Creato da senzaconfini2015 il 31/12/2014
Libero pensiero ed analisi dei fatti sono alla base del lavoro dei collaboratori di questo blog.
 

 

« Padre Placido CorteseIl terrorismo jihadista ... »

La scuola primaria di oggi in Italia

COME È LA SCUOLA ITALIANA DI OGGI?

Il punto di vista di un‘insegnante della scuola elementare

In Italia la riforma della scuola è un argomento sempre di attualità anche perché, pure quando c'è stata, essa è stata parziale e ha riguardato un solo ordine o categoria: la scuola dell'infanzia, quella primaria, l'università, il personale.
Ora si parla tanto di immissione in ruolo dei docenti precari e di organizzazione ma nessuno oltre agli addetti ai lavori sa né sembra preoccupato di conoscere qual è la realtà della scuola italiana, cioè il vissuto degli insegnanti, dei dirigenti, degli studenti, del personale amministrativo e ausiliario che in essa quotidianamente opera e apprende.
Sono andata perciò ad intervistare un'insegnante di una scuola elementare del centro di Trieste con 36 anni di esperienza, che mi ha dato la sua disponibilità ma desidera mantenere l'anonimato.

1. Vorrei che mi descrivesse innanzitutto qual è l'organizzazione adottata dalla sua scuola: insegnante unico (ma esiste ancora?), impostazione di tipo modulare, altro
Nella mia scuola non è mai stato introdotto il cosiddetto "insegnante unico", in quanto la Dirigente Scolastica ha ritenuto opportuno avvalersi delle professionalità acquisite dalle singole insegnanti. Una delle critiche più significative all'introduzione dell'insegnante unico era proprio il fatto che non teneva conto dell'acquisizione di specifiche competenze degli insegnanti, raggiunte dopo lunghi anni di lavoro in team nei moduli e conseguente ripartizione delle materie di insegnamento. Un insegnante che ha per anni insegnato matematica e scienze ha acquisito una elevata professionalità nella didattica di quelle specifiche materie e certamente si è aggiornata soprattutto o soltanto in quelle. La nostra dirigente ha cercato di valorizzare e mantenere queste competenze assegnando le insegnanti a 2 classi parallele e affidando l'italiano e altre 2 materie ad un insegnante e la matematica e altre 2 materie ad un secondo insegnante. Le materie rimanenti sono:
- l'ambito antropologico, affidato trasversalmente ad una insegnante che opera in verticale su più classi;
- l'educazione motoria, assegnata ad un'unica insegnante che insegna in tutte le classi della scuola, valorizzando proprio le sue specifiche competenze;
- l'inglese, assegnato alle insegnanti di classe, se provviste dei titoli specifici, o ad altri insegnanti della scuola, che "entrano" quindi in altre classi;
- la religione, come sempre, assegnata ad una insegnante nominata dalla Curia, affiancata da un'altra insegnante che copre le attività alternative.
Le precedenti riforme, oltre a ridurre drasticamente gli organici degli insegnanti hanno anche e conseguentemente ridotto l'orario settimanale delle lezioni. Di conseguenza, per mantenere un'offerta educativa adeguata e non penalizzare alcune materie a discapito di altre si è optato per un'organizzazione oraria articolata in 30 unità didattiche settimanali di 50 minuti da svolgersi da lunedì a venerdì dalle ore 8.00 alle 13.20. L'orario settimanale di lezione prevede l'assegnazione di 2 unità didattiche contigue all'italiano e alla matematica.

2. Nel rispetto del suo desiderio di anonimato, potrebbe descrivermi una classe tipica della sua scuola ?

Le classi della mia scuola sono ordinariamente formate da circa 20 alunni, più o meno metà maschi e metà femmine, 1/3 dei quali è generalmente straniero. In quasi tutte le classi è poi inserito uno o più bambini portatori di handicap (ex legge 104) e/o scolari con certificazione DSA (legge 170) e BES. In presenza di alunni portatori di handicap, nella classe operano pure uno o più insegnanti di sostegno e, in caso di handicap particolarmente gravi, c'è pure l'aiuto degli educatori.

