SergioCasoni

La realtà di un sogno

Creato da infinity00 il 13/11/2007

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La tempesta della vita

Post n°85 pubblicato il 28 Settembre 2009 da infinity00
Foto di infinity00



Sono trascorsi diversi giorni da quando Franco ha lasciato la città e solo ieri ho ricevuto una sua lettera. Si avete letto bene, “lettera”. So bene che oggi giorno nessuno scrive più lettere, ma Franco è un uomo fuori dall'ordinario, una persona d'altri tempi, come un animale in via d'estinzione.

In quello che ha scritto mi è parso di capire che non stia attraversando un periodo felice ed è per questo ha deciso di fare un bel viaggio. A volte la vita ci riserva sorprese amare e non sempre riusciamo ad accettarle, a superarle. Il mondo continua a correre e noi ci accorgiamo che non riusciamo più a tenere i suoi ritmi così frenetici, solo quando è troppo tardi. Franco non è più riuscito a tenere il passo e si è sentito schiacciato da questo peso sempre più grande da sostenere, così ha mollato gli ormeggi per prendere il largo alla ricerca di quella calma, di quella serenità che aveva perso da tempo. So quello che state pensando: mollare non è la cosa migliore da fare. Lo so bene e pure Franco sa come ci si dovrebbe comportare in situazioni del genere, ma non è sempre così facile come può sembrare. Di sicuro non bisogna mai mollare, ma cosa si deve fare quando il nemico è dentro di te, quando tutto quello in cui credi lo vedi crollare come un castello di carta sotto il gelido freddo del nord? Non hai più punti fermi, nessun riferimento. In quei momenti, sei come una piccola barca a nel grande oceano, al centro di una tempesta, con gli strumenti rotti e il cielo oscurato dalle nuvole, non hai più riferimenti. Ti senti perso, in balia delle onde e ti lasci trasportare dalla corrente della vita, verso l'ignoto. Bisogna riprendere le redini, tenere il timone ben saldo, ma solo in quel momento ti accorgi di quanto sia forte la tempesta e di quanto tu possa fare poco da solo. Cerchi aiuto, ma sulla nave sei da solo, come nella vita. Dopo la disperazione subentra la fobia e poi la disperazione che ti veicola verso la follia, l'emarginazione. Ti isoli, spaventato da tutto ciò che ti circonda, timoroso che qualcuno possa scoprire la tua impossibilità a tenere il timone della nave e così fingi di non avere problemi e lo fai così bene che tu stesso sei il primo a convincerti che quella è una splendida giornata e che tutto va bene.

La situazione si fa sempre più critica e ti ritrovi a dimenarti nelle sabbie mobili sprofondando sempre di più verso l'ignoto. Cammini per la strada e ti accorgi che le gambe non ti sostengono più come prima, tremano sotto il peso della follia che incombe. Nessuno sa come uscire dalla furia del ciclone, prima di esservi entrato, non ci sono regole scritte, nessun manuale, ma soprattutto nessuna certezza. Sono pochi quelli che sono riusciti a venirne fuori e lo hanno fatto contando solo sulle proprie forze, vincendo piccole battaglie giorno dopo giorno.

Nemmeno io credevo che sarebbe potuto accadere a Franco, eppure è accaduto. Ora sta su quella piccola barca nel centro del ciclone, circondato dal mare in tempesta e sta lottando per ritrovare la calma e la serenità che ogni uno di noi ha bisogno per vivere la vita.

Per il momento è tutto ciò che posso dirvi, spero solo di darvi presto buone notizie.

 
 
 

Una lettera di Franco

Post n°84 pubblicato il 08 Settembre 2009 da infinity00
Foto di infinity00

Come lo scorso anno, Franco ha preso il volo.

Non so spiegarvi il perché, e da quando lo conosco, posso dire che questo suo scomparire ogni anno a fine estate, sta diventando una sorta di tradizione.

Sono andato a trovarlo la scorsa sera, dopo alcuni giorni che non avevo avuto più sue notizie e nella sua casa di montagna vuota, ho trovato una lettera sotto lo zerbino.

