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NAPOLI, GIUGNO 1986

Post n°25 pubblicato il 27 Ottobre 2005 da DuenoDeMiSilencio
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HO VISTO TUTTO A OCCHI CHIUSI...

Ieri ho pianto invano,
nel bel mezzo della tua festa;
ho bevuto troppo per vivere come i tuoi amici,
ma non ho voluto, guardandoti,
fare buon viso a cattivo gioco:
solo io rimarrò innamorato di tutti,
è giusto che nessun altro lo faccia
per poter essere in tempo a ritornare indietro...

Anche se non so ancora bene
con chi potrò mai sedere allo stesso tavolo,
un giorno sicuramente farò festa
con il doppio dei miei anni;
So bene che c'è il sole dietro l'angolo,
amicizia nel tuo cuore,
amore negli occhi di chi potrà svegliarmi:
ma perchè domani?

Poesia perdente,
non grida in sala:
"Sono uno scrittore io,
non sparate sui miei fogli!
Ci penso già io
sui sogni miei
e di nessun altro"...
Quando mi sarò suicidato, ai tuoi occhi?

Quante volte mi sarò detto "Ecco, ora vorrei
scomparire!",
ogni volta che i tuoi pensieri
cadevano sulla mia inutile forza, anzi sulla bellezza
di un ragazzo tanto dolce, timido, riservato e sensibile?
Triste,
nessuno accarezzò le mie labbra
perchè nessuno credeva
che avrebbe avuto effetto, questo,
su di me...

Eppure, pensavo davvero
che fosse giusto allora
farmi bastare le tante altre felicità,
per poter andarmene; ma, adesso,
io sto così tanto male!
Sarò riuscito, almeno,
a rubare ogni stupida sensazione d'infelicità
dalle tasche di tutti gli invitati?

Destino schifoso:
non vorrei mai alzarla
la mia voce preziosa,
vorrei continuare a pensarti
come tanto tempo fa
quando avrei voluto che il mondo mi assomigliasse;
oggi, invece, vorrei dimenticare ogni cosa
e invidiare quel giorno.

Però non ha senso cambiare faccia
ad un sorriso dei miei,
scolpito da un'espressione vecchia
come me, in questo momento:
ma davvero potrei piantare tutto
e scalare una stella, come ha già fatto mio
figlio?
Potrei magari sperare di rincontrarlo
su di un'isola senza famiglie...

Ma stasera il mio letto preferito sarà libero,
ed io potrei richiedere di vivere
un attimo dopo essermi sentito morire,
come quando giù dal mio cielo
ho toccato il fondo dell'anima,
e ho risalito la corrente...
Chi vorrà accompagnare la mia rabbia,
fuori dalla maledizione della sfortuna?

Mi dispero e racconto, mi controllo e confondo:
mi innamoro e rispondo...

 
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