3. Chi sono e come operano gli insegnanti di sostegno
Gli insegnanti di sostegno sono insegnanti in possesso di una preparazione nella didattica speciale per l'integrazione degli alunni "diversamente abili", conseguita attraverso alla frequenza di un ulteriore anno di studi post-universitari. Essi vengono assegnati alla classe e non - come erroneamente si pensa - all'alunno, per realizzare, assieme ai colleghi, l'integrazione scolastica dell'alunno diversamente abile e contemporaneamente collaborare alla gestione di tutto il gruppo classe, aiutando tutti coloro che ne hanno bisogno. Essi sono pertanto contitolari della classe in cui operano e come tali contribuiscono alla valutazione di tutti gli alunni e ne firmano i documenti. Loro compito specifico è la predisposizione di un Piano Educativo Individualizzato per ciascun alunno diversamente abile presente nella classe in collaborazione con gli operatori socio-sanitari, la famiglia, i docenti contitolari.
4. E gli educatori?
Le educatrici sono invece assegnate ai singoli bambini e li supportano nelle ore in cui sono presenti, alternandosi all'insegnante di sostegno.

5. A quanto mi dice, la realtà della scuola elementare di oggi è molto diversa da quella di un tempo, che era più omogenea, senza bambini handicappati e stranieri e con, al massimo, qualche alunno con difficoltà di apprendimento

La presenza di bambini stranieri, portatori di handicap, con bisogni educativi speciali, con disturbi specifici di apprendimento e bisogni educativi speciali, costituisce da tempo una realtà consolidata nella scuola per cui gli insegnanti di oggi devono avere la sensibilità psicologica e pedagogica e la preparazione didattica necessarie per operare in una realtà difficile e complessa. Le classi prevalentemente omogenee di un tempo sono un retaggio del passato.

6. L'inserimento in una classe di bambini stranieri quali difficoltà o problemi comporta?

Le difficoltà dell'inserimento in una classe di un bambino straniero sono di diverso genere, e non solo linguistico; esse dipendono innanzitutto dalla classe e dal periodo dell'anno in cui avviene la sua iscrizione, perché essere inseriti all'inizio dell'anno scolastico in una prima classe è diverso e presenta minori difficoltà che essere inseriti ad anno scolastico già iniziato in un gruppo-classe già costituito e magari in una III/IV classe. Ma si può generalmente dire che l'integrazione di un alunno straniero è molto legata a quella dei genitori; laddove intervengono fattori culturali che limitano o condizionano la frequentazione dell'ambiente esterno da parte delle famiglie, questi stessi fattori incidono anche sulla completa integrazione dei bambini.
7. Per comprendere meglio la situazione, ci spieghi, per favore, in che cosa consiste la legge 104 e cosa significano le sigle BES e DSA, che ha citato prima

La legge n. 104 del 5 febbraio 1992 riguarda l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate, che devono essere riconosciute tali da un'apposita commissione. Negli ultimi anni, per il contenimento della spesa pubblica, è diventato sempre più difficile ottenere una certificazione di handicap; riescono ad averla soltanto i bambini veramente gravi, in quanto i disabili certificati presuppongono l'assegnazione dell'insegnante di sostegno e magari anche di un educatore. Questi parametri più ristretti hanno in realtà lasciato senza supporto un gran numero di bambini, che una volta sarebbero stati certificati. Per ovviare a questo inconveniente il legislatore è intervenuto con la legge 170 sui DSA, cioè sui Disturbi Specifici di Apprendimento e l'individuazione dei BES (Bisogni Educativi Speciali), obbligando gli insegnanti ad un maggiore e non indifferente carico di lavoro in più senza corrispettivo economico. Per questi bambini infatti deve essere predisposto un protocollo che prevede un patto educativo tra la famiglia e la scuola, nel quale il carico maggiore è per gli insegnanti, che devono garantire programmazioni individualizzate, attività didattiche, lezioni e verifiche differenziate a seconda dei bisogni.

