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« Il mercante di Venezia.L'arringa difensiva di Porzia »

La scelta di Bassanio

Post n°5 pubblicato il 24 Gennaio 2008 da sentierodisole
 

E finalmente arriva anche per Bassanio il momento di scegliere uno tra i tre scrigni dentro in quale si potrebbe celare il ritratto di Porzia; nel caso di fallimento non potrà più chiedere la mano di nessun'altra donna.
(Il testo integrale in italiano lo si può trovare qui:
http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/il_mercante_di_venezia/html/testo.htm

Porzia - Vi prego, pazientate ancora un poco;
fate scorrere ancora uno, due giorni
prima di cimentarvi con gli scrigni;
ché se sbagliaste nella vostra scelta
io perderei la vostra compagnia.
Indugiate perciò ancora un poco...
C'è qualcosa - ma non è certo amore -
che mi dice che non vi vorrei perdere;
e voi sapete che non è dall'odio
che può venire un tale ammonimento;
ma per tema che voi non comprendiate
il mio sentire appieno - e una fanciulla
non ha altra lingua che il proprio pensiero
io vorrei trattenervi un mese o due
avanti che per me vi avventuriate.
Potrei indicarvi come sceglier bene...
ma no, che allora mi farei spergiura,
e questo mai...; però potreste perdermi;
e il pensiero che ciò possa accadere,
mi farebbe sembrar per me peccato
il non aver peccato di spergiuro.
Maledetti i vostri occhi!...
M'hanno stregata e spaccata a metà:
una metà è la vostra...
l'altra metà di me è pure vostra...
voglio dire la mia; ma s'essa è mia,
è vostra, e così io son vostra tutta.
Oh, che tempi crudeli questi nostri,
che frappongono tanti impedimenti
tra possessore e cosa posseduta!
Così, sebbene vostra, io non son vostra.
E se così dev'essere,
se ne vada all'inferno la fortuna
non io per questo!... Sto parlando troppo,
ma è solo per tesoreggiare il tempo,
per ritardarlo, tirarlo più a lungo
per trattenervi dal tentar la scelta.

Bassanio - Ch'io scelga subito; ché nel mio stato,
io vivo alla tortura.

Porzia -Alla tortura,
Bassanio? Ma qual nero tradimento
è mescolato allora al vostro amore?

Bassanio -Nessuno, fuor che il nero tradimento
dell'incertezza che mi fa temere
di non poter godere del mio amore.
In me tra il tradimento ed il mio amore
ci può esser la stessa convivenza
che tra la neve e il fuoco.

Porzia -Già, ma ho paura che diciate questo
sotto tortura, sotto le cui strette
gli uomini dicono qualunque cosa.

Bassanio -Voi promettetemi salva la vita,
ed io confesserò la verità.

Porzia -Bene, confessa e vivi.

Bassanio -"Confessa" e "ama": dovevate dire:
avreste tratto da voi stessa il succo
della mia confessione.
O felice tormento, la tortura,
quando è lo stesso mio torturatore
ad insegnarmi qual risposta dare
per sottrarmi da essa!...
Fatemi andare incontro alla mia sorte
ed agli scrigni.

Porzia -Ebbene, allora avanti;
io son rinchiusa dentro uno dei tre.
Se voi mi amate, voi mi troverete.
Nerissa e l'altre, statevi da parte;
e suoni anche la musica
mentr'ei procede a fare la sua scelta;
se perde, la sua fine sarà simile
alla fine del cigno, che si spegne
pian piano nella musica;
e a far più vera la similitudine,
i miei occhi saranno il suo ruscello
ed il suo liquido letto di morte.
Ma può vincere; e allora questa musica
che potrà essere? Sarà la musica
della fanfara reale che suona
al momento che i sudditi fedeli
s'inchinano davanti ad un monarca
testé incoronato; e sarà simile
ai dolci suoni che all'alzar del giorno
s'insinuano nelle sognanti orecchie
del fidanzato, e lo chiamano a nozze.
Ecco, ora s'avvia, non men prestante
nel portamento, ma assai più amorevole
d'Alcide giovinetto, quando questi
mosse i suoi passi a liberar dall'orca
la vergine che la tremante Troia
aveva offerto in sacrifizio al mostro.
Io son la vittima sacrificale;
e l'altre donne che son là in disparte
son le Dardanie mogli,
venute qui con lacrimose facce
a veder l'esito di quell'impresa.
Va', Ercole! E vivi, per ch'io viva!
Io seguo ansiosa questo tuo cimento
con più trepidazione
che non tu nell'accingerti alla prova.

