pensieri

Il cavaliere dalla sommità della collina guardava la campagna sottostante delle luci provenivano da una casa al limite della foresta la luce che proveniva dalle finestre illuminava il portico davanti la casa il cavaliere la guardo studio tutta la campagna intorno la casa non vide niente che lo potesse allarmare cosi sprono il cavallo lo tenne al passo e si avviò lungo il sentiero che conduceva alla casa lo sguardo vagava per la campagna vigile e attento al più piccolo segno di pericolo non vedendo niente si affido alla vista della mente ma non notò segno di pericolo cosi continuo ad avanzare verso la casa arrivo davanti al portico scese dal cavallo e lo lego alla staccionata tolse la sella e il sottosella ed entro nella casa.

Appena entrato noto che non c’era nessuno le lampade ad olio illuminavano tutto l’enorme ambiente i mobili erano fatti di legno mobili rustici ma solidi il pavimento era consumato dall’uso alla sua destra cera l’enorme libreria che occupava tutta la parete al centro del locale cera una tavolo con quattro sedie una bottiglia di vino e na caraffa di birra erano posate sul tavolo erano presenti anche quattro boccali d’argento si avvicino al tavolo sui boccali in rilievo c’erano delle figure di animali sul primo un aquila in volo su quello alla sua destra una testa di lupo alla sua sinistra un puma su quello più lontano da lui era presente una fiamma nera con due spade che le lame si incrociavano nella fiamma e alla base una mano aperta vedendo quel simbolo prese la spada che teneva legata alla schiena e la abbatte sul tavolo spaccando in due il boccale d’argento.

Dietro di lui si apri la porta entrarono tre uomini in armatura il primo era alto un nordico a giudicare dai capelli biondi che uscivano dall’elmo e dagli occhi azzurri portava un’armatura d’acciaio pesante aveva uno spadone a due mani che teneva alto vicino alla testa il secondo era più basso il fisico era asciutto ma dagli abiti di cuoio si capiva che era pronto a colpire aveva due spade corte le lame luccicavano alla luce delle lampade erano lame elfiche il terzo aveva il fisico possente era scuro di carnagione era un’abitante del sud aveva un’armatura barbara fatta di cuoio e ferro aveva un’ascia bipenne la impugnava con tutte due la mani erano pronti a colpire li guardo negli occhi uno ad uno rise poi mise la spada con la punta verso terra e si appoggio all’elsa.

“”allora mago” disse con la voce possente e irritata “fatti vedere nn voglio giocare coi bambini” al che il barbaro gridando gli si avvento addosso lui girando su se stesso evito l’ascia e con la spada disegno un cerchio la lama mano a mano che la lama si avvicinava al barbaro si illuminava e con un colpo stacco di netto la testa al barbaro e si rimise nella stessa posizione.

“mago fatti vedere” urlo con tutta la sua rabbia cosi alle sue spalle apparve il mago uscito da una porta nascosta nella parete appena entrato nella stanza si ritrovo la punta della spada puntata contro la gola gli altri due guerrieri fecero per attaccare ma il mago con un gesto della mano li fermo “dobbiamo parlare capitano” la voce del mago sembrava provenire da un tempo lontano remoto cosi abbasso la spada e guardo gli altri due guerrieri il mago li congedo con un cenno i guerrieri uscirono fuori e chiusero la porta.