8. I maggiori problemi che un insegnante deve affrontare oggi riguardano l'insegnamento/apprendimento o altro?
I maggiori problemi che oggi si devono affrontare a scuola sono:
- differenziare e diversificare la didattica, lavorando contemporaneamente con tutti i bambini. Questo comporta un grande lavoro di preparazione a casa non riconosciuto e non retribuito
- La burocrazia. E' necessario compilare documenti e scartoffie varie in misura esagerata e anche questo è un onere aggiuntivo
- Il grande numero di riunioni e attività varie pomeridiane, che appesantiscono ulteriormente il lavoro
- La cattiva distribuzione degli incarichi, che aggrava il lavoro dei pochi docenti disponibili.
L'attuale riforma renziana, che prevede l'assegnazione di poteri manageriali al dirigente scolastico, grazie ai quali egli può nominare gli insegnanti che ritiene più idonei - per i loro requisiti di professionalità e competenza - allo svolgimento di un dato compito, abbisogna - a mio avviso - di un'attenta riflessione. Certamente, il sistema delle graduatorie ha dimostrato più volte la sua inefficienza, in quanto nelle liste sono inseriti talvolta anche insegnanti incompetenti, che devono comunque essere nominati, mentre circondarsi di insegnanti professionalmente preparati e volonterosi e con la medesima visione pedagogica della scuola è condizione per un buon funzionamento della stessa. Assegnare però questi compiti soltanto ad una persona presenta, a mio avviso, il rischio di non offrire la garanzia che tutti i dirigenti opererebbero realmente per il bene della scuola e degli alunni e di aprire la strada a paternalismi e clientelismi.

9. Come sono i bambini di oggi per quanto riguarda l'apprendimento: più o meno pronti che nel passato?
Per quanto riguarda gli apprendimenti, i bambini sono sempre bambini, ma si nota una progressiva e sempre più accentuata difficoltà di attenzione e concentrazione durante le attività didattiche, che io imputo in parte alla tecnologia (computer, telefonini,... danno e richiedono risposte veloci e immediate,...)

10. E per quanto riguarda il comportamento?
Il comportamento dei bambini rispecchia quello degli adulti; se le famiglie sono educate e collaborative il loro comportamento sarà corretto altrimenti no.

11. E le famiglie? Sono collaborative o disinteressate? Più o meno che nel passato?
Purtroppo da parte delle famiglie la collaborazione non è sempre ottimale, anzi a volte c'è proprio disinteresse o aperto antagonismo. Spesso, purtroppo, i genitori non manifestano alcun rispetto per gli insegnanti, ne criticano l'operato dando "consigli" sulla didattica, e, pur non essendo presenti in classe, ne giudicano l'operato e ne mettono in dubbio competenza e professionalità. Tutto questo, specie nelle situazioni difficili, rende più gravoso il compito degli insegnanti e si ripercuote negativamente sul rendimento scolastico e sul comportamento degli alunni che abbisogna della collaborazione scuola-famiglia.

12. Per concludere, il maggior onere del lavoro scolastico oggi nella scuola elementare è costituito dall'insegnamento, dalla conduzione della classe o da altre attività?

L'insegnamento e la conduzione della classe dovrebbero essere gli oneri principali ma talvolta passano in secondo piano di fronte agli impegni pomeridiani e burocratici quali:

- collegi dei docenti
- consigli di interclasse
- assemblee dei genitori per l'elezione dei rappresentanti
- riunioni con gli esperti per situazioni particolari
- riunioni ex legge 104
- compilazione e condivisione con le famiglie dei protocolli per BES e DSA
- colloqui con le famiglie
- correzione e tabulazione delle prove Invalsi
- preparazione delle verifiche e formulazione delle verifiche differenziate per chi ne abbia bisogno
- correzione delle verifiche
- preparazione delle lezioni in classe
- tabulazione dei voti in preparazione degli scrutini
- scrittura dei documenti ufficiali (schede di valutazione, registri, ...)
- consegna delle schede di valutazione
- riunioni settimanali di programmazione per classe e per plesso
- e non è tutto

Dunque la professionalità del docente oggi è complessa ed implica, oltre alle competenze disciplinari e pedagogico-didattiche per trasmetterle agli alunni, quelle psicologiche e sociologiche per relazionarsi con l'ambiente lavorativo.

13. A questo punto sorge spontanea un'altra domanda: quante sono, in media, le ore lavorative settimanali di un insegnante?

È difficile quantificare con esattezza le ore lavorative settimanali perché ci sono periodi dell'anno scolastico in cui ogni pomeriggio della settimana è impegnato con riunioni ed altri in cui le convocazioni sono più diradate, pur permamendo il carico pomeridiano di impegni relativi alla gestione della classe e alla didattica (verifiche, preparazione delle lezioni,...)

Il tutto, se non erro, per uno stipendio che si aggira intorno ai 1.500/1.700 € al mese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Ultime visite al Blog

maryl_boJin_Lemonmik_1959renzotosoliniGiusy2dglcetta59ester74braide2carnevaledeglialunnirussogiusi.gventuriniaceTinckachristie_malryElemento.Scostantelacrimescarlatte
 

Ultimi commenti

Chi puņ scrivere sul blog

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963