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« La scelta di BassanioDipinti e letteratura gi... »

L'arringa difensiva di Porzia

Post n°6 pubblicato il 24 Gennaio 2008 da sentierodisole
 

La bella Porzia, sotto le mentite spoglie di principe del foro, difende Antonio, l'amico di Bassanio dalle richieste di Shylock.
Una nota personale: penso sia stata l'unica volta in vita mia che ho pianto mentre guardavo una commedia.
l'intero testo si può trovare qui :
http://www.liberliber.it/biblioteca/s/shakespeare/il_mercante_di_venezia/html/testo.htm


Doge - Ma di gran cuore! Vadano tre o quattro
ad introdurlo cortesemente in aula.
Nel frattempo la Corte ascolterà
quel che dice Bellario nella lettera.

(Legge)"Sappia la Grazia Vostra che al momento in cui ricevo la sua lettera, mi trovo assai indisposto; ma che nello stesso momento in cui è venuto il vostro messo, era presso di me, in gradita visita, un giovane giurista di Roma. Il suo nome è Baldassarre. L'ho informato della controversia fra l'ebreo e il mercante Antonio, e abbiamo insieme consultato un buon numero di testi. Egli conosce perfettamente la mia opinione; la quale, rafforzata dalla sua personale dottrina - della cui vastità non so fare abbastanza lodi - giunge a voi insieme con lui, ed egli, per mia sollecitazione, risponderà in mia vece all'invito di Vostra altezza serenissima. La pochezza dei suoi anni non gli sia, vi supplico, di impedimento a che non gli scarseggi da parte vostra una rispettosa stima; perché non ho mai conosciuto intelletto così maturo in una persona tanto giovane. Lo affido quindi alla vostra graziosa accoglienza, sicuro che la prova che farete di lui renderà più chiara la sua lode."

(Entra Porzia vestita da dottore della legge)

Avete udito tutti
quel che ci scrive il sapiente Bellario;
ed è il dottore di cui egli parla,
immagino, colui ch'è testé entrato.
Qua la mano. Venite da Bellario?

Porzia - Sì, vostra grazia.

Doge - Siete il benvenuto,
e vi piaccia sedere al vostro posto.
Immagino che siate a conoscenza
della vertenza innanzi a questa corte?

Porzia - Perfettamente, la conosco a fondo.
Chi è il mercante qui, e chi l'ebreo?

Doge - Vengano avanti Antonio e il vecchio Shylock.

Porzia - Il vostro nome è Shylock?

Shylock - Shylock, sì.

Porzia - Di ben strana natura, in verità,
è la vostra pretesa; e tuttavia,
è tale che la legge veneziana
non può eccepirvi eccezioni di sorta,
se voi siete deciso a perseguirla.

(Ad Antonio)
Siete nelle sue mani, lo sapete?

Antonio - Così egli dice.

Porzia - Confessate il debito?

Antonio - Lo riconosco.

Porzia - Allora
l'unica cosa che vi può soccorrere
è che l'ebreo si dimostri clemente.

Shylock - E per qual costrizione dovrei esserlo?
Me lo sapreste dire?

Porzia - La clemenza per sé non mai soggiace
a costrizione; essa scende dal cielo
come pioggia gentile sulla terra
due volte benedetta:
perché benefica chi la riceve
come chi la dispensa. Presso i grandi
più che altrove potente, del monarca
adorna il capo meglio d'un diadema;
ché se lo scettro è segno
della terrena sua forza e potere,
attributo d'altezza e maestà,
ma anche sede della soggezione
e del timore che ispirano i re,
la clemenza è potere che trascende
la maestà scettrata,
il suo trono è nel cuore dei sovrani,
è un attributo dello stesso Dio;
e al potere di Dio quello terreno
si fa simile quando la clemenza
mitiga in esso il rigor della legge.
Perciò, Giudeo, se pur la tua pretesa
sia conforme alla legge, pensa a questo:
che nessuno di noi si salverebbe
se giudicato secondo giustizia.
Preghiamo Dio invocando clemenza,
e ciò ci deve tutti ammaestrare
a infondere clemenza nei nostri atti.
Ho voluto parlare tanto a lungo
fiducioso d'indurti a mitigare
la giusta causa della tua richiesta;
ma se tu sei deciso a perseguirla,
questa severa Corte di Venezia
dovrà per forza pronunciar condanna
contro questo mercante.

