Creato da semprecesare il 21/03/2013

DESERTO DI SABBIA

Il segreto di un uomo.

 

Il significato

Post n°209 pubblicato il 26 Ottobre 2022 da semprecesare

Leggo da molte parti l'interpretazione negativa di questa frase, soprattutto da parte degli psicologi. Secondo Freud addirittura, nella formula patologica assumerebbe un significato di morte, di fagocitazione della persona amata, Secondo molti psicologi sarebbe una frase ambigua, di carattere pericoloso e indice di amore malato. Tutti sembrano dimenticare il significato poetico dell'affermazione. In poesia alcuni termini vengono esasperati per indicarne la potenza e la forza, l'eccezionalità. Ti amo da morire vuol dire semplicemente che il mio amore è cosi grande da non poterlo contenere e non, come dicono altri, da essere dipendente da esso, al punto che alucni usano il contrario e dicono ti amo da vivere che a mio parere è una ipocrisia priva di alcun significato.

 
 
 

A volte ritornano

Post n°208 pubblicato il 20 Ottobre 2022 da semprecesare

Pazza idea.... il rientro

 

 
 
 

A mia madre

Post n°207 pubblicato il 19 Maggio 2016 da semprecesare

 

 
 
 

BUONGIORNO

Post n°206 pubblicato il 13 Maggio 2016 da semprecesare

 

 

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Buongiorno amore pensai, come tutte le mattine che mi svegliavo, chissà dove sei e cosa fai e a cosa pensi… tutte domande sciocche nate dal desiderio di essere il primo pensiero del tuo giorno così come tu lo eri del mio. Buongiorno amore, così andavo avanti tutta la mattinata mentre ero occupato a svolgere le azioni quotidiane, quelle abitudinarie della giornata, il lavoro, la spesa, le persone che incontravo, il pranzo, la banalità di ogni ora che sarebbe rimasta tale se non ci fosse stato quel buongiorno presente nella mia testa. Buongiorno amore, mentre osservavo il telefono con la speranza che squillasse all’improvviso, preoccupato di non sentirlo come a volte capitava. Tutta la giornata si svolgeva con il pensiero rivolto alle ore che mancavano per arrivare alla sera, aspettando la notte fonda, per poterti dire buonanotte amore… e poi… poi tutto si strozzava nella gola, le discussioni, sempre le stesse, le incomprensioni, le puerili ripicche, il cercare spesso di cogliermi in errore, le rivalse, il sarcasmo espresso solo per esercitare la difesa di un principio ideologico, la mancanza di fiducia tutto sotto l’influenza di una camaleontica personalità che cambiava senza preavviso… alla fine mi veniva da pensare… che palle amore… e mettevo la buonanotte sotto il cuscino, fino al mattino successivo dove ricominciavo senza sapere perché… buongiorno amore, stiracchiandomi nella solitudine di un altro giorno che avrebbe preceduto di nuovo la buonanotte.

 
 
 

Diario di bordo... vecchiaia e morte

Post n°205 pubblicato il 08 Settembre 2014 da semprecesare

 

 

 

Quanti anni aveva? È la domanda che ti senti porre quando muore una persona vecchia e tu, mentre rispondi, ti chiedi cosa c'entra? È una persona che se ne è andata non è certo l'età che cambia la situazione o ne giustifica la fine. Una persona è fatta di pensieri, sentimenti,vissuto, parole, sguardi, sorrisi, incomprensioni, errori, in particolar modo quando è una persona che ha avuto un peso specifico nella tua vita nel bene e nel male. Insieme a lei se ne va un mondo, un capitolo della tua vita, pagine e pagine del tuo vissuto, ma soprattutto è una vita che si spegne e che non potrà più comunicare, esistere, essere, vivere. Quanti anni aveva è la gomma che serve a cancellare un intero vissuto.

 
 
 

Diario di bordo... la domanda

Post n°204 pubblicato il 18 Luglio 2014 da semprecesare

dal  film il distacco

 

C'è una sola domanda che racchiude tutte le domande e che molte volte rimane senza risposta, ed è perché? Mi chiedo spesso perché scrivo e di conseguenza cosa possano pensare i lettori di quello che leggono. Non sono i miei sentimenti che vado sbandierando a destra e sinistra, i sentimenti ho smesso di lasciarli fuori da almeno due anni, metto solo i miei pensieri, le mie idee, le mie sensazioni, le mie emozioni, in un dialogo fine a se stesso perché (ed ecco una risposta al primo perché) altrimenti perderei il dialogo con me stesso. Sto cercando di ricostruire la consistenza dei sogni con i quali ho sempre affrontato la vita, non è facile soprattutto quando la pazienza tende a svanire non consentendo alla speranza di nutrirsi della forza dei sogni. “Ho provato a cambiare alcune cose... certi giorni va meglio certi altri va peggio e lo spazio per noi e per gli altri si riduce” Per questo sto cercando il mio spazio qui davanti a me stesso.

