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« Messaggio #87Pensieri e parole... »

Il Cielo sopra Berlino

Post n°91 pubblicato il 05 Novembre 2006 da nefertiti_86
 

immagineÈ un film di Wim Wenders che racconta la storia di due angeli che si trovano a Berlino, Damiel e Cassiel, i quali prendono nota di ciò che fanno e pensano gli esseri umani. Gli angeli possono vedere gli uomini e leggere nei loro pensieri senza essere visti, poiché sono esclusivamente spirituali, ma possono essere riconosciuti dai bambini che sono gli unici ad accorgersi della loro presenza: gli angeli che si trovano sulla Terra possono percepire solo le cose astratte. Così, ad esempio, essi non percepiscono i colori, non possono nemmeno immaginarseli, né tantomeno possono sentire gli odori o i sapori. Le parole di Wenders ci vengono in aiuto ed esplicitano il carattere degli angeli: "Gli angeli intuiscono ciò che gli uomini chiamano i 'sentimenti', ma a rigore non possono viverli. Sono profondamente 'amorevoli' i nostri angeli, sono buoni e non è dato loro modo di essere altrimenti, perché non possono neanche concepire l'alterità: la paura, ad esempio, o la gelosia, l'invidia, né l'odio. Conoscono i modi con cui vengono espressi, ma  non i sentimenti stessi."

Damiel e Cassiel si mescolano ai pensieri e alle esistenze degli abitanti di Berlino, riempiono di annotazioni i loro taccuini e si scambiano le informazioni che hanno trascritto sugli esseri umani. Accanto alle impressioni del presente essi si scambiano anche i propri ricordi di un passato ormai lontano che essi hanno "vissuto" nella loro spiritualità eterna. Periodicamente si ritrovano con altri angeli che subiscono la loro stessa condizione spirituale nella Biblioteca di Stato, dove si reca anche il vecchio Omero, che impersona una sorta di memoria storica della città, un uomo che è il portavoce dell'innocenza del mito ed è fautore di un ritorno dell'umanità ai valori puri espressi un tempo dalla poesia epica. Damiel, nel corso dei suoi vagabondaggi, si innamora di Marion, una trapezista di un circo che sta per chiudere i battenti perché in difficoltà finanziarie. Incoraggiato anche da Peter Falk, il celebre attore americano che si trova a Berlino per girare un film ambientato durante la guerra e che poi si rivelerà essere egli stesso un ex-angelo, Damiel decide di diventare uomo. Per fare ciò deve tuttavia rinunciare alla sua immortalità spirituale.

La storia d'amore tra l'angelo e la trapezista si inserisce in un tessuto narrativo dai risvolti complessi. Marion dà libero corso ai suoi pensieri e accanto a lei si trova l'angelo Damiel, che partecipa allo stato d'animo della donna e se ne innamora: «Il tempo guarirà tutto. Ma che succede se il tempo stesso è una malattia?», pensa Marion (e lo spettatore viene a sapere che cosa sta pensando Marion tramite la mediazione dell'angelo). Più tardi ancora, Marion si abbandona ai suoi pensieri esistenziali: «Come devo vivere? Forse non è per niente questo il problema: come devo pensare?». Nonostante il ruolo importante della trapezista, il fulcro del film è tuttavia costituito dalla storia degli angeli che vagano per la città e osservano la vita degli uomini senza poter intervenire direttamente negli accadimenti che gli umani si procurano. Gli angeli vagano e osservano donne pensose, vecchi di fronte alla televisione, bambini che giocano, si intrufolano non visti negli appartamenti di periferia a carpire i pensieri di persone qualsiasi immerse nei propri pensieri e intente a svolgere le loro attività; poi si spostano all'interno dei vagoni della metropolitana dove captano i pensieri dei viaggiatori. Alcuni angeli, e tra questi Damiel, riescono perfino a prendersi cura degli uomini: non possono intervenire direttamente nella loro vita, però riescono almeno ad infondere loro un po' di coraggio. Damiel, col tocco della sua mano, consola una partoriente che si trova in un'ambulanza e sta per essere trasportata all'ospedale, poi si prende cura di un uomo che riflette scoraggiato in un vagone della metropolitana e ancora va ad assistere un moribondo accasciato ai bordi della strada, dopo aver avuto un incidente con la motocicletta. L'altro angelo Cassiel non ha successo come il compagno Damiel: se questi, desideroso di diventare uomo, riesce ad immedesimarsi a tal punto nella condizione umana da poter far loro almeno un po' di coraggio, Cassiel invece non riesce ad evitare che un giovane si getti dalla torre dell'Europa Center. Tutto ciò che l'angelo Cassiel può osservare col distacco spirituale si contrappone a quanto "vive" l'angelo Damiel.

Un altro tema centrale in Il cielo sopra Berlino è quello dell'infanzia. Wenders ha dichiarato: "Le fiabe sono profondamente radicate nell'uomo e nei suoi sogni. Sono la forma primigenia di tutte le storie. Credo che grazie alle fiabe ci si possa aprire la mente e che la realtà si possa cambiare soltanto con una visione aperta delle cose. Le fiabe hanno molto a che vedere con la fantasia dei bambini. Se noi riuscissimo ad imparare a meravigliarci come i bambini, con questo sguardo meravigliato, potremmo affrontare i problemi in maniera diversa." Probabilmente non è un caso che soltanto i bambini riescano a vedere gli angeli e a parlare con loro, mentre gli adulti non possono farlo: gli angeli infatti non hanno vissuto l'infanzia (essi sono eterni e senza storia) e pur tuttavia possiedono molte delle caratteristiche infantili, innanzitutto la curiosità, l'apertura verso l'esterno e l'innocenza tipiche dei bambini. Wenders sembra voler suggerire che i bambini e gli angeli si capiscono di primo acchito.

E' interessante rilevare il discorso finale che si svolge tra Marion e Damiel poiché si tratta di una scena dove l'elemento verbale scavalca quello visivo per importanza. Wenders, a proposito di questa scena, ha dichiarato: "Questo colloquio è per me molto importante, perché rappresenta tutti i colloqui in cui le donne si rivolgono agli uomini. E' la cosa più azzardata di questo film, qualcosa di totalmente straordinario." in questa scena Damiel non risponde alle parole di Marion, per cui non lo si può considerare come un dialogo tra due persone. Piuttosto esso appare come un dialogo tra Marion che parla e Damiel che fornisce alla donna una risposta di tipo non-verbale, mediata cioè unicamente dallo sguardo e dalla mimica facciale (iconograficamente la prima parte della scena è costruita con dei primissimi piani dei due personaggi montati in Campo-Controcampo. Soltanto quando nelle parole viene evocato il sentimento di comunione dell'amore Wenders inizia ad inquadrare i due innamorati insieme). La scintilla d'amore è scoccata.

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Commenti al Post:
sissymissyds
sissymissyds il 22/11/06 alle 13:23 via WEB
ciao nefy!!! tutto ok? era d motlo che non venivo da te lo so,ma ho avuto molto da fare.... mi scuso per nn essere più passata da te come un tempo,ma a quanto pare tu nn stai più scrivendo come prima sul tuo blog mi dispcice tantissimo eri una delle poche che adoravo leggere se ti va passa da me... un bacio tesò ciao t.v.b.
 
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