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« Sirena di mareMelanconico pensiero »

Busserò

Post n°175 pubblicato il 04 Giugno 2010 da daisho_2008

Busserò

SAPENDO DI TROVARTI AMORE

SUL MARE ANDRO'

CERCHERO' L'ORIZZONTE

IL SUO INVISIBILE LIMITE

SOSTERO' COME ALTALENA

ASPETTERO' TE

MIO DOLCE CUORE

CANTERO' UNA CANZONE

CON LA MUSICA DELLA RISACCA

I GABBIANI ACCOMPAGNERANNO

IL MIO CANTO

TENERO E DOLCE

VOLERO' NEL CIELO CERCANDOTI

IL MIO CUORE SA CHE TU SEI

L'ESSENZA DELLA MIA VITA

COME ONDA FARO' RISACCA

NELLA GROTTA DELL'AMORE

DORMIRO' E SOGNERO' IL TUO ESSERE

IL MIO CUORE FREME

IL MIO CORPO VIBRA

IL MIO ESSERE E' TUO

MA LA PORTA DELLA FELICITA' E' CHIUSA

BUSSERO' ...

Commenti al Post:
pacha210
pacha210 il 08/06/10 alle 19:31 via WEB
Busserò ...spero che lui si apra! Baci Ste
 
pacha210
pacha210 il 22/06/10 alle 19:53 via WEB
Bussiamo al cuore di chi amiamo, non lasciamoli nell' indifferenza che uccide... Baci Ste
 
 
poetamistico
poetamistico il 11/06/11 alle 15:52 via WEB
MISTICA UNIONE Post n°1319 pubblicato il 23 Maggio 2011 da poetamistico Tag: poesia Prigioniero del sogno messianico, come la mite e tenera tortora abbandonato al dolore di esserci, al sacrificio di vivere con fedelta' estrema i miei adempimenti, cadendo come le foglie solari cadono tra i desideri e la vita nei silenzi del tardo autunno, scorre la vita senza freni nel mio sangue e i sogni nelle mie mani, il mio sguardo si perde nel volo del merlo alla campagna, nel suo canto sereno sul far della sera tra gli odorosi rami dell'arancio, tra le verdi foglioline del melo, dolce è l'utopia che sgorga irriducibile dalla mia anima, la passione per te ha messo le ali ai miei giorni da lunghissimi anni, la felicita' è il mio amore per l'Uguale, un altare nel mio cuore, un fuoco inestinguibile che incendia il mio esistere nel tempi bui post-leniniani, nel furore della tua presenza, mio mistico compagno. Passi verso il cielo sono i miei spazi. 26 maggio-2 giugno 2011 -------------------------------------------------- Con questa poesia riprendo l'attivita' di poeta del Proletariato Precario. In questi mesi, preso dal lavoro di ricerca sul modello teorico della Trans-intelligenza, non avevo nemmeno il tempo di ascoltare le mie emozioni. Perche' non si puo' stare senza le anime assonanti,senza le anime simili a noi, e una tristezza nascosta, inconscia, e indomata, non ci abbandona ? Non vale il bussare di chi cerca solo un'amica del cuore ? Senza fare del male a nessuno ?
 
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Un blog di: daisho_2008
Data di creazione: 30/04/2008
 

L'ONDA..G.D'ANNUNZIO..ALCYONE

Nella cala tranquilla
scintilla,
intesto di scaglia
come l'antica
lorica
del catafratto,
il Mare.
Sembra trascolorare.
S'argenta? S'oscura?
A un tratto
come colpo dismaglia
l'arme, la forza
del vento l'intacca.
Non dura.
Nasce l'onda fiacca,
sùbito s'ammorza.
Il vento rinforza.
Altra onda nasce,
si perde,
come agnello che pasce
pel verde:
un fiocco di spuma
che balza!
Ma il vento riviene,
rincalza, ridonda.
Altra onda s'alza,
nel suo nascimento
più lene
che ventre virginale!
Palpita, sale,
si gonfia, s'incurva,
s'alluma, propende.
Il dorso ampio splende
come cristallo;
la cima leggiera
s'arruffa
come criniera
nivea di cavallo.
Il vento la scavezza.
L'onda si spezza,
precipita nel cavo
del solco sonora;
spumeggia, biancheggia,
s'infiora, odora,
travolge la cuora,
trae l'alga e l'ulva;
s'allunga,
rotola, galoppa;
intoppa
in altra cui 'l vento
diè tempra diversa;
l'avversa,
l'assalta, la sormonta,
vi si mesce, s'accresce.
Di spruzzi, di sprazzi,
di fiocchi, d'iridi
ferve nella risacca;
par che di crisopazzi
scintilli
e di berilli
viridi a sacca.
O sua favella!
Sciacqua, sciaborda,
scroscia, schiocca, schianta,
romba, ride, canta,
accorda, discorda,
tutte accoglie e fonde
le dissonanze acute
nelle sue volute
profonde,
libera e bella,
numerosa e folle,
possente e molle,
creatura viva
che gode
del suo mistero
fugace.
E per la riva l'ode
la sua sorella scalza
dal passo leggero
e dalle gambe lisce,
Aretusa rapace
che rapisce la frutta
ond'ha colmo suo grembo.
Sùbito le balza
il cor, le raggia
il viso d'oro.
Lascia ella il lembo,
s'inclina
al richiamo canoro;
e la selvaggia
rapina,
l'acerbo suo tesoro
oblìa nella melode.
E anch'ella si gode
come l'onda, l'asciutta
fura, quasi che tutta
la freschezza marina
a nembo
entro le giunga!

Musa, cantai la lode
 

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Grazia
 
 

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