Pensieri sparsi
Sentiero di un percorso srotolatomi davanti
… e la carne racchiude parole
senza forma e colore
cicaleccio indistinto
strepiti urla singhiozzi
che faticano a trovare l’uscita.
Scusate l’ignoranza
la penuria di parole per definire
l’essere creatura:
è organo che sente
oltre i conosciuti cinque sensi:
è ventre e più non so che sia
questo corpo abitato da ciascuno
che s’espande oltre:
questo grumo del sentire
vuole toccare l’orizzonte
che si fa più in là
ad ogni colpo d’ala che il cuore compie.
Il corpo coi suoi sensi
trascina dentro il ventre
bene e male in varie sfumature
cerca una coerente narrazione
per dare senso al ritorno d’eco
dopo aver toccato con lo sguardo
un fratello lungo il marciapiede:
specchio di rimando di quel che sei
e non lo puoi scordare
e divelle recinzioni a scudo
narrazione che si espande
in perenne equilibrio gravitazionale.
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Ecco, la polvere s’erge
e si pone intorno a guardare altra polvere
che assume forme e tinte diverse
stupore e sgomento si muove
è polvere viva che sboccia
che strepita e sbatte le ali e si libra
nell’aria, s’azzanna e galoppa
oppure si scioglie scintilla
e zampilla in limpide polle di rogge
o in distese di verde brucato
da creature lente e pazienti
che gustano il saporoso colore,
sono guglie taglienti di templi
che si alzano al cielo a un dio che non sanno
legate come rosario
e una volta celeste dall’umore incostante
che regge il suo gregge che migra
a volte s’inceppa in folgori e tuoni
e scroscia sospinto da un soffio potente
ululato, e uno schianto
un arbusto squarciato
un animale annegato
e un timido raggio trafigge
e compare il colore di un fiore
a braccia spiegate che raccoglie
l’ ansia che gli è sottostante
per una tregua di pace
e intanto un seme germoglia
una vita si spegne
e cambia la forma, pare incagliata
è solo sospesa nel cercare dimora
e memoria nella terra che frana
e riveste le spoglie di vita.
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Germogli strappati al tempo
che ha da venire, calpestati
soppressi con l’assenso del potere
e fiato soldo che lo tiene in piedi
rianimatore di un tempo che dovrà morire
un idolo che governa, e nel contempo uccide.
Feticcio fatto di apparenze,
che scava nel cuore del devoto
tane di animali senza la ragione,
oltre i sagaci comizi dichiarati alla platea.
… e l’animale uomo s’è fatto predatore.
Il germoglio calpestato è polvere bagnata
come quella che mi fa pensiero
meraviglia delle meraviglie, è terra pensante
quella che mi compone e che
lacera boccioli senza rimedio …
il dio del soldo ha fatto le sue scelte
è un dio potente a cui chi non ha nerbo
non può che sottostare
… e sì che tutti noi viventi siamo terra
in cui un misterioso soffio
ha dato gioia di declamar la vita.
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Mami, mami, aiuto mami!
la gola è piena, non posso respirare
… s’ espande il buio con il suo mondo: è finita!
Mamma vita della mia vita
un’altra mi abbraccia,
mi ama: mio fratello
non ha allungato mani
vorrei il sole ancora per un poco.
… se raggiungessi il suolo
l’egoismo sarebbe, in doppiopetto,
il celebrante che decide tra vite e vite.
Chi perisce è l’unico a sbagliare
non può parlare,
… perciò non è successo.
-Siamo forse rei dei destini altrui?-
I fondali sono grido di richiamo
udito dall’umanità in ascolto,
irritante ronzio di sottofondo
per chi alberga in sé il rifiuto
chi fa da portavoce viene soverchiato
..accenti di contrasto li riportano al silenzio
caino vive ancora, siamo fratelli come sempre.
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Corpo che carpisce, coi sensi, il mistero
Corpo che carpisce, coi sensi, il mistero
racchiuso in ogni creatura che nasce;
è tempo sepolto nel ventre
da quando, il primo lampo s’accese;
ha attraversato spazi e tempi differenti
fino al germoglio che cresce.
Cos’era quel lampo che ancora s’espande:
non ci sono parole,
è arcano impastato nella materia
che afferma la vita: non si può definire,
l’intelletto ci prova, non riesce, gli sfugge:
una madre, nel grembo, lo vive.
è tempo sepolto nel ventre
da quando, il primo lampo s’accese;
ha attraversato spazi e tempi differenti
fino al germoglio che cresce.
Cos’era quel lampo che ancora s’espande:
non ci sono parole,
è arcano impastato nella materia
che afferma la vita: non si può definire,
l’intelletto ci prova, non riesce, gli sfugge:
una madre, nel grembo, lo vive.
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il 20/04/2011 alle 21:23
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