Un blog creato da maggiedeiconsorti il 13/11/2007

IL DEMOATEO

Se desideri un paese laico, democratico e rispettoso della costituzione, scegli DEMOCRAZIA ATEA

 
 
 
 
 
 
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di CIRO VERRATI
Libro NARRATIVA 200 pagine
Copertina Cartonato - Formato 12x18 - bianco e nero
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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VENEZIA, INCONTRO CON IL SEGRETARIO NAZIONALE DA

Incontro con il segretario nazionale di Democrazia Atea.

Se vuoi partecipare attivamente alle iniziative di Democrazia Atea, questo evento ti riguarda.
Se abiti in provincia di Venezia, o se comunque abiti in una zona dalla quale puoi raggiungere Venezia in tempi ragionevolmente brevi, partecipa all'incontro con Carla Corsetti, Segretario Nazionale di Democrazia Atea www.democrazia-atea.it . Contatta i tuoi amici, i tuoi colleghi di studio e di lavoro e tutte le persone che sono interessate a conoscere il Programma Politico. Non aspettare, il Paese è già in ritardo e il tuo contributo è importante!

 

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

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PER CHI ANCORA NON SAPESSE...

Post n°146 pubblicato il 02 Ottobre 2011 da maggiedeiconsorti

 
 
 

CAMPAGNA DI INFORMAZIONE

Post n°145 pubblicato il 02 Ottobre 2011 da maggiedeiconsorti

VOLANTINO

 
 
 

PERCHE' IL POPOLO ATEO STA A GUARDARE?

Post n°144 pubblicato il 11 Luglio 2011 da maggiedeiconsorti

Quali ragioni spingono un ateo - magari iscritto all'UAAR - a rinnegare i propri principi filosofici, quando gli viene data la possibilità di esternarli anche in campo politico? Non è dato sapere.
Quali ragioni lo inducono a rinnegare - in politica - tutto il suo patrimonio filosofico ed a rifiutare l'unico partito (DEMOCRAZIA ATEA) che ha trasformato in un programma politico, tutti quei concetti da libero pensatore (propedeutici all'attività socio-politica di un ateo), dimostrandosi anche l'unico partito "non asservito" al potere clericale? Non è dato sapere.
A mio avviso il nocciolo della questione si identifica in un comportamento qualunquista, finalizzato ad un "non interesse per lo stato". UN UOMO CHE NON SI INTERESSA ALLO STATO NON LO CONSIDERO INNOCUO, MA INUTILE.
Sono sicuro che questa mia considerazione, sarà causa di pesanti critiche nei miei confronti, ma mi sentivo in dovere di esternarla. 

 
 
 

