Creato da beastfncggl il 19/11/2013

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Traduzioni letterarie dall'inglese

 

 

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THE COMBAT - IL COMBATTIMENTO

Foto di beastfncggl

It was not meant for human eyes,

That combat on the shabby patch

Of clods and trampled turf that lies

Somewhere beneath the sodden skies

For eye of toad or adder to catch.

And having seen it I accuse

The crested animal in his pride,

Arrayed in all the royal hues

Which hide the claws he well can use

To tear the heart out of the side.

Body of leopard, eagle's head

And whetted beak, and lion's mane,

And frost-grey hedge of feathers spread

Behind - he seemed of all things bred.

I shall not see his like again.

As for his enemy, there came in

A soft round beast as brown as clay;

All rent and patched his wretched skin;

A battered bag he might have been,

Some old used thing to throw away.

Yet he awaited face to face

The furious beast and the swift attack.

Soon over and done. That was no place

Or time for chivalry or for grace.

The fury had him on his back.

And two small paws like hands flew out

To right and left as the trees stood by.

One would have said beyond a doubt

This was the very end of the bout,

But that the creature would not die.

For ere the death-stroke he was gone,

Writhed, whirled, huddled into his den,

Safe somehow there. The fight was done,

And he had lost who had all but won.

But oh his deadly fury then.

A while the place lay blank, forlorn,

Drowsing as in relief from pain.

The cricket chirped, the grating thorn

Stirred, and a little sound was born.

The champions took their posts again.

And all began. The stealthy paw

Slashed out and in. Could nothing save

These rags and tatters from the claw?

Nothing. And yet I never saw

A beast so helpless and so brave.

And now, while the trees stand watching, still

The unequal battle rages there.

The killing beast that cannot kill

Swells and swells in his fury till

You'd almost think it was despair.

Non era destinato a occhi umani,

Quel combattimento sul logoro spiazzo

Di zolle ed erba calpestata che si trova

In un luogo sotto gli umidi cieli,

Offerto all'occhio di vipere o rospi.

E avendolo veduto, accuso

L'animale crestato nel suo orgoglio,

Vestito di tutte le tinte regali

Che celano gli artigli atti e pronti

A strappare il cuore dal fianco.

Corpo di leopardo, testa d'aquila

E becco aguzzo, e criniera di leone,

E ventaglio di piume grigie come brina spiegato

A tergo, sembrava generato da tutte le creature.

Non vedrò l'eguale mai più.

Per suo nemico, sopravvenne

Una bestia molle e rotonda, scura come creta;

Tutta lacera e rappezzata la sua misera pelle;

Avrebbe potuto essere un sacco malconcio,

Un vecchio oggetto usato da gettar via.

Attese tuttavia faccia a faccia

La bestia furiosa e il rapido attacco.

Finì in un baleno. Non quello il luogo

O il tempo della cavalleria o della pietà.

La furia lo rovesciò sulla schiena.

E due zampette simili a mani si scagliarono

A destra e a manca, tra gli alberi ritti all'intorno.

Fuor d'ogni dubbio si sarebbe detto

Che quella era la fine dello scontro,

Se non che l'animale non voleva morire.

Poichè prima del colpo mortale esso scomparve,

Si torse, si girò, si cacciò nella tana,

Al sicuro, lì dentro, in qualche modo. Finita la lotta,

E quello che aveva quasi vinto, aveva perduto.

Ma quale, allora, il suo furore omicida!

Per qualche poco il luogo rimase deserto, abbandonato,

Sonnecchiando come uscito di pena.

Il grillo trillò, la spina si mosse,

Stridula, e nacque un piccolo suono.

I campioni ripresero il loro posto.

E si ricominciò. La zampa furtiva

Colpiva di fronte e di lato. Nulla poteva salvare

Quei cecnci e quei brandelli dall'artiglio?

Nulla. E tuttavia non vidi mai

Bestia altrettanto inerme e valorosa.

E ora, mentre gli alberi guardano, ancora

Infuria la lotta ineguale.

La bestia omicida che non può uccidere

Si gonfia e gonfia nel suo furore, al punto

Che quasi pensi sia disperazione.

 

 

 
 
 
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SHAKESPEARE'S EPITAPH

Good friend for Jesus sake forbeare,

To dig the dust enclosed here.

Blessed be the man that spares these stones,

And cursed be he that moves my bones.

Caro amico per amor di Dio rinuncia

a scavare la polvere che è qui rinchiusa.

Benedetto sia colui che risparmia queste pietre

e maledetto chi muoverà le mie ossa.

 

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"Allora ammazza, ammazza, ammazza, ammazza, ammazza", Re Lear

 

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Così sia. Buon Natale!
Inviato da: beastfncggl
il 22/12/2014 alle 14:24
 
Lasciamo illuminare questo Natale dai bagliori delle nostre...
Inviato da: gesu_risortoannunz1
il 22/12/2014 alle 05:41
 
ah si:)
Inviato da: lotus.house
il 04/11/2014 alle 18:46
 
solo la traduzione...(la poesia è di Edwin Muir, vedi Tag)
Inviato da: beastfncggl
il 04/11/2014 alle 02:46
 
ma è tua?
Inviato da: lotus.house
il 03/11/2014 alle 14:28
 
 

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