Shylock - I miei atti ricadan sul mio capo!
Io qui rivendico, a norma di legge,
la penale prevista dal contratto.

Porzia - Non è in grado di darvi egli il contante?

Bassanio - È in grado, sì, e l'offro io per lui,
davanti a questa Corte.
Anzi, di più: due volte la sua somma;
e se per lui non fosse sufficiente,
m'obbligo a dargli dieci volte tanto,
rilasciandogli anche come pegno
le mie mani, la mia testa, il mio cuore.
Se anche questo non sarà bastante,
dovrà apparire chiaro ai vostri occhi
che la perfidia schiaccia l'onestà.
Fate, per una volta, vi scongiuro,
che prevalga la vostra autorità;
per fare un atto di grande giustizia,
fate un piccolo torto,
piegate questo dèmone crudele
della sua volontà.

Porzia - Non è possibile.
Non c'è a Venezia alcuna autorità
ch'abbia il potere di modificare
un decreto in vigore;
questo potrebbe essere invocato
come un pericoloso precedente
e dietro quell'esempio
molti abusi potrebbero infiltrarsi
nel corpo dello Stato.

Shylock - (Gridando) Oh, un Daniele,
un Daniele è venuto finalmente
a rendere giustizia! sì, un Daniele!
Saggio giovane giudice,
come ti onoro!

Porzia - Ti prego, Giudeo,
ch'io possa esaminare il tuo contratto.

Shylock - (Porgendogli il contratto)
È qui, reverendissimo dottore.

Porzia - (Dà una rapida occhiata al contratto, poi, alla Corte)
Ebbene, quest'obbligazione è valida;
l'ebreo può legalmente reclamare
in base ad essa una libbra di carne
da ritagliarsi di sua propria mano
dalla parte del cuore del mercante.

(A Shylock)
Sii clemente. Contentati del triplo
del tuo denaro, che ti viene offerto;
e dimmi di stracciar questo contratto.

Shylock - Quand'esso sarà stato soddisfatto
secondo il suo tenore.
Voi siete un degno giudice, e si vede:
conoscete la legge;
l'avete egregiamente interpretata.
Io vi chiedo, nel nome della legge,
di cui siete un degnissimo pilastro,
di procedere. Non c'è lingua d'uomo,
ve lo posso giurar sulla mia anima,
ch'abbia il potere di farmi recedere.
Resto fermo alla mia obbligazione.

Antonio - Supplico caldamente questa Corte
di pronunciare la propria sentenza.

Porzia - Ebbene, allora la sentenza è questa:
dovete preparare il vostro petto
per il suo taglio...

Shylock - O nobile giurista!
O giovane eccellente!

Porzia - ... e ciò perché
sia l'intento che il fine della legge
giustificano appieno la penale
che appare qui dovuta per contratto...

Shylock - Giustissimo! O saggio e retto giudice!
Oh, quanto meno acerbo
sei tu dell'esteriore tua sembianza!

Porzia - Perciò scoprite il petto.

Shylock - Sì, il suo petto...
Così dice il contratto: non è vero,
nobile giudice? "Vicino al cuore",
queste son le specifiche parole.

Porzia - È così infatti. C'è qui una bilancia
per pesare la carne?

Shylock - Eccola pronta.

Porzia - Un momento. Bisognerà però,
Shylock, che abbiate vicino un chirurgo,
a vostre spese, per fermare il sangue
e impedire che muoia dissanguato.

Shylock - È detto nel contratto?

Porzia - Non proprio espressamente, ma che conta?
Sarebbe bene che voi lo faceste,
non fosse che per carità del prossimo.

Shylock - Nel contratto non c'è... Non l'ho trovato.

Porzia - (Ad Antonio)
E voi, mercante, nulla da eccepire?

