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Si vede che è sabato
Post n°165 pubblicato il 12 Dicembre 2009 da shockportatile
Panni stesi volano nel sole come paracadutisti fermi ad alta quota.
I piedi li ho persi dietro bisogni antropici: sempre quelli, sempre gli stessi. Amami-Tiamerò, Cercami-Ticercherò, Rincorrimi- Ahhhhhhhhhhh! Ha i denti storti, le maiuscole invertite e una quarantina di lunedi' in meno. E' un uomo solo travestito da altri mille. Se avessi le ginocchia ancora buone per camminare sui ceci partirei per raggiungerlo in India o chissadove. Ma mi fa male tutto, perfino i piatti nell'acquaio e la forcina arrugginita incastrata nella grondaia del terrazzo. Ho leccato un chilo di morfina per le mie ferite e il dolore non si è spostato neanche di una virgola. Figuriamoci se regredisce; seicento ore di psicoterapia e due fiori di bach ecco che ci vuole. Vorrei fili di lacca per imbalsamarmi i capelli e forbici buone per recidere i sogni dagli alveoli del sonno. E una camicia bianca per servirti a tavola e due nere, da uomo, lucide come pesci, per millantare imbrogli e viscide sudditanze relazionali.
Perche' a volte ho cosi' tanta voglia di fare schifo anch'io!
Dovevo smuovere il duomo e le piramidi, intarsiarmi l'epidermide di Dali', Vettriano, Buselli e Vindigni. Scolpirmi di conversazioni di Hume, Gentile, Voltaire, Nesti, Cosenza e invece mi sono seduta su una sedia gialla e ho guardato le lenzuola, le mutande e i pantaloni degli altri eseguire per me una marcia che parlava di quello che vi ho appena detto, che praticamente, ora come ora, è tutto.
IMG: Senza titolo - Marco Pieraccini
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