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« Mad WorldElisa - Una poesia anche per te »

Kahlil Gibran

Post n°114 pubblicato il 10 Maggio 2007 da nefertiti_86
 
Tag: poesia

Non potrete essere liberi finché perfino il desiderio di cercare la libertà non vi sembri una briglia, e non avrete cessato di parlarne come di una meta e un compimento.
Sarete liberi, infatti, non quando i vostri giorni saranno privi di ansie e le notti senza un bisogno o una pena.
Ma quando queste cose vi stringeranno come una cintura e saprete innalzarvi al di sopra di esse nudi e sciolti.
Ma come potrete innalzarvi oltre i giorni e le notti se non rompendo le catene che all'alba della vostra comprensione avete stretto intorno all'ora meridiana?
In verità, ciò che chiamate libertà è la più resistente di tali catene, benché i suoi anelli brillino al sole e abbaglino i vostri occhi.
E che cosa volete eliminare per essere liberi se non brandelli di voi stessi?
Se è una legge ingiusta che volete abolire, l'avete scritta sulla fronte con le vostre mani.
Non la potete cancellare, né bruciando i vostri libri di diritto, né lavando le fronti dei giudici, anche versandovi su il mare.
E se è un despota che volete deporre, badate prima a distruggerne il trono eretto in voi.
Perché un tiranno come può governare uomini liberi e orgogliosi se non tiranneggiando la loro libertà e calpestando il loro orgoglio?
E se è una noia che volete scacciare, essa fu scelta da voi più che imposta dagli altri.
E se è un timore che volete fugare, la sua sede è nell'animo vostro, non nella mano di chi temete.
In verità, tutte le cose muovono dentro il vostro essere in un perenne semi abbracciamento, quelle desiderate e le temute, le ripugnanti e le amate, le perseguite e quelle che vorreste evitare.
Esse muovono in voi come ombre e luci in stretto accoppiamento.
E quando l'ombra svanisce e non è più, la luce che indugia diventa un'ombra per un'altra luce.
Così la vostra libertà, appena perde le catene, diventa essa stessa la catena per una maggiore libertà.

 
 
 
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