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MARIA ,FRANCESCA,ALESSANDRA......E TANTE ALTRE

Post n°108 pubblicato il 10 Ottobre 2012 da pandorars10

Una ragazza giovanissima, Marina, non denuncia il marito che la picchia selvaggiamente e la umilia ogni giorno.

La trasgressiva Francesca, appena tredicenne, viene violentata da

quattro suoi coetanei che poi saranno assolti dalla giustizia e dall’opinion

e pubblica. La dolorosa vicenda di Alessandra, che decide

di non mettere al mondo un figlio frutto di una violenza sessuale.

Sono solo tre delle otto storie che la scrittrice Dacia Maraini

racconta nel suo nuovo libro “L’amore rubato” (ed. Rizzoli).

Le protagoniste sono tutte donne vittime di violenza,

sia fisica che psicologica. Episodi ispirati a una realtà che

ogni giorno ci mostra mogli e compagne in balia di coniugi,

fidanzati e amici violenti.

In Italia, infatti, il femminicidio continua.

A giugno 2012 si contavano 73 vittime solo per l’anno in corso,

ma ora i numeri sono lievitati. 

La Maraini apre uno spiraglio in questo silenzio.

Il suo è un libro di denuncia, proprio perché rivela ciò

che spesso le donne vittime di violenza

non dicono o rifiutano di vedere.

I suoi racconti provano a svelare anche

il lato nascosto dell’uomo moderno, sempre più preda

delle insicurezze e delle frustrazioni.

“Le mie storie mettono in evidenza la parte oscura di un’educazione

– ci ha raccontato la scrittrice – modelli culturali ormai

entrati in profondità, che portano gli uomini a pensare

di possedere la donna che amano”.

Tutti gli uomini di cui parla la Maraini sembrano avere

una doppia personalità. Mariti che agli occhi della gente

appaiono gentili ed educati, amanti affettuosi e genitori premurosi.

Ma poi tra le mura domestiche si trasformano in aguzzini,

dando sfogo a rabbia e violenza immotivata.

“È una realtà che ho potuto constatare studiando diversi casi.

Spesso la vittima non viene creduta perché il suo carnefice

mostra all’esterno un aspetto talmente ben costruito

che risulta difficile convincersi che possa essere una persona violenta.

Penso che la doppiezza di questi uomini nasca da un

totale rifiuto del cambiamento. Non riescono ad accettare

la volontà di autonomia delle donne, la loro emancipazione”.

Un’aggressività che scaturisce quindi dall’insicurezza,

dalla perdita in questi anni di un ruolo dominante da parte dell’uomo,

dalla consapevolezza di non avere più il controllo su una donna

che ormai sfugge alla sola funzione di madre e “domestica”.

Una situazione generata da una antica e persistente

confusione tra passione e possesso.

“Troppo spesso si sente dire ‘l’ha uccisa perché l’amava troppo’

– ha continuato la Maraini – come se si potesse

ammazzare per amore. È un controsenso che viene da un’antica cultura, l

a quale sostiene che l’amore sia possesso.

Quindi se la donna va via mette in crisi la mascolinità, l’essere uomo”.

Questa è una mentalità ancora molto radicata nel nostro paese,

forse perché ci sono zone d’Italia in cui tuttora la donna viene

considerata unicamente come persona adatta alle faccende di casa,

che deve parlare poco e accettare tutto. Una condizione

che è ancora molto attuale. E la cronaca di tutti giorni lo conferma

. Si pensi all’episodio accaduto a Trapani all’inizio dell’estate:

l’omicidio di Maria Anastasi che, oltre ad accettare la

presenza in casa dell’amante del marito, dopo anni di

soprusi è stata uccisa a picconate dai due mentre

era incinta dal quarto figlio.

“Le persone dovrebbero essere educate al rispetto dell’altro

fin dall’infanzia – ha ammonito la scrittrice –

Oggi c’è una nuova misoginia che viene dalla televisione,

dalla pubblicità, dai fumetti, dove c’è un’idea

predatoria nei confronti della donna, basata sull’uso della prepotenza,

che insegna ai maschi a essere dei cacciatori. È un’idea terribile,

soprattutto quando viene trasmessa ai bambini. I ragazzi si identificano

con questi soggetti. Certe volte si pensa che i giovani siano diversi.

Non è vero. Non so se ricorda quella ragazzina di quindici anni schiavizzata

da quattro suoi coetanei per tre anni: la facevano prostituire,

la violentavano. Lei non aveva mai parlato.

Poi fu il padre a scoprire la cosa dopo aver letto un sms”.

Modificare un aspetto della cultura ancora radicato e profondo

richiede grossi sacrifici. La Maraini pensa che sia possibile,

ma gli sforzi dovrebbero partire prima di tutto dalle istituzioni

scolastiche che formano gli uomini di domani.

“Bisognerà fare un lavoro sulla cultura.

Educare al rispetto fin dalle scuole elementari e rimodellare l

a proposta dei media che ho citato prima.

È necessario cominciare dalla primissima infanzia.

C’è bisogno di far capire che non si può possedere nessuno.

E che l’amore non giustifica il possesso”.



 


 

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Commenti al Post:
chiarascura.m
chiarascura.m il 10/10/12 alle 09:47 via WEB
IN effetti il possesso non e' amore...brutte storie...ciao carissima
 
crjsolito
crjsolito il 10/10/12 alle 14:06 via WEB
la mancanza di affetto naturale è sempre più comune....ciao carissima amica
 
P0lvere
P0lvere il 10/10/12 alle 19:33 via WEB
Il possesso non è amore!! E' questa la prima regola che si dovrebbe insegnare ai bambini affinchè crescano consapevoli che la violenza attuata per ottenere qualcosa o qualcuno che non ci appartiene non è amore!! Ti abbraccio bella Francy, M.
 
giaspo64
giaspo64 il 10/10/12 alle 19:50 via WEB
robe da matti...ciauzzzzzzz Gia.
 
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