Tipo di Franco, un uomo che vive in un modo tutto suo, una persona d'altri tempi, di quelli che nel ventunesimo secolo continuano a scrivere lettere a posto di messaggini o di e-mail. Dopo averla letta, ero indeciso su cosa ne avrei fatto di quella lettera. Riporla nella sua busta e metterla al sicuro tra le pagine di un libro, ho rendervi partecipi e riportarla nel mio blog.

Difficile interpretare i pensieri di Franco, ma sono sicuro che anche lui avrebbe fatto la stessa identica cosa.

Caro Sergio

Non riesco più a rimanere indifferente a quello che sta accadendo. Ho sempre lottato contro le ingiustizie, ma giorno dopo giorno, sento sempre di più il peso del mio fallimento. Solo ora riesco a capire cosa provava Don Chisciotte nel lottare contro i mulini a vento. Un senso di impotenza, fallimento, solitudine. Continuare a vivere in un mondo che per anni si è combattuto convinti del dilagare della follia e poi di colpo un giorno, ti svegli e ti accorgi che i diversi siamo noi. Mi dispiace, so che non è da me, ma ho perduto la voglia di lottare contro qualcosa che non riuscirò mai a sconfiggere. Siamo rimasti in pochi a volere un mondo migliore, un cambiamento possibile, ma non realizzabile da solo.

Ho incontrato un vecchio amico che tra due giorni salperà dal porto di Ancona con la sua barca a vela. Non so dove andremo e onestamente conoscere la meta non mi interessa. Ho bisogno di raccogliere le idee e una gita in barca, credo che sia il mezzo migliore per farlo.

Non preoccuparti per me, mi terrò in contatto.

Franco.”



Per il momento, non ho altre notizie di Franco, ma sarà mia premura tenervi informati.

 

 

 
 
 

Non c'è peggior sordo di chi ....

Post n°83 pubblicato il 30 Agosto 2009 da infinity00
 
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Non ricordo chi, ma qualcuno disse: “Non c'è peggior sordo, di chi non vuole ascoltare”.
Argomento vecchio, ma credo sempre d'attualità. Spesso le persone litigano per delle incomprensioni. Vicini che si denunciano, amicizie che finiscono, legami come quello tra genitore e figlio o tra fratelli, il tutto per delle parole non capite; fraintese.
Più di una volta mi sono domandato il perché e la spiegazione che sono riuscito a darmi è che quando le persone discutono, ogni uno è talmente preso a far valere le proprie idee, le proprie ragioni, che non perde nemmeno un secondo ad ascoltare ciò che gli dice il suo interlocutore, finendo in un crescendo di chi alza di più il tono della voce, con la vana illusione che funzioni come nel mondo animale; vince il più forte, chi riesce a dominare l'altro.
Fondamentalmente, siamo tutti presi a salvaguardare i nostri interessi, incuranti se il nostro fare possa ledere chi ci sta vicino. In altre parole, non siamo affatto altruisti.
Certo siamo i primi che vanno a messa la domenica, quelli che sembrano essere sempre in prima linea a dispensare buoni consigli e ad aiutare il prossimo, ma quella è solo una splendida facciata. Di fatto noi esseri umani, ci consideriamo una razza evoluta, intelligente, capace di ragionare a differenza degli animali che agiscono distinto, seguendo solo la legge del più forte, ma alla fine siamo come loro se non peggio. Avete mai pensato a cosa accadrebbe se vivessimo in una società in cui non ci fosse un governo, un organo di giustizia, qualcuno che ci dia delle regole da seguire? Il caos. Quello sarebbe una “utopia”, un modo fantastico, ma con tutta probabilità non realizzabile. In un mondo come quello appena descritto, le persone finirebbero con l'uccidersi, perché noi uomini siamo così intelligenti che non riusciamo a fare altro che distruggere tutto quello che tocchiamo.
Perché non riusciamo a convivere senza il bisogno di seguire delle leggi, delle regole? Forse dovremmo chiederlo agli animali, loro di sicuro la sanno più lunga di noi.

