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Le sei "non torture" contro i terroristi

Post n°29 pubblicato il 27 Ottobre 2006 da eltosco
Foto di eltosco

Sulla scia del clamore provocato dalla prima rivelazione dell’esistenza delle prigioni segrete della Cia, nel dicembre dell’anno scorso, un’inchiesta dell’emittente americana Abc ha descritto , citando fonti dell’intelligence americana, le sei tecniche di interrogatorio più efficaci utilizzate dalla Cia nella guerra al terrorismo. Le Enhanced Interrogation Techniques sono state introdotte nel marzo del 2002 e sono state utilizzate, secondo le fonti, su una dozzina di super prigionieri legati ad Osama Bin Laden, il mandante delle stragi dell’11 settembre 2001, incluso «l’architetto» degli attacchi Khalid Sheikh Mohammed . I prigionieri sarebbero, per anni custoditi in carceri segrete al di fuori degli Stati Uniti, sono stati trasferiti nella base cubana di Guantanamo. Sempre secondo le fonti di Abc solo un piccolo nucleo di agenti della Cia sarebbero stati addestrati e autorizzati a fare ricorso a queste tecniche durante gli interrogatori. Ecco quali sono.
1. "The Attention Grab": l’agente incaricato dell’interrogatorio prende il detenuto per la camicia e lo strattona per attirare la sua attenzione.
2. "Attention Slap": schiaffo a mano aperta sul viso con l’obiettivo di provocare dolore e indurre paura.
3. "The Belly Slap": schiaffo a mano aperta sullo stomaco. L’obiettivo è anche in questo caso di provocare dolore ma senza produrre lesioni interne o lividi. Medici consultati in qualità di esperti hanno sconsigliato l’uso del pugno chiuso poiché produce lesioni che durano nel tempo.
4. "Long Time Standing": Questa tecnica è considerata una delle più efficaci. I prigionieri sono costretti a rimanere in piedi, ammanettati al soffitto e con ceppi alle caviglie per oltre 40 ore consecutive. La stanchezza e la privazione del sonno sono particolarmente adatte a indurre confessioni.
5. "The Cold Cell": Il prigioniero viene lasciato in piedi e nudo in una cella climatizzata a circa dieci gradi centrigradi. Periodicamente il prigioniero viene bagnato con getti di acqua fredda.
6. "Water Boarding": Il prigioniero viene legato a una tavola inclinata, i piedi più in alto della testa. Il volto viene quindi coperto da cellophane e il prigioniero viene inondato di acqua. Il prigioniero viene assalito dalla paura di morire annegato e questo induce a confessioni volontarie nella speranza di interrompere il trattamento. Questa tecnica avrebbe una media di sopportazione di 14 secondi. Il più tenace dei prigionieri di al Qaida, Khalid Sheik Mohammed, si guadagnò l’ammirazione dei suoi carcerieri per aver resistito tra i due e i due minuti e mezzo prima di implorare gli agenti americani offrendosi di confessare.
27 ottobre 2006

Tratto dal sito: www.corriere.it

 
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