« Le nove di Firenze | Concorso di scrittura » |
Panni stesi volano nel sole come paracadutisti fermi ad alta quota.
I piedi li ho persi dietro bisogni antropici: sempre quelli, sempre gli stessi.
Amami-Tiamerò, Cercami-Ticercherò, Rincorrimi- Ahhhhhhhhhhh!
Ha i denti storti, le maiuscole invertite e una quarantina di lunedi' in meno.
E' un uomo solo travestito da altri mille.
Se avessi le ginocchia ancora buone per camminare sui ceci
partirei per raggiungerlo in India o chissadove.
Ma mi fa male tutto, perfino i piatti nell'acquaio
e la forcina arrugginita incastrata nella grondaia del terrazzo.
Ho leccato un chilo di morfina per le mie ferite
e il dolore non si è spostato neanche di una virgola.
Figuriamoci se regredisce; seicento ore di psicoterapia
e due fiori di bach ecco che ci vuole.
Vorrei fili di lacca per imbalsamarmi i capelli
e forbici buone per recidere i sogni dagli alveoli del sonno.
E una camicia bianca per servirti a tavola
e due nere, da uomo, lucide come pesci,
per millantare imbrogli e viscide sudditanze relazionali.
Perche' a volte ho cosi' tanta voglia di fare schifo anch'io!
Dovevo smuovere il duomo e le piramidi,
intarsiarmi l'epidermide di Dali', Vettriano, Buselli e Vindigni.
Scolpirmi di conversazioni di Hume, Gentile, Voltaire, Nesti, Cosenza
e invece mi sono seduta su una sedia gialla
e ho guardato le lenzuola, le mutande e i pantaloni degli altri
eseguire per me una marcia che parlava di quello
che vi ho appena detto, che praticamente, ora come ora, è tutto.
IMG: Senza titolo - Marco Pieraccini