LA NOSTRA PRIMA ASSEMBLEA NAZIONALE

Post n°143 pubblicato il 08 Luglio 2011 da maggiedeiconsorti

Sabato 25 giugno è stata una data storica per noi DEMOATEI, unici fautori di uno stato laico, democratico e rispettoso della costituzione.
Abbiamo messo il primo mattone. Il muro da costruire - per difenderci dall'ingerenza vaticana - dovrà essere alto e robusto, per cui si preannuncia un cammino lungo e difficile, ma noi non ci spaventiamo. Siamo coscienti che probabilmente i frutti di questo progetto, saranno a disposizione dei nostri figli e delle prossime generazioni.
Ma allora uno si chiede, perché? Perché comunque, dopo tremila anni di storia dove il potere clericale ha imposto la religione con metodi violenti - nel passato - e antidemocratici e anticostituzionali - in un periodo storico più recente - dove la religione è sempre stata attrice principale nella quasi totalità degli eventi, bisognava pur iniziare questo tragitto lungo e tortuoso verso il recupero della dignità e della libertà da ogni e qualsiasi forma di oppressione politica, sociale, razziale, e soprattutto, religiosa.
La prima assemblea nazionale di Democrazia Atea ci ha confermato delle sensazioni già percepite tramite il mondo internauta, segnali più che positivi. Ci ha evidenziato una forte presenza di giovani. Le nuove generazioni - checché se ne dica - non stanno a guardare, non sono passive davanti alle ingiustizie sociali, non vivono la propria vita passivamente e senza porsi domande, aspirano, giustamente, al riconoscimento di valori etici stabiliti dalle convenzioni internazionali sui diritti dell'uomo e non tollerano più regole imposta dall'etica cattolica.
Nel corso dell'evento si sono toccate problematica importanti, come l'aborto e la procreazione medicalmente assistita, approfondendo la tematica inerente il controllo - da parte della chiesa - sulla sessualità della donna. La Chiesa persevera nel suo piano diabolico - scusate il termine - di plasmare a suo piacimento il modello di "donna".
Il decimo comandamento dell'Esodo, la chiesa cattolica lo ha trasformato nel nono comandamento dividendo la proprietà della donna dalla proprietà della roba da parte dell'uomo. Con questa separazione la chiesa cattolica ha diviso la specie umana in incubi e succubi: chi possiede e chi può solo essere posseduta. E' una divisione che risponde ad una pulsione omosessuale. Il controllo della sessualità della donna per controllare la sessualità dell'uomo. La chiesa cattolica costruisce il suo modello di donna nel magnificat. Nel Magnificat i cristiani definiscono la donna. La donna che non solo obbedisce al proprio padrone, ma magnifica la sua obbedienza come gloria del padrone. Nel magnificat la donna cessa di essere una persona per diventare un oggetto. Esattamente come definita nell'Esodo che equipara la proprietà della donna al bue, all'asino e alla roba. Il modello di donna degli ebrei e dei cristiani è una non persona. Un soggetto che non ha diritti se non quelli di rivendicare di poter obbedire al proprio padrone: il diritto di essere schiavo; oggetto di possesso. Non esiste né fra gli ebrei né fra i cristiani il concetto di persona, soggetto di diritto, ma solo quello di oggetto di possesso La donna non solo è oggetto di possesso, ma oggetto d'uso. Esattamente come la roba o l'asino o la casa. Come oggetto d'uso è solo un "buco fra le gambe"
Purtroppo nei decenni la politica corrotta e collusa con il potere clericale, non ha fatto altro che legiferare in funzione di valori etico - religiosi imposti dalla chiesa (principalmente a discapito della donna). Questo perché tutti i partiti presenti sullo scenario politico sono privi di ogni riferimento filosofico e autenticamente laico e agiscono solo nell'interesse del loro unico obiettivo: l'esercizio del potere. E chi se non il vaticano può assicurarglielo?
E' per questi motivi che giudico davvero interessante l'intervento di una giovane demoatea che ha stigmatizzato l'importanza di mettere la donna nelle condizioni di prendere coscienza e conoscenza di quello che accade intorno a lei, chiedendo al movimento di agire in tal senso.
Giudico altrettanto interessante - e ancor più affascinante, perché la condivido - l'analisi sviluppata sulla tematica, dal nostro segretario Carla Corsetti, che in maniera lucida e sintetica ha spiegato che il nodo della questione, si concretizza sulla incapacità, da parte delle donne, di trasmettere il potere ai figli, capacità invece, che nell'arco dei secoli, gli uomini hanno imparato con vera maestria. "Dove sono finite le donne sessantottine, che andavano in piazza a gridare, l'utero è mio e me lo gestisco io?" Ha chiesto Carla a tutti i presenti. "Sono finite a portare le loro figlie all'altare con l'abito bianco, e prima ancora, in chiesa al battezzo, alla comunione ed alla cresima" Ha continuato Carla, dandosi la risposta da sola. Perché è successo? Mi chiedo io, perché le tradizioni impongono questo, e se non ti conformi alle tradizioni, appari diverso dagli altri!
E secondo me ha centrato in pieno gran parte del problema. La donna è il motore della società, lo conferma un antico detto africano che recita: "se formi un uomo, formi un individuo, se formi una donna formi una società". La donna, elemento fondamentale della famiglia, è per tradizione (per fortuna con le nuove generazioni ciò sta cambiando) la persona preposta all'educazione e alla formazione dei figli, per cui solo quando la donna saprà svincolarsi da retaggi culturali di vecchia data e avrà il coraggio di non preoccuparsi di quello che pensa la gente, relativamente ai comportamenti sociali che vorrà adottare, allora sì che sarà anche in grado di trasmettere il potere e la consapevolezza della propria libertà di pensiero e di comportamento ai propri figli, allora sì, qualcosa cambierà nella nostra società.
La Legge 40 (procreazione medicalmente assistita) è una delle colonne portanti di questo governo oscurantista e misogino che scientemente trasforma in legge la politica dello stato vaticano. Una legge raccapricciante, che non garantisce diritti ma stabilisce divieti, discriminazioni, controlli e sanzioni. Una legge, che ancora una volta intacca la sfera sessuale della donna, imponendole limitazioni. I legislatori italiani con una legge arrogante, dannosa e criminogena hanno affermato che per loro i diritti delle donne non sono diritti umani.
Ma l'ingerenza vaticana è anche qualcos'altro, come giustamente ha fatto notare Salvatore durante il suo intervento: "Noi ogni anno regaliamo svariati miliardi di euro alla chiesa" Quindi, oltre all'aspetto etico c'è un altro importante aspetto da considerare e che a mio avviso deve essere chiaramente messo a conoscenza di tutti, atei e cattolici. Svariate migliaia di milioni di euro, che vengono ogni anno - sotto diverse forme - elargiti allo stato vaticano. Qui non stiamo a disquisire su concetti filosofici o valori etici più o meno condivisi, qui parliamo forse, dell'unico vero dio che il vaticano venera, il dio denaro. L'elettore deve prendere coscienza di ciò che accade grazie ad una legge anticostituzionale (art. 47 Legge 222/85) che assegna quasi il 90% dell'8 x mille al vaticano, e parliamo anche di somme per le quali non è stata espressa alcuna scelta. Essere toccati nelle proprie tasche penso che sia fastidioso per tutti. Presumo che anche il cattolico fondamentalista , accusi un senso di fastidio se viene a sapere che la prossima manovra finanziaria sarà più pesante per le sue tasche anche grazie a questa concessione fatta alla chiesa.
In conclusione una prima assemblea che ha dato riscontri molto positivi, che ha dato a tutti noi maggiori stimoli per continuare la nostra battaglia volta alla riconquista di quella fetta di sovranità ceduta ad uno stato estero. E poi, come si fa a mollare proprio ora, dopo aver piantato la nostra bandiera sul territorio politico italiano? Dopo aver sentito l'intervento di un demoateo novantenne, ancora carico di entusiasmo, che ci ha fatto emozionare tutti, con la sua guerra atea personale - in periodo fascista - quando era solo un bambino? Impossibile! Grazie a tutti coloro che vorranno aiutarci in questa avventura.
Ciro Verrati

