respiro di frequente
un'aria sottile tra il sarcasmo e l'anacronismo.Perchè cerco
ancora
il senso
delle cose
?
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Sul confine tra tartaruga ed indu stria accendo il camino.neri cavo cenere ed anali zzo.nitrati.cosa ne sai e perché parli.sarebbe bello se tutti quanti tacessimo.un solo istante.un silenzio che non ha nulla a che fare con le veritą.io non so tu non sai in ques totem po dellimpossibilitą.quando mio padre mi raccontava io ascoltavo ed ora ascolto lavo ce delle ciminiere chemi racconta nodi un elfo che balla con poliomielitico passo.sul confine tratartaruga ed indu stria non cerco sugo ogle la parola tu more.
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balbetti
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avere a che fare con i tuoi sguardi.
lontani.
come se ci fosse un silenzio obliquo.al di lą del quale respirare.
e volo di un volo gabbiano.
mi riduci ad elemento ed io smetto di di percepire e mi limito al suono.
ali tra le pendici e vortici di sguardi.
avere a che fare con i tuoi sguardi.
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ho aperto una porta ho chiuso la porta.il cerchio nel tempio.quando arrivai accarezzavo i muri come fossero un figlio,oggi accarezzo un figlio buttandomi alle spalle ogni sorta di muro.mentre adesso ci sono, ora già non sono più.il presente non esiste,diveniamo..nonostante tutto quel che ci fanno pensar d'essere.
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Quando è notte gli uccelli tacciono una nota sola:il silenzio d’orti e campane ed apro,in lume di piedi, ai pensieri la porta.
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Arrivammo tardi e ci incontrammo che era già troppo tardi . Qualcuno guardava dal finestrino le ombre che inseguivano il sogno ed era un sogno tra fili stesi e case abbandonate e relitti di auto da cui esplodevano urla gracchianti di uccelli in cielo ed era tardi, sembrava fosse già troppo tardi. Una storia nasceva dal tramonto dalle urla degli uccelli:canti strozzati di prefiche nude. Ti porterei con me se solo avessi il tempo di farlo, se solo questa terra non grondasse di così tanto fango. Arrivammo tardi e ci incontrammo tardi, qualcuno svoltò e raggiunse il primo bar, la cameriera volteggiò su se stessa come fosse l’ape regina.
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Ogni parola è collocata nella giusta posizione,nell'esatta dimensione;ogni parola ricerca la profondità del proprio concetto e vi si radica nel tentativo muscolare di scolpirsi nell'eternità.Ogni parola non è qui per poco ma per sempre,non ha paura del divenire ed è granito che sfida la polvere.
Salmone nel torrente di uno smodato consumismo intellettuale.
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Avevo pochi anni e tante domande
chiesi a mio padre il senso delle stelle,
mi guardò e biascicò una risposta che non lasciò il segno.
Da quel momento ho capito che su mio padre non potevo contare.
E’ passato il tempo che doveva passare, con i suoi colori e dolori
È passato ed ora conosco il senso delle stelle: è lo stesso che fa sfuggire
il senso di tutta questa vita.
Ha pochi anni mio figlio e ieri sera mi ha chiesto il senso delle stelle,
l’ho guardato e gli ho detto che su di me potrà sempre contare.
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Siamo seduti sulla scogliera a e guardiamo il mare che si perde lontano e mi chiedi del mare che si perde lontano ed io non so che sorriderti. perché i granchi scappano?,fanno capolino e scappano,credo che sia il rumore delle onde che li fa scappare,i granchi piccoli e scuri nelle loro tane. perché le onde del mare fanno rumore?,vorrei dirti perché il mare respira ma chissà a quale perché mi condurrà tale risposta ed è allora che ti sollevo e ti porto in aria ed è fantastico vederti sorridere con uno sfondo di cielo. ed ora,ora se dovessi chiedere qualcosa in più sorriderei e piangerei. papà ti va se tiriamo una pietra glossa glossissima.sì proviamoci,la più grossa che troviamo: chissà che bel rumore!
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