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I TUOI OCCHI

Post n°340 pubblicato il 14 Agosto 2012 da senor11

 

 

 

I tuoi occhi

che belli i tuoi occhi!

E chissà quanta vita, quali segreti

si celano dietro quel tuo sguardo misterioso…

Chi sei, quale amara beffa del destino

ti ha condotta fin qui, in questa terra di nessuno?

Quale peccato, quale sacrilegio hai commesso

per essere condannata ad errare senza meta

in queste gelide lande spoglie di vita?

 

I tuoi occhi

che meraviglia i tuoi occhi!

Pure in questa eterna penombra

ne subisco tutta la magia, l’incanto.

Ah, se potessi, giuro te li ruberei

e li appenderei a questo cielo plumbeo.

Due piccole stelle ad inventare una notte

due lontane fiammelle nell’infinito

per respirare un attimo d’eternità.

 

In un altro luogo, in un altro tempo

forse avrei trovato il coraggio di essere onda del mare

e dalle correnti del fato lasciarmi trascinare.

In un altro spazio o  in un’altro momento

avrei colto  quell’attimo in cui bisognava osare

e non sarei fuggito dalla mia paura d’amare…

perché certi treni non aspettano i cuori esitanti

ed io allora non ebbi la forza di farmi avanti

di aggrapparmi a quell’ultima grande occasione

 

Questa è terra di esilio, di espiazione,

di libera perdizione priva di emozione.

Né risa né pianto, né inferno né paradiso.

Una sopravvivenza squallida, senza clamore.

Su mille porte ho lasciato i graffi del mio dolore,

ma adesso non ricordo più nemmeno il mio nome…

Ed una identità dimenticata è una porta che non s’apre.

Vago nel nulla disancorato dalla mia anima

che immobile, precipita nel vuoto senza atmosfera.

 

I tuoi occhi

che spettacolo i tuoi occhi!

Due comete precipitate come per magia

sulle macerie di chi ha perduto tutto

persino il diritto di chiamarsi “uomo”!

Chi sei, immagine silente e impenetrabile?

Forse  un angelo ribelle caduto in disgrazia

stanco di essere vile messaggero di un verbo,

padre nostro di tutte le  menzogne e gli inganni?

 

(Uno speciale e sentito ringraziamento a Buiosudime per la sua fattiva collaborazione ai fini della realizzazione di questa poesia).

 

Eufrasio Burzi

 
 
 
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