Antonio - Ben poco: sono armato di coraggio
e preparato... Diamoci la mano,
Bassanio, addio. Non ti devi angustiare
se son giunto a tanto a causa tua,
perché in questo caso la Fortuna
si mostra più gentile che non suole.
Sempre ella è usa a fare che il fallito
sopravviva alla perdita dei beni,
così ch'egli rimanga a contemplare,
gli occhi infossati e la fronte scavata
da rughe, gli anni della sua miseria;
con me essa viene da liberatrice
dalla lenta e penosa sofferenza
d'una tale miseria.
Ricordami alla tua nobile sposa,
raccontale com'è finito Antonio,
dille quant'egli t'ha voluto bene,
parlale bene di me in mia morte.
E quando avrai finito,
dille di giudicare da lei stessa
se Bassanio non ebbe un vero amico.
Non ti rammaricare
di dover perdere con me l'amico,
come l'amico tuo non si rammarica
di saldare il tuo debito per te;
ché se l'ebreo taglierà bene a fondo,
lo pagherò all'istante, con il cuore.

Bassanio - Antonio, io son sposato ad una donna
che m'è più cara della stessa vita;
ma per me la mia vita, la mia sposa
e tutto il mondo non hanno il valore
della tua vita; tutto vorrei perdere,
sacrificare qui, a questo demonio,
per liberarti da questo tormento.

Porzia - Vostra moglie, se fosse qui presente
e v'ascoltasse far queste profferte,
non vi ringrazierebbe certamente.

Graziano - Ho anch'io una moglie, della quale
confesso, sono molto innamorato;
ma vorrei si trovasse in paradiso
per impetrare da qualche potenza
di far mutar questo cane di ebreo.

Nerissa - Buon per voi che lo dite alle sue spalle!
Altrimenti codesto vostro voto
vi creerebbe in casa un pandemonio!

Shylock - (A parte)
E questi sono i mariti cristiani!
Io ho una figlia... Vorrei che il marito
fosse uno del ceppo di Barabba,
piuttosto che un cristiano!...

(Forte)Ma qui si perde tempo...
Vi prego, pronunciate le sentenza.

Porzia - Una libbra di carne del mercante
è tua. La legge te ne dà il diritto,
e questa Corte te l'attribuisce.

Shylock - O giustissimo giudice!

Porzia - E tu dovrai tagliare questa carne
dal suo petto. La legge lo permette,
e la Corte lo riconosce giusto.

Shylock - Oh, dottissimo giudice!
Quale sentenza!...

(Ad Antonio)
Ebbene, su, prepàrati.

Porzia - Un momento; c'è ancora qualcos'altro.
Questo contratto qui
non ti assegna una goccia del suo sangue;
dice soltanto: "Una libbra di carne".
Prenditi dunque quello che ti spetta,
vale a dire la tua libbra di carne;
ma, nel tagliarla, se farai versare
solo una goccia di sangue cristiano,
in forza delle leggi di Venezia,
ti saran confiscate terre e averi
a favor dello Stato di Venezia.

Graziano - Oh, giustissimo giudice!...
Vedi, giudeo, che giudice sapiente!

Shylock - Dice così la legge?

Porzia - Ecco, tu stesso puoi leggerne il testo;
ché, dal momento che tu vuoi giustizia,
giustizia avrai più di quanta desideri,
puoi star sicuro.

Graziano - Oh, giudice sapiente!
Vedi, giudeo, che giudice sapiente?

Shylock - Quand'è così, accetto l'altra offerta:
mi sia versato il triplo dei miei soldi
e il cristiano sia sciolto da ogni debito.

Bassanio - Ecco il denaro.

Porzia - Al tempo!
L'ebreo deve ottener piena giustizia.
Al tempo, senza fretta. A lui non spetta
che la penale scritta nel contratto.

Graziano - Oh, giudeo! Quale giudice sublime,
qual giudice sapiente!

Porzia - Perciò prepàrati a tagliar la carne,
ma bada bene a non versare sangue,
ed a non ritagliar, né più e né meno,
che una libbra di carne ben precisa;
perché se ne tagliassi in più o in meno,
foss'anche questo "più" o questo "meno"
la ventesima parte d'uno scrupolo,
sì, dico, anche qualcosa
che sposti la bilancia d'un capello,
per te sarà la morte,
e tutti tuoi averi confiscati.