 

 
 
 

Angeli

Post n°82 pubblicato il 22 Agosto 2009 da infinity00
 
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Molti nella vita, hanno avuto dei momenti che potremmo definire non proprio brillanti.
In quei momenti avremmo fatto qualsiasi cosa per risolvere i nostri problemi, compreso vendere l'anima al diavolo.
E' sorprendente cosa sarebbero disposte a fare le persone, quando si trovano in difficoltà.
Cosa accadrebbe invece se tra noi ci fossero degli Angeli pronti a darci una mano?
Una provocazione? Chiamatela come volete, ma non avete ancora risposto alla mia domanda. Certo è assurdo e ha molti può sembrare pazzesco, ma se tra noi ci fossero degli Angeli disposti ad aiutarci?
Quando si dice Angelo, nel nostro immaginario pensiamo ad una entità divina, asessuata, bionda vestita di bianco e con due grandi ali bianche e se non fosse proprio così?
Certo la religione Cristiana ci ha spiegato chi sono gli Angeli, ma cerchiamo di andare oltre, cerchiamo di essere più realistici.
Come dicevo prima, nella vita, quasi tutti noi abbiamo attraversato dei momenti difficili e spesso li abbiamo superati con l'aiuto di qualcuno che ci è stato accanto: un amico, una preghiera, un Angelo.
Potremmo chiamarlo in mille modi, ma di fatto quella persona, o Angelo che sia, è stato colui che ci è stato vicino, quello che ci ha aiutati a ritrovare la fiducia persa, la voglia di andare a vanti, la forza di combattere l'ultima battaglia, o semplicemente il coraggio di accettare la realtà della vita, che sempre più spesso risulta  cruda e difficile d'accettare.
Angeli. Non so dirvi se gli Angeli, quelli con la “A” maiuscola esistano veramente, per  certe cose bisogna avere fede. Lungo il nostro cammino, si incontrano persone capaci di infonderci quella fiducia che in alcuni momenti perdiamo e da soli non riusciremo mai a ritrovare. Amici? Angeli? chiamateli come volete, ma per me non c'è molta differenza  tra un Angelo e chi ci sorregge nel momento del bisogno, ma la cosa ancora più importante è credere in noi stessi e non perdere mai la fiducia, perchè nella vita, tutto è possibile.

 
 
 

Superbia

Post n°81 pubblicato il 21 Agosto 2009 da infinity00
 
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La superbia, è uno dei setti peccati capitali.
Per definizione il superbo, è colui che è innamorato della propria superiorità. L'uomo in quanto tale, ha sempre sentito l'esigenza di affermare la propria identità, l'essere superiore a chi gli sta accanto, nella continua e inutile lotta di essere il migliore. Bisogna anche dire che c'è una sottile differenza tra colui che è superbo e quello che è orgoglioso. Il primo non ha scrupoli a calpestare chiunque si interponga tra lui e la sua adorata meta: il successo. Il secondo è quella persona testarda a tratti intransigente, che non scenderà mai a compromessi, sempre pronto a difendere la propria identità, e per nessun motivo disposto a farsi calpestare.
La società in cui viviamo, ci sta incanalando in uno standard che personalmente non condivido molto. In particolare non capisco perché dovremmo essere tutti uguali. Sin dalla sua origine l'uomo è stato diverso l'uno dall'altro, ognuno con le sue idee, con i suoi gusti, ma poi nel tempo tutto questo è andato lentamente scomparendo. Sembra che le persone non abbiano più personalità, limitandosi a imitare chi hanno accanto, in un circolo vizioso senza fine. In una società come questa il superbo ha terreno fertile, mentre l'orgoglioso è il male che va isolato e debellato, con metodi che sempre più spesso si possono riassumere in una parola: “mobbing”.
Parlando di questo con Franco, siamo giunti alla conclusione, che nella nostra società, ci sono sempre più persone superbe, con poca dignità, impegnati solo ad apparire e per raggiungere il loro scopo, sono disposte a svendersi e a servire.
Le persone dovrebbero capire, che la diversità di pensiero, di cultura, d'idee, non può che essere positiva per la crescita e lo sviluppo. Non dovremmo aver paura di chi la pensa diversamente da noi, solo confrontandoci si può sviluppare una società migliore di quella in cui ci troviamo.
Stiamo vivendo in un modo dove la globalizzazione sta facendo da padrone e questo sarebbe dovuto essere un bene per noi, invece ci troviamo in una realtà in cui i piccoli sono spariti, calpestati dei grandi. E dove ci troviamo ora? In una società in cui abbiamo meno scelte, meno concorrenza, prezzi standardizzati, obbligati a seguire un percorso che viene paventato come libero, ma di fatto obbligatorio. Ci stanno togliendo la possibilità di scegliere, di decidere. Spero solo che le persone continuino a difendere la libertà di pensiero.