 

 
 
 

Diario di bordo... la porta

Post n°203 pubblicato il 05 Luglio 2014 da semprecesare

Video tratto dal film il distacco

 

Lo so che oltre quella porta c'è una parte di me che si è distaccata come se il mondo fosse precipitato in un'altra dimensione. Sento le voci degli altri che parlano e ridono e scherzano e giocano con quella parte di me che ancora appartiene a quel mondo. Li vedo questi giorni assolati che nutrono i colori dei fiori e la vita che scorre ed è di questo che ti vorrei parlare senza parole... ma tu non ci sei... mi manchi e il mio pensiero che cerca di raggiungerti, si ferma all'improvviso guardando quel vuoto che solo il dolore sa rendere immenso. Chiudo la porta per ritrovarti dentro di me, in quella parte di me che vive solo di ieri, lasciando l'altra parte di  me che si muove nell'oggi oltre ogni senso di me... chiudete la porta per favore... senza fare rumore.

 

 
 
 

Diario di bordo... un amico

Post n°200 pubblicato il 01 Luglio 2014 da semprecesare

 

 

Il sole è cocente anche se sono seduto in un parco sotto l'ombra degli alberi. Ho accumulato tanta di quella stanchezza in questi ultimi dieci anni da sentire il bisogno di staccare la spina. Non intendo quel modo di isolarsi tipico di chi vuole ricaricare le batterie, piuttosto, intendo spegnere il cervello, andare in blackout, scollegare ogni terminale nervoso e fare clic, definitivamente. Ho anche tanta stanchezza fisica che va oltre le mie normali capacità di sopportazione, così tanta, che la sento complottare col mio cervello fino a farmi reclinare la testa in un torpore comatoso. Nel sonno inquieto, i ricordi fanno a gara per mettersi in prima fila e darsi di gomito indicandomi come un relitto che naviga alla deriva. Mi sveglio all'improvviso, un cane mi abbaia contro e lo vedo che scodinzola contento di avermi svegliato per poi riprendere ad annusare in giro col muso a pochi centimetri da terra cercando odori e tracce, lo seguo con lo sguardo mentre ogni tanto si gira a guardarmi e a scodinzolare come se mi chiedesse di seguirlo. Penso che siamo in fin dei conti tutti alla ricerca di un odore, di un qualcosa che non troviamo e cerchiamo di lasciare la nostra traccia odorosa in giro, con la speranza che qualcuno riconosca la nostra presenza e rispetti il nostro territorio. Si passa la vita a cercare uno scopo fin quando non ci si ferma e si ansima nelle delusioni, così come il mio amico cane che ora, con la lingua a penzoloni, ha smesso di cercare e si è sdraiato sotto la mia panchina. Ho trovato un amico che non parla e non chiede ma che capisce ogni cosa di me.

 
 
 

Diario di bordo... stanchezza

Post n°199 pubblicato il 24 Giugno 2014 da semprecesare

 

 

Non ho voglia di radermi. Stamane mi sono svegliato prestissimo e davanti allo specchio vedo la barba lunga di tre giorni, ma la pelle non ha alcuna voglia di sentire il graffio del rasoio solcare il viso. Lo so, non sono più un giovane e questa peluria disordinata è quasi disgustosa alla mia età, mi da un'aria di sporcizia e di caos interiore, da qualche parte devo aver perso la voglia di fare e mi chiedo se la pigrizia è l'inizio della fine o la ribellione alla monotonia del fare. Fuori è appena chiaro, la luce del bagno è accesa e proietta le ombre delle rughe e della stanchezza sullo specchio dentro il quale mi guardo mentre mi spazzolo i denti. Un altro giorno inizia, altri millimetri di pelo si allungano sul viso, è l'emblema della mia vita, non è ancora troppo lunga per essere morbida e nemmeno troppo corta da passare inosservata.

 
 
 

Diario di bordo... la partenza

Post n°198 pubblicato il 19 Giugno 2014 da semprecesare

 

Ti ho guardato partire senza poterti parlare perchè ormai eri troppo lontana, i tuoi occhi erano chiusi e il respiro pesante, mi sentivo un bugiardo e mentivo a me stesso dicendomi che tutto poteva passare. Mi sentivo egoista chiedendoti di restare quando non potevi più farlo. Mi sentivo un estraneo che guardava qualcosa che non riusciva a capire mentre il pensiero mi tormentava la mente supplicando... ancora un istante. Mi sentivo un bambino sull'altalena del dolore che oscillava infinita non riuscendo a fermarla mentre la vita cigolava gemendo. Che triste non riuscire a riempire quei vuoti che a volte si sono creati, che triste non poter più gioire, lottare, amare, ascoltare, vedere, parlare... di quante parole ti sono debitore, di quante carezze, di quanti sorrisi. Mi rimangono solo le cose che avevi e che sbiadiranno in quel tempo che mi rimane da vivere senza poterti vedere, mi rimangono i ricordi di ieri in un oggi che non ha più un domani, mi rimane l'amore che mi hai regalato e con il quale tento di avvolgere un dolore dal quale non posso fuggire... è una pesante valigia quella che trascino sui binari del vuoto, anche se dentro c'è solo un biglietto intriso di pianto, dove ho scritto col cuore... mi manchi mio grande unico, infinito amore.

 

 
 
 
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