Graziano - Un secondo Daniele!...
Un Daniele, giudeo! Ora, infedele,
sono io che ti tengo per il collo!

Porzia - Che fa il giudeo, perché sta fermo e muto?
Prenditi dunque quello che ti spetta.

Shylock - Datemi il mio danaro,
e lasciatemi andare.

Bassanio - L'ho qui pronto;
prendilo, è tuo.

Porzia - No, no, l'ha rifiutato
in faccia a questa Corte; deve avere
la giustizia da lui stesso richiesta,
vale a dire l'esatto adempimento
del suo contratto, e basta.

Graziano - Un Daniele, lo dico e lo ripeto,
un secondo Daniele! Ti ringrazio,
ebreo, che m'hai insegnato questo nome!

Shylock - Non riavrò nemmeno il mio denaro?

Porzia - Giudeo, tu devi aver quello e nient'altro
ch'è stato stabilito nel contratto,
da prelevare a tuo completo rischio.

Shylock - E allora al diavolo la mia penale,
e che buon pro gli faccia!
Non starò qui a discutere più a lungo.

Porzia - Un momento, giudeo. Aspetta, aspetta.
La legge ha un altro appiglio su di te.
È scritto nelle leggi di Venezia
che se è provato contro un straniero
che questi abbia cercato di attentare
con maneggi diretti od indiretti
alla vita d'un cittadino veneto,
la parte contro cui egli ha tramato
dovrà ottenere metà dei suoi beni,
l'altra metà essendo devoluta
alle casse private dello Stato,
e la vita del reo resta affidata
alla mercé del Doge, senza appello.
E tu ricadi in questa fattispecie;
poiché dal tuo agire emerge chiaro
che in maniera diretta ed indiretta
hai tramato a insidiar la stessa vita
del convenuto, e sei perciò incappato
nella sanzione che ho indicato sopra.
Ti conviene pertanto inginocchiarti
ed invocar dal Doge la clemenza.

Graziano - Chiedigli che tu possa aver licenza
d'impiccarti da te; per quanto, credo,
con i tuoi beni tutti confiscati,
a te non resterà nemmeno tanto
da comprarti una corda, ed impiccato
dovrai essere a spese dello Stato.

Doge - Perché tu veda quanto il nostro spirito
sia diverso da quello che tu credi,
io qui ti faccio grazia della vita
prima che tu lo chieda.
In quanto alla metà dei tuoi averi,
essa è di Antonio; l'altra va allo Stato;
questa però un tuo atto di umiltà
potrà ridurre a una semplice ammenda.

Porzia - La parte dello Stato, beninteso,
non già quella di Antonio.

Shylock - Ma sì, toglietemi la vita e tutto,
non fatemene grazia, a questo punto!
Mi togliete la casa,
se togliete il sostegno che la regge;
mi togliete la vita,
se mi togliete i mezzi su cui vivo.

Porzia - Che concessione gli puoi fare, Antonio?

Graziano - Un bel capestro, gratis;
e niente più, per amore di Dio!

Antonio - Se così piaccia al mio signore il Doge
ed alla Corte, abbonargli l'ammenda
per metà dei suoi beni, a me sta bene;
a condizione che l'altra metà
la lasci in uso fiduciario a me,
per darla, alla sua morte, al gentiluomo
che ultimamente ha rapito sua figlia...
Due altre cose sian da prevedere:
primo, che in cambio di questo favore,
egli si faccia subito cristiano;
secondo, che davanti a questa Corte,
ei dichiari di fare donazione
di tutto che possiede alla sua morte,
a suo figlio Lorenzo ed a sua figlia.

Doge - Dovrà farlo, o gli revoco la grazia
della vita che gli ho testé concessa.

Porzia - Ti sta bene, giudeo? Che hai da dire?

Shylock - Mi sta bene.

Porzia - Scrivano, stendi allora
l'atto di donazione.

