Creato da lasignoramarisa il 16/03/2008

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In onore ai 5 prigionieri di Cuba - Dibattito sulla Sinistra alla Villetta. 

Post n°7 pubblicato il 31 Marzo 2008 da lasignoramarisa

Ringrazio  la Villetta  per aver invitato i Verdi per Veltroni e per avermi  invitata ancora una volta.
E sempre ad eventi importanti. Luciano sa che parlo con il cuore.E il mio cuore politico  è sempre triste, nella solidarietà dei 5 fratelli cubani, triste nell’essere vicino alle loro mogli.
Con il senso di colpa  per come il nostro Paese, non sia ancora stato ancora  in grado di prendere una posizione forte ed Istituzionale a loro favore, né  fare nulla per porre fine al blocco   imposto dagli Stati Uniti contro Cuba.
Ma al tempo stesso  speranzoso  nel contesto degli accadimenti politici che ci riguardano.
Questa   Politica italiana, che   definirei   una cappa che ha intorpidito i cervelli e le nostre anime da decenni, (quella del pensiero unico liberista condiviso dai Governi dei più diversi orientamenti che si sono  succeduti in questi anni) in cui la Sinistra si è fino ad ora rivelata  come  il  Pangea,   la tettonica a zolle, che ora si sta rompendo.
Nel mezzo si stanno formando Oceani. Poco male. Gli oceani si attraversano, quando serve.
Le Terre antiche, in questo momento si stanno allontanando per affiancarsi ad altre,   emerse, formando nuovi Continenti.
Le Memorie   delle  diverse forme e dello spirito che le ha animate, ed animano, sono pronte a stabilire nuovi Patti per il raggiungimento del Bene Comune,  Sviluppo, Pace e Solidarieta'.
In questo processo nessuno rimane uguale a se stesso, è una legge di natura che fa parte dell’evoluzione della Specie -  ma l’evoluzione è una cosa, la snaturamento  è un’altra.
Per i Verdi il diritto alla Qualità della Vita  è una   priorità storica, condivisibile.
Al punto in cui siamo  forse è un bene che sia nato il Partito Democratico, sempre che riesca a diventarlo veramente o meno, perché  era ora che si formasse una Sinistra, più ampia, capace e libera di prendere decisioni e posizioni, svincolata dalla subordinazione a quel pensiero unico liberista, che ancora vorrebbe condizionarci, mentre noi vorremmo far finire in mare.
Una  sinistra dove sarà più facile prendere delle chiare posizioni in politica estera, verso  CUBA, VERSO i 5 , dove la comunicazione dei media possa dare giuste ed eque informazioni dove il concetto di terrorismo tanto più se di Stato, non offuschi e criminalizzi il concetto di patriottismo.
Il 4 e 5 maggio a Genova  è stato lanciato il “patto per il clima”,  a Torino si è tenuto, il convegno su clima ed energia, promosso da Aprile .
Torino è la mia città, che mi ha  formata politicamente,  quando meno che adolescente imparavo a fare le aste della politica.
Una Torino dove  Diego Novelli ci invitava   “andè a  sunè i ciuchin” i campanelli, era l’era della politica porta a porta, la politica fatta dalla gente.
Quella Politica, fatta di quotidianità, che muove le Terre e rompono il Pangea, togliendo la presunzione di poterla governare senza saperla  rispettare.
Se è vero, come è vero, che la nostra individualità è  un tutt’uno con il mondo e con le  individualità di tutti i  popoli, la prigionia dei 5 e l’isolamento di Cuba, influenzano la nostra vita quotidiana, che ne siamo consapevoli o meno.
Un Paese ed una  Sinistra,  che non sanno prendere posizione su questo sono lo stesso Paese e la stessa Sinistra  che domani non saprà prendere posizioni su altro, su di noi qui.
Ecco perché siamo solo all’inizio.
Così come abbiamo    siglato il  “patto per il clima”,   dovremmo sottoscriverne uno  per la “democrazia e la solidarietà”.  In grado di prendere posizioni, capace di farlo con nuove regole economiche non ricattatorie.
Da parte  di un’amministrazione Americana che decide unilateralmente cosa è terrorