiglio, le promulgo. E’ impensabile che in un paese civile la ragazza stuprata nei bagni debba abbandonare la scuola e gli stupratori possano restare in classe. Fino ad oggi poteva capitare così, dal prossimo anno non più. Insieme al ministro Turco stiamo inoltre modificando le procedure per imporre il rispetto del divieto di fumo, oggi l’applicazione è complicata, intendiamo snellire la procedura amministrativa».

Tra docenti e famiglie sembra esserci un clima di guerra. Come ristabilire il dialogo?
«Il pacchetto di modifiche di cui parlavo prevede anche un patto di corresponsabilità che la famiglia deve sottoscrivere al momento dell’iscrizione del figlio a scuola. Che vuol dire corresponsabilità di assumersi i meriti ed anche gli eventuali danni che i figli fanno. Se il ragazzo distrugge i banchi, allaga la scuola, la famiglia deve contribuire al pagamento del danno. Mi si dirà: è poco pedagogico. Ma io credo che la scuola debba educare istruendo insieme con la famiglia, e non contro. La famiglia oggi diventa terribimente esigente con la scuola perché è in crisi. Pretendiamo che i “no” che non riusciamo a dire a casa, li dicano i professori la mattina, pensiamo di acquistare autorevolezza facendo i sindacalisti dei nostri figli contro i professori. E questo assolutamente non va».

Cosa pensa del caso di Palermo? Ha fatto bene la professoressa a punire il ragazzo obbligandolo a scrivere per 100 volte “sono deficiente”?
«Bisogna dare la certezza allo studente e alle famiglie che le regole esistono per essere rispettate e i figli che non le rispettano avranno sanzioni. E insieme dare la sicurezza al docente che, nel momento in cui decide la sanzione per far rispettare la regola, può farlo senza che accada nulla. Se quell’insegnante non avesse fatto niente e avesse consentito al ragazzo di continuare a offendere il compagno, l’avrei reputata colpevole della colpa peggiore: quella di aver sposato la logica del “me ne frego”».

 
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