(Mentre Bassanio s'avvicina ad esaminare gli scrigni,
è intonata da Porzia una canzone)
CANZONE
"Dimmi, dimmi questa cosa:
dove nasce capricciosa
la passione dell'amore,
dalla testa oppur dal cuore?
Essa nasce da un nonnulla:
da uno sguardo traditore,
ed in quella stessa culla
dove nasce, vive e muore.
Facciam perciò per essa rintoccare
a morto la campana;
ed io per prima la voglio suonare:
Din, don, din don...
"

(Tutti)
"Din don, campana".

Bassanio -Spesso l'aspetto esterno
fa apparire le cose men che sono
in realtà. Dall'ornamento esterno
il mondo si lasciò sempre ingannare.
Nel mondo della legge,
quale causa, per quanto sporca e trista,
non saprà oscurar la sua natura,
se perorata da un fiorito accento?
Qual dannato peccato, in religione,
non saprà rendere sacro e legittimo
un portamento serio e dignitoso
che rechi a suo sostegno i sacri testi,
nascondendo così la sua nequizia
dietro un bell'ornamento?
Al mondo non c'è vizio sì smaccato
che non possa coprir la sua magagna
con qualche segno esterno di virtù.
Quanti codardi, dal cuore malfido
simili a tanti scalini di sabbia,
ostentan tuttavia sul loro mento
barbe degne d'un Ercole,
e cipiglio di Marte, ed a frugarli
hanno il fegato bianco come il latte:
gente cui basta il fumo del coraggio
per illudersi d'apparir temuti.
E la bellezza, ad osservarla bene,
scoprirete che può comprarsi a peso,
che là compie un prodigio di natura,
dove riesce a render più leggere
tutte quelle che più ne sono cariche.
E tali son quei riccioletti d'oro
attorcigliati come serpentelli
che fanno voluttuose capriole
al vento sopra una beltà apparente,
e sono molto spesso ritenuti
essere stati in cima a un'altra testa...
e il cranio che li crebbe è in un sepolcro.
L'ornamento così altro non è
che il malfido arenile d'un oceano
pieno d'insidie, come il bello scialle
di cui si vela una bellezza indiana;
in sostanza, la falsa verità
che i nostri astuti tempi metton su
per ingannare anche i più avveduti.
Perciò tu, oro lustro e sfavillante,
duro alimento a Mida, io non ti voglio.
Né te, pallido argento,
volgar mezzano d'ogni uman baratto
io sceglierò; ma te, ruvido piombo,
che minacci piuttosto che promettere,
te, la cui pallidezza
mi commuove più d'ogni bel discorso,
te io scelgo. E che gioia me ne venga!

Porzia - (A parte) Ah, come ogni altro moto del mio animo
- dubbi, disperazione presto accolta,
paure, verde-occhiuta gelosia -,
ora sembra dissolversi nell'aria!
Sta' calmo, amore, frena la tua estasi;
contieni in giusti limiti il tuo gaudio,
non dar sfogo alla tua esuberanza.
Sento troppo la tua felicità!
Falla più lieve, temo di soccombere.