 
 
 

Il Trattato di Lisbona č contro la Costituzione italiana

Post n°142 pubblicato il 10 Aprile 2011 da maggiedeiconsorti

Nell’agosto del 2008, nella quasi indifferenza generale degli italiani, veniva ratificato il Trattato di Lisbona.
Il Trattato di Lisbona ha l’obiettivo di portarci verso una identità europea intesa come unità di popolo. Perché non ci è stato chiesto se eravamo d’accordo? Forse noi italiani, considerando la atavica sfiducia che abbiamo verso la nostra classe politica, avremmo anche potuto accettare una simile prospettiva e riporre le nostre istanze nei Commissari europei, ben contenti di non doverle più rivolgere ai nostri governi. Considerando che non abbiamo mai preso sul serio la nostra identità nazionale, avremmo sicuramente aderito alla prospettiva di una identità europea senza prendere sul serio nemmeno quella. Ma il punto è un altro: perché non siamo stati consultati? Cosa nascondeva il Trattato di Lisbona? Una eventuale consultazione popolare avrebbe sicuramente messo in luce alcune storture che sono in grave dissonanza con la nostra Costituzione italiana. 
Il Trattato di Lisbona prevede la possibilità per l’Europa di entrare in guerra e si pone in stridente contrasto con l’art.11 della nostra Costituzione: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Il Trattato favorirà il libero mercato rafforzando il valore speculativo della finanza a scapito del valore sociale. Ciò comporterà inevitabilmente un divario sempre più incolmabile tra classi ricche, che diventeranno ricchissime, e classi disagiate, che diventeranno poverissime. Se vogliamo in qualche modo prefigurarci uno scenario già noto possiamo guardare al Brasile. Il “diritto al lavoro” non compare nel Trattato mentre era presente nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Al posto del “diritto al lavoro” è stato inserito il “diritto alla libertà di commercio”. Ciò significa che il libero mercato spazzerà via completamente gli aspetti sociali delle politiche nazionali sul lavoro. Ci avvieremo alla dittatura del capitalismo neoliberista. Anche in questo il Trattato si pone in contrasto con l’art.36 della nostra Costituzione: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa” .
Le sovranità nazionali saranno superate dalle limitazioni imposte dal Trattato e solo L’Unione europea potrà legiferare su un numero piuttosto consistente di questioni, con atti giuridicamente vincolanti per tutti gli stati membri, anche su materie che prima erano riservate alle legislazioni nazionali senza per questo pregiudicare l’armonizzazione della legislazione europea. Senza considerare che i Commissari europei che si occuperanno di legiferare non saranno eletti in libere elezioni democratiche.
Anche per questo il Trattato si pone in contrasto con l’art.1 della Costituzione: “La sovranità appartiene al popolo”.
Il Trattato di Lisbona è stato votato dal Senato e dalla Camera dei Deputati all’unanimità.
Perché?

Carla Corsetti

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

PROGRAMMA POLITICO DA

 
 
 
 
 
 
 

SBATTEZZO - 10 MOTIVI PER SBATTEZZARSI

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

APPELLO AI CATTOLICI

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

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