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OH DI LI CASI!! - LU TRARITURI
Post n°9 pubblicato il 08 Novembre 2010 da vito.marino01
OH DI LI CASI!! – LU TRARITURI Durante la scomparsa civiltà contadina, diciamo fino agli anni ’50 circa, quando in campagna qualcuno si avvicinava ad un casolare per cercare il padrone, prima di avvicinarsi, ad una distanza tale da essere sentiti, gridava a viva voce: “Oh di li casi!”. Ciò per evitare la brutta sorpresa di essere aggrediti da qualche cane o, peggio ancora, di essere scambiati per una persona indesiderata o pericolosa e ricevere qualche “scupittata” (colpo di fucile). Oltre che dalla mafia, la nostra terra di Sicilia è stata avvelenata anche dal sottobosco della delinquenza comune e dai “percia pagghiara” (ladri di polli). Durante il regime fascista, pur vigendo delle leggi molto rigide per combattere questo fenomeno, le cose non andarono tanto meglio. Questa mala gente è come la pianta della gramigna, che difficilmente si riesce a debellare. La campagna una volta rappresentava la fonte principale di tutte le ricchezze, pertanto, costoro qui operavano e prosperavano. Per difendere le loro proprietà contro la malavita, i grossi proprietari terrieri avevano a loro disposizione uomini armati o si tenevano amici i grossi “Don” della mafia. I piccoli proprietari e i mezzadri, per sopravvivere dovevano difendersi da sé. Nel passato, infatti, chi non aveva un fucile e, principalmente, non aveva il coraggio di usarlo, non era tenuto in considerazione e subiva tutte le angherie possibili da parte di pastori e ladri; pertanto non poteva abitare in campagna o raccogliere tutto il prodotto della sua terra. Coloro che erano nelle condizioni di difendersi, avevano escogitato un sistema di difesa molto ingegnoso: nei magazzini e abitazioni di campagna, a fianco del telaio della porta (o portone) d’ingresso praticavano un buco, che dall’interno andava restringendo verso l’esterno, tanto da confondersi con gli altri buchi e fessure esistenti nei muri vecchi fatti di pietra e “taiu” ( terra di campagna argillosa mista a calce). La direzione del buco andava verso la serratura della porta; in questo modo essi potevano scrutare senza essere visti chi c’era fuori. Quando riconoscevano nella persona che stava fuori un malvivente venuto per arrecare danno, essi potevano sparare ed ucciderlo. Questo buco, per la sua funzione ingannevole, era chiamato “lu trarituri” (il traditore). VITO MARINO
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