Bassanio -(Aprendo lo scrigno di piombo)
Che trovo qui?... Un ritratto. Porzia bella!
Quale semidio è potuto arrivare
a ritrarla così vera e reale?
Si muovono questi occhi,
oppure è il moto delle mie pupille
che me li fa apparire che si muovano?
Le labbra sono appena un po' socchiuse,
come divise da un dolce respiro:
dolce barriera a separar tra loro
sì dolci amici. Qui nei suoi capelli,
l'artista, ad imitar l'arte del ragno,
ha intessuto una trama tutta d'oro
per irretirvi i cuori, più che il ragno
le mosche dentro le sue ragnatele.
Ma gli occhi... come ha potuto guardarli
per riprodurli? Terminato il primo,
come questo non gli ha rapito i suoi,
sì da lasciare l'opera incompiuta?
Eppure no, guardate: ogni mia lode
di questa effigie fa torto al reale
suo modello, di tanto questa immagine
sembra andarsene zoppa dietro ad esso.
Ed ecco il rotoletto con la scritta
che contiene e compendia la mia sorte:

(Legge)"Tu che scelto non hai per la tua vista,
sorte ingannevole evitasti e trista.
Dacché ti venne siffatta fortuna
resta lieto di questa tua conquista
né cercarne più alcuna.
Se di questa ti sei ben allietato,
ed hai la gioia ch'ha sempre cercato,
volgiti alla tua dama,
e con un bacio l'amor suo reclama.
"

Gentile, il rotoletto!...

(A Porzia)Bella signora, con licenza vostra,
io seguo quel che dice questo scritto,
nel dare e nel ricevere. Signora,
simile ad uno di due contendenti
in gara per un premio,
che pensa d'aver bene combattuto
agli occhi della gente,
allo scoppiar del fragoroso applauso
e delle generali acclamazioni
si guarda intorno tutto frastornato
e ancor dubbioso se quelle esplosioni
d'approvazione siano o no per lui,
io resto ancor dubbioso,
bellissima, se quel che vedo è vero,
finché non siate voi personalmente
a confermarlo ed a ratificarlo.

Porzia -Voi mi vedete, nobile Bassanio,
quale sono. Se fosse per me sola,
nulla ambizione avrei
di vedermi migliore; ma per voi,
vorrei esser me stessa venti volte,
mille volte più bella,
e diecimila volte ancor più ricca,
sì che soltanto per trovarmi in alto
nella stima e l'apprezzamento vostri,
io fossi per virtù, per forza d'animo,
per bellezza, ricchezza ed amicizie
oltre e al disopra d'ogni vostra stima.
Ma la somma di me non è gran cosa:
detta all'ingrosso, sono una ragazza
povera d'istruzione ed inesperta;
sol fortunata in questo,
di non essere ancora tanto vecchia
da non esser più in grado d'imparare;
più fortunata ancora,
per non esser cresciuta tanto stupida
da non esser capace d'imparare;
ma sopra ogni altra cosa fortunata
di confidare il docile mio spirito
al vostro, per riceverne la guida
come dal suo signore, dal suo re.
Io stessa e ciò ch'è mio,
d'ora in avanti è convertito in voi
e in ciò ch'è vostro. Finora sono stata
il signore di questa bella casa,
padrone dei miei servi,
regina di me stessa; d'ora in poi
casa, servi, la stessa mia persona
sono vostri, voi siete il mio signore.
Ed io li affido a voi con questo anello,
da cui se mai doveste separarvi
sia col perderlo, o sia col liberarvene,
sia questo per me il segno
che il vostro amore per me s'è corrotto
e questo sia legittima cagione
per me di farvene aperta rampogna.

Bassanio -Voi m'avete svuotato di parole,
signora; solo il sangue mio vi parla,
il sangue, che mi scorre nelle vene;
e c'è tal confusione nei miei sensi
qual si vede alla fine d'un discorso
pronunciato da un beneamato principe,
tra la folla vociante ed entusiasta
quando ogni moto dell'informe massa,
per sé insignificante, se isolato,
si trasforma, fondendosi in un tutto,
in un enorme, vastissimo insieme
di null'altro composto che di gioia
espressa e non espressa.
Ma quel giorno che questo vostro anello
avesse a separarsi dal mio dito,
allora da quel dito anche la vita
si sarà separata. Oh, dite pure
che quel giorno Bassanio sarà morto!

Nerissa - Mio signore e signora, or tocca a noi,
che siam finora rimasti in disparte
spettatori del lieto coronarsi
dei vostri desideri,
d'inneggiare gridando: "Gioia a voi!".
"Gioia a voi, mio signore e mia signora!"

 
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