“I cimiteri sono pieni di persone insostituibili.”
George Clemeneau

“Si è orgogliosi quando si ha qualcosa da perdere e umili quando c'è qualcosa da guadagnarci.”
Herny James

“La vita è una lunga lezione di umiltà.”

J.M.Barrie

 
 
 

Bullismo

Post n°80 pubblicato il 16 Agosto 2009 da infinity00
 
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Proprio ieri navigando in internet, mi sono imbattuto in un sito che parlava di “Bullismo”, un fenomeno che sempre più prende piede nella nostra società.
La prima cosa che ho fatto è stata quella di andare su Wikipedia e digitare nel campo di ricerca proprio la parola “Bullismo” e ne è uscito quanto segue: “Con bullismo si indica generalmente nella letteratura psicologica internazionale (il fenomeno delle prepotenze perpetrate da bambini e ragazzi nei confronti dei loro coetanei soprattutto in ambito scolastico). In particolare con il termine bullismo si intende riunire aggressori e vittime in un'unica categoria. Esistono diversi tipi di bullismo, che si dividono principalmente in bullismo diretto e bullismo indiretto.
Il bullismo diretto è caratterizzato da una relazione diretta tra vittima e bullo e a sua volta può essere catalogato come:
bullismo fisico: il bullo colpisce la vittima con colpi, calci o spintoni, o la molesta sessualmente;
bullismo verbale: il bullo prende in giro la vittima, dicendole frequentemente cose cattive e spiacevoli o chiamandola con nomi offensivi o minacciandola;
bullismo psicologico: il bullo ignora o esclude la vittima completamente dal suo gruppo o mette in giro false voci sul suo conto;
cyberbullying o bullismo elettronico: il bullo invia messaggi molesti alla vittima tramite sms o in chat o la fotografa/filma in momenti in cui non desidera essere ripreso e poi invia le sue immagini ad altri per diffamarlo, per minacciarlo o dargli fastidio.
Il bullismo indiretto è meno visibile di quello diretto, ma non meno pericoloso, e tende a danneggiare la vittima nelle sue relazioni con le altre persone, escludendola e isolandola per mezzo soprattutto del bullismo verbale e quindi con pettegolezzi e calunnie sul suo conto.
Una prima distinzione di variabili di Bullismo è in base al sesso del bullo: i bulli maschi sono maggiormente inclini al bullismo diretto, mentre le femmine a quello indiretto.”


