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Tradizioni siciliane

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« L'ATTRUVATURAGLI ASTRAGALI »

IL MUSEO DELLA CIVILTA' CONTADINA A CASTELVETRANO

Post n°38 pubblicato il 26 Novembre 2014 da vito.marino01

            IL MUSEO DELLA CIVILTA’ CONTADINA A CASTELVETRANO

Oggi la globalizzazione, come un rullo compressore sta livellando le diversità culturali che hanno da sempre caratterizzato l’umanità, facendo scomparire anche le nostre tradizioni.

 Di contro sta sorgendo l’interesse, da parte di studiosi, ma anche di semplici cittadini, verso la civiltà contadina siciliana, una civiltà  durata millenni e scomparsa quasi a taglio netto, intorno agli anni ’50, per far posto alla civiltà tecnologica e consumistica.

E’ da tempo che mi prodigo a raccogliere e recuperare la cultura popolare dei nostri nonni, fatta di storia, canti, lingua, proverbi, filastrocche, indovinelli, giochi di ragazzi, racconti della nonna e “smafari” (racconti giulivi). Nel mio libro “Sicilia scomparsa” ho recuperato usi e costumi, che continuavano a sopravvivere soltanto nella memoria di noi anziani.

Si tratta di conoscenze orali, non scritte, per l’analfabetismo da parte della classe contadina, destinate a scomparire se non veniva catalogata, studiata e scritta.

Giorno 22/11/2014 si è svolta a Castelvetrano, presso la Collegiata di Maria, l’inaugurazione di un piccolo, ma interessante museo della vita contadina, organizzato dalla scuola media G. Pardo. Presenti alla manifestazione la Dirigente scolastica Anna Vania Stallone, Francesca Gentile  Presidente del Kiwanis Club di Castelvetrano e il Sindaco della città Felice Errante.

Il materiale è stato fornito dai genitori dei giovani studenti di detta scuola e da cittadini che ancora conservano gelosamente nei loro magazzini, parte della memoria storica di una civiltà scomparsa. Tuttavia la mostra resterà aperta soltanto fino alla fine del mese. La creazione del museo ufficiale gestito dal Comune, per motivi economici, ma principalmente burocratici è slittata da diversi anni, ma sembra che dovrebbe varare tra breve.

Componente anch’io del gruppo che ha creato questa mostra, ho potuto constatare che le persone anziane erano particolarmente interessate e restavano commosse nel guardare ed analizzare i vari reperti, perché quegli oggetti, apparentemente freddi, riuscivano a svegliare i ricordi della loro vita passata, fatta di pesante lavoro e di sacrifici che caratterizzavano la civiltà contadina.

Se consideriamo che allora si lavorava “di lu scuru a lu scuru” (dalla mattina ancora al buio fino alla sera, dopo il tramontare del sole) per la durata giornaliera anche di 14 ore lavorative, possiamo appena immaginare quanta fatica  costava la loro sopravvivenza.

Per fortuna si tratta solo di ricordi lontani, oggi la meccanizzazione ha completamente soppiantato i lavori più faticosi.

Ma posso assicurare che anche i ragazzi erano interessati; alcuni di essi più svegli e volenterosi, dopo avere appreso i nomi dei pezzi esposti ed il loro uso, hanno fatto da ciceroni ai numerosi visitatori.

La scuola G. Pardo, sta portando a termine un progetto di studio per il recupero storico della civiltà contadina, sotto la guida degli insegnanti e del sottoscritto, attraverso una serie di conferenze e di lezioni in classe. Un altro tassello, per recuperare la memoria del nostro passato.

   VITO MARINO

 

 

 
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