Shylock - Vi scongiuro,
fatemi andare... Non mi sento bene.
Vogliate farmi pervenire a casa
l'atto di donazione, per la firma.

Doge - Va' pure, ma prepàrati a far tutto.

Graziano - Al battesimo tu dovrai avere
due padrini; s'io fossi stato giudice,
ne avresti avuti una diecina in più
per condurti alla forca, non al fonte.

(Esce Shylock)

Doge -
(A Porzia) Signore, resterete con me a pranzo?

Porzia - Chiedo umilmente scusa a vostra grazia,
ma devo stare a Padova stasera,
e convien che mi metta in viaggio subito.

Doge - Mi spiace molto che non siate libero.
Antonio, lascio a voi di compensare
come merita questo gentiluomo;
ché, a mio avviso, gli dovete assai.

(Esce con il seguito)

Bassanio - (A Porzia)
Chiarissimo dottore, grazie a voi
ed alla illuminata vostra mente,
oggi il mio amico Antonio ed io con lui
siamo stati prosciolti ed affrancati
da due condanne molto dolorose.
In compenso noi due, con tutto il cuore,
vorremmo offrirvi, pel vostro disturbo,
i tremila ducati dell'ebreo.

Antonio - E soprattutto vi restiam in debito
d'affetto e di servigi in sempiterno.

Porzia - È già ben compensato
colui che è soddisfatto di se stesso;
ed io, nell'affrancarvi,
tale mi sento e bene compensato.
Il mio animo anzi mai finora
s'era sentito così mercenario.
Vorrei solo pregarvi,
se ci sia dato d'incontrarci ancora,
di non far finta di non riconoscermi.
E così tanti auguri, e mi congedo.

Bassanio - Caro signore, debbo proprio insistere:
degnatevi accettar da noi qualcosa
per ricordo; se non come onorario,
almeno come omaggio personale.
Di grazia, concedetemi due cose:
di non dirmi di no e di perdonarmi.

Porzia - Poiché insistete tanto, accetterò.

(Ad Antonio)
Datemi i vostri guanti:
li porterò con me per amor vostro;

(A Bassanio)
come per amor vostro accetterò
questo anello da voi...

(Fa l'atto di voler sfilare l'anello dal dito di Bassanio,
ma questi ritrae la mano)
non voglio altro...
fermo, non ritraete questa mano...
non vorrete negarmi questo dono
come segno d'affetto!

Bassanio - Questo anello?...
O santo Dio! È una cosa da nulla,
una bazzecola insignificante!

Porzia - Non accetterò altro fuor che questo;
sento anzi, adesso, di desiderarlo.

Bassanio -
Per me, in questo anello, signor mio,
c'è molto più del suo valore intrinseco.
Son disposto magari a farvi dono
del più prezioso anello di Venezia,
dovessi pur cercarlo per proclama;
ma questo no, vi prego. Perdonatemi.

Porzia -
Vedo, signore, quanto liberale
voi siate nell'offrire; poco fa
sembravate spronarmi a mendicare,
ed ora m'insegnate, a quanto pare,
come rispondere ad un mendicante.

Bassanio -
Questo anello, gentile mio signore,
m'è stato dato in dono da mia moglie;
ed ella, quando me lo mise al dito,
volle che le giurassi di non venderlo,
o darlo via, o perderlo comunque.

Porzia -
Questa è la scusa addotta da molti uomini
per sottrarsi dal fare dei regali;
ma vostra moglie, se non è una sciocca,
quando avesse saputo quanto bene
io abbia meritato quest'anello,
non vi potrà serbar lungo rancore
per il fatto di avermelo donato
Comunque, pace a voi!

(Esce con Nerissa)

Antonio -
Bassanio, amico, dàgli quell'anello;
a fronte del divieto di tua moglie
valuta i suoi servigi ed il mio amore.

Bassanio -
Va', Graziano, di corsa, va', raggiungilo,
dagli l'anello e menalo, se puoi,
alla casa d'Antonio. Va', fa' presto.

(Esce Graziano)
E noi, tu ed io, subito dietro...
E domattina presto tutti e due
a Belmonte di volo. Andiamo, Antonio.

 
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