Poche righe per definire uno dei peggiori mali, “frutto” della nostra società. Mi è capitato di assistere a fenomeni che alcuni adulti giustificano come “giochi tra bambini”, ma personalmente non sono della stessa idea.
I bambini dovrebbero giocare tra loro, in armonia. Certo a vole può capitare che bisticcino, ma non credo sia normale che si coalizzino per deridere, estraniare, umiliare un loro coetaneo. Tutti siamo stati bambini, anche se in epoche diverse, ma quella attuale credo che sia la peggiore. Non sono un esperto in materia, ma credo che il problema di questa nuova generazione, sia da ricercare all'interno della famiglia, di quella che è cresciuta seguendo delle regole, a volte forse troppo ferree e che ora, mai e poi mai, vorrebbe far subire ai propri figli ciò che hanno subito loro. Trovo questo comportamento a dir poco infantile, perché si passa da un estremo all'altro, senza pensare alle conseguenze che ne possono scaturire. Di fatto si lascia il bambino crescere
con la convinzione che in un gruppo a comandare è il più forte e questa non credo che sia la cosa più giusta. Perché dico questo?  Mi è capitato di assistere ad una scena uguale a quella che ho appena descritto. Dei bambini durante un gioco, stavano escludendo un loro coetaneo, deridendolo, umiliandolo e spronando un bimbo più piccolo a pestarlo per farlo allontanare, il tutto sotto gli occhi dei loro genitori che ridendo dicevano: giocano, sono bambini.
Ho parlato di questa cosa con Franco, e vi lascio immaginare quale sia stata la sua reazione. I bambini di oggi, saranno i grandi di domani, coloro che saranno destinati a guidarci verso un futuro che di certo non lascia presagire nulla di buono. Difficile trovare la causa di questo “male”. C'è chi sostiene sia la televisione, che ci propina una società basata esclusivamente “sull'apparire a qualsiasi costo”, alcuni dicono che si sono persi i valori fondamentali della vita, sostituiti da altri più “venali”. La lista è sicuramente lunga e variegata, e trovare tra le singole voci quale sia quella giusta, diventa come trovare un ago in un pagliaio. Anche Franco concorda con me che la causa non è soltanto una, ma un'insieme di fattori. Di sicuro la strada che stiamo percorrendo, non ci porterà a nulla di buono.
Riscopriamo i valori della vita, l'amore per la famiglia, la voglia di fare, ricordandoci che se “freghiamo” chi ci sta vicino, in realtà ci siamo solo fatti del male da soli.


“Odio questa società che corre a ritmi vertiginosi, che risucchia tutto il nostro tempo, le nostre attenzioni. Sono stanco e mi sento sfinito, in questa guerra quotidiana dove il vincitore è sempre e solo uno. La forza del nostro avversario, è la nostra debolezza. Veniamo costantemente illusi, che se facciamo meglio di chi ci sta vicino, saremo dei vincenti. Niente di più falso.”
Franco Pezzato

 
 
 

Una serata con Franco

Post n°79 pubblicato il 27 Luglio 2009 da infinity00
Foto di infinity00

Finalmente dopo tanto tempo, sono riuscito a convincere Franco a far parte della comunità di Facebook.
Certo per un tipo della sua età e in particolare con il suo carattere, fargli capire come funziona un computer non è facile. Franco ha sempre rifiutato tutto ciò che è tecnologia. Se potesse, vivrebbe come un Mormone e onestamente il suo stile di vita non è molto diverso. Ieri sera, come promesso, sono andato da lui per insegnarli alcune cose, ma poi come immaginavo, abbiamo discusso di tutto, tranne che di computer.
Questa estate, causa il caldo, si è trasferito nella sua casa di montagna. Vorrei dirvi dove si trova, ma... non mi ha dato il permesso di farlo. Chi mi segue da più tempo sa che Franco è un tipo molto particolare, dire che lui è una persona stravagante, non rende a pieno l'idea di che tipo sia. Questo suo carattere, a fatto si che avesse molte conoscenze, ma assai poche amicizie. Io mi ritengo una persona fortunata, lo conosco da molti anni e tra noi è nata una vera amicizia.
Ieri, dopo la solita birra fredda e un buon sigaro, siamo rimasti a parlare fino alle quattro del mattino. L'argomento della nostra conversazione? Difficile dirlo. Sarebbe più corretto dire che ne abbiamo avuti molti, ma quello che ha tenuto banco fino a quando non sono tornato a casa è stato: l'amicizia.
Amicizia, una piccola parola che racchiude in se un significato molto profondo, peccato però, che i più la utilizzano con estrema superficialità. Tempo fa chiesi a Franco quanti amici avesse, e la sua risposta fu davvero sorprendente: “Amici, di amici ne ho molti pochi, forse non ne ho nemmeno uno; tutti gli altri sono solo conoscenti.”
Rimasi per qualche istante in silenzio, poi realizzai cosa mi voleva dire e a quel punto mi sono chiesto quanti amici avessi io.
Spesso le persone, in una società dove l'importante è apparire, si vanta di avere molte amicizie, ma quante sono quelle vere? Un amico è qualcosa di unico. I proverbi dicono che “Chi trova un amico, trova n tesoro”, ma questo sembra più una leggenda metropolitana che una realtà.
Cosa deve avere una persona per essere considerata un “amico”? Non credo di saperlo, immagino che sia colui che ti sa capire, che è sempre disponibile, che ti sa dare il consiglio giusto per ogni cosa, a cui puoi confessare ogni tuo segreto, sapendo che rimarrà tale e in particolare colui su cui puoi sempre contare. Poi però credo che questa mia convinzione sia solo una leggenda metropolitana.
Grazie mille amico mio.

