DIRITTI
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"Se qualche volta scrivo è perché certe cose non vogliono separarsi da me come io non voglio separarmi da loro. Nell'atto di scrivere esse penetrano in me per sempre..."
dal libro GLI IMPERDONABILI di Cristina Campo
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Post n°179 pubblicato il 25 Marzo 2013 da semprecesare
Ad un certo punto della vita, quando il cammino fatto è più lungo di quello ancora da fare, si raggiunge la consapevolezza che non c'è altro da fare oltre quello già fatto. Questo accade all'improvviso, magari proprio in un giorno tranquillo, un giorno nel quale sei sereno, appagato, i tuoi sogni sciamano e volano via come stormi, magari guardando un cielo azzurro dalla finestra subito dopo il risveglio. Poi, basta il borbottio di una caffettiera e il grande film della tua vita si scompone sulla tela del tempo. Seguendo assonnato l'aroma del caffè e quel magico rito della tazzina fumante, sorseggio, guardando fuori, la gente che si muove, le auto che intasano la via, le serrande dei negozi che si aprono, la gente alla fermata dell'autobus, la vicina di casa che rientra dalla spesa, i bimbi che seguono le mamme per andare a scuola e una semplice consapevolezza, si affaccia alla mente: l'abitudine fa parte di me, si è impadronita di me. Per tutti, noi siamo qualcuno che incontriamo per caso, che incrociamo negli sguardi, per tutti, noi siamo nessuno, ma siamo abituati a quel niente, è la nostra“giornitudine”, che ci mancherebbe, come ci mancherebbe un palo della luce spostato, un cartello pubblicitario divelto, una buca nell'asfalto, il suono di un clacson, un frettoloso buongiorno, il contatto di un amico, lo squillo di un telefono. Ognuno di noi sfrutta il quotidiano e ne viene sfruttato, fin dentro i sentimenti, per sentirsi vivo e reale. Per tutti, c'è un invisibile modo d'essere che cerchiamo di trovare, come si cerca un fantasma, nel mondo del visibile. Una ricerca vana, è così che si raggiunge la vera serenità, con la consapevolezza che tutto, a un certo punto è vano. Questo pensiero mi strappa un sorriso sereno, non c'è più nulla da amare che io non abbia già amato, compreso me stesso, c'è solo l'affetto per questo mondo, per questa vita, per ogni persona, per ogni oggetto che ho vissuto e ancora, un briciolo di curiosità per i sentimenti, come concetto astratto, è meraviglioso sapere di avere esaurito le pene d'amore e poterne parlare, scrivere, con quel distacco che si raggiunge con la consapevolezza dell'intelletto. Che sia questa la vera saggezza? |
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