 
 
 

L'isola Che non c'è

Post n°78 pubblicato il 17 Luglio 2009 da infinity00
 
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In questo periodo, sono stato un po' assente. Il lavoro prima e le vacanze poi, mi hanno portato lontano da voi. In questo periodo, tra una birra e due chiacchiere con il mio amico Franco, mi è capitato di leggere un articolo che mi ha colpito molto.
Johnny Depp; vi dice niente questo nome?
Esatto. Il noto attore salito alla ribalta per la serie: “I Pirati dei Caraibi”. Secondo il mio modesto parere, uno dei migliori personaggi che abbia fino ad ora interpretato è stato sicuramente il capitano Jack Sparrow. Personaggio stravagante, eccentrico, originale, imprevedibile, un po come il mio amico Franco. Certo i due non si assomigliano per nulla fisicamente, e di certo Franco non fa l'attore, ma qualcosa mi diceva che avevano molto in comune.
Leggendo l'articolo, la prima cosa che mi ha incuriosito, è stato il vedere la birra che teneva in mano in una delle foto che lo ritraevano. Una “Corona”, la stessa che quella sera mi aveva offerto Franco. Birra gelata, con fetta di limone e rigorosamente bevuta direttamente dalla bottiglia.
In un'altra foto Johnny teneva in mano una vecchia chitarra acustica, di quelle che si suonavano all'inizio secolo. Tranquilli Franco non ne ha una uguale, ma è da una vita che cercare suonarne una senza però riuscirci. La storia si faceva sempre più intrigante. A centro pagina la foto di una nave, più corretto dire uno yacht, costruito nel 2001 in stile rétro, con il bizzarro nome di “Vajoliroja”, ricavato dalle iniziali del suo nome, quello di sua moglie e dei suoi figli. Per una persona di spettacolo e ricca, avere un  yacht privato non è nulla di eccezionale, poi però, continuando a sfogliare le pagine, mi ha incuriosito una foto di un atollo, una piccola isola, immersa nel mare azzurro dei Caraibi. Leggendo l'articolo è emerso che quella piccola isola, con il nome di “Little Hall's Pond Cay” è di fatto la sua isola. L'articolo continuava dicendo che Johnny si reca spesso in quel piccolo angolo di paradiso, dopo ogni film che gira, per rilassarsi.
A quel punto a me e Franco, è stato sufficiente scambiarci uno sguardo. L'isola, un posto perso nel profondo blu dei mari dei Caraibi. Un posto incantevole, di quelli che sembrano esistere solo nei film, un posto dove ogni uno di noi vorrebbe trascorrere almeno un giorno della propria vita, magari nella speranza di scoprire la “Felicità”.
Per me e Franco, un posto come quello rappresenta in parte la “Libertà”.
“Libertà” una parola piccola, ma che racchiude un grande significato.
Non credo che per essere liberi occorra trovarsi in una piccola isola nel mare dei Caraibi, ma l'idea di essere in quel posto, sdraiato su una spiaggia di sabbia bianca, all'ombra di di un'enorme palma, con una birra ghiacciata in mano, le onde del mare che lambiscono i piedi....
Voi che ne dite?

 
 
 

I valori della vita

Post n°77 pubblicato il 16 Giugno 2009 da infinity00
Foto di infinity00

L'estate è finalmente arrivata.
Le giornate si fanno sempre più torride ma quando scende la notte e il sole lascia il posto alle stele, l'aria riacquista la freschezza di un bocciolo di rosa bagnato dalla rugiada. In questo periodo mi capita spesso di uscire di casa dopo cene, e dopo una breve passeggiata, mi ritrovo puntualmente davanti alla casa di Franco.
Mentre il mondo va avanti nella sua folle corsa, Franco continua a vivere la sua vita in un mondo tutto suo. A volte vorrei imitarlo, staccarmi dalla realtà, e frenare questa vita che oramai sembra lanciata in una folle corsa verso l'ignoto. Franco ebbe il coraggio e la forza di gettarsi dal treno in corsa alcuni anni fa, quando si accorse che il treno della vita stava puntando dritto verso l'auto distruzione. Franco non ha il potere di vedere il futuro, quella fu semplicemente una sua visione di quello che sarebbe accaduto, anche se il tempo in parte gli sta dando ragione. I giovani d'oggi crescono privi dei valori della vita, per non parlare della mancanza di rispetto. Un riscontro di ciò l'ho avuto anche l'altro giorno, quando per caso ho incontrato un mio professore delle superiori, ora in pensione, il quale mi  diceva che oggi giorno fare il professore è dura. Gli studenti non ti rispettano più, sono molto più indisciplinati, arroganti e strafottenti più di quanto non lo erano venti anni fa. Difficile capire le cause di tutto ciò, anche se una di queste potrebbe essere la poca presenza dei genitori, più presi dal lavoro, dalla preoccupazione di arrivare a fine mese, e in tutto questo il tempo da dedicare ai figli è sempre meno e a volte nullo.
La scorsa settimana, mia figlia ha fatto il suo primo saggio di danza. E nonostante il lavoro una sera sono riuscito ad arrivare in tempo per vedere le prove. Ero molto stanco, ma quando entrando a teatro, l' ho vista con il costume di scena danzare con tutte le altre bambine, sono come rinato. Lei non si era accorta subito della mia presenza e la sua espressione era seria, concentrata, ma quando mi ha visto a bordo palco, gli occhi si sono come illuminati. L'espressione di gioia e felicità, mi hanno riempito il cuore di speranza e voglia di vivere. Sarò sentimentale, banale, scontato, fate voi, ma secondo Franco quella sera, ho finalmente visto quello per cui vale la pena vivere.

 
 
 

La Morte

Post n°76 pubblicato il 07 Maggio 2009 da infinity00
Foto di infinity00

“La morte è la cessazione di quelle funzioni biologiche che definiscono gli organismi viventi”
Questa è la definizione che “Wikipedia” da, della parola “morte”.
Negli ultimi anni, la vita media di una persona si è notevolmente allungata. Secondo le statistiche,di media, un uomo vive fino a 70 anni. Sembrano molti, ma secondo Franco, sono una goccia d'acqua nell'immenso mare dell'eternità.
Quando siamo bambini, gli anni trascorrono lentamente. La maggiore età sembra lontanissima, ma poi un bel giorno finalmente arriva. Trascorriamo diciotto anni della nostra vita aspettando quel giorno. Nel nostro immaginario pensiamo che al raggiungimento di quella data, saremmo finalmente liberi da ogni regola subita fino a quel momento. Solo con il passare del tempo però, ci si accorge che dal diciottesimo anno di età, il tempo inizia a scorrere velocemente. In poco tempo ci ritroviamo fidanzati, sposati e prima di quanto si possa immaginare, siamo divenuti genitori e tra le braccia stringiamo un bambino al quale siamo pronti a donare tutto il nostro amore e presto il ciclo della vita si ripete.
Alla fine della vita però, troviamo ad attenderci la morte. Alcuni la rappresentano come uno scheletro che va in giro vestito con un saio nero, un cappuccio che le copre il volto e armata di una grande falce, si aggira tra di noi prendendo con se le persone che sono sulla lunga lista che stringe nelle mani. Magari è così e forse tutti noi abbiamo un destino segnato sin dalla nostra nascita.
Nessuno ha la risposta a questo quesito. Personalmente sono dell'idea che il nostro futuro è come un libro con le pagine bianche, tutto da scrivere. La sola certezza che abbiamo, è che alla fine del nostro percorso troviamo ad attenderci la morte.
La vita è troppo breve per viverla male. Apprezziamo ogni cosa che ci circonda, ogni attimo che ci è stato donato, ogni respiro, profumo, emozione, tutto. Viviamo la nostra vita il più intensamente possibile e facciamolo come se ogni istante, fosse l'ultimo della nostra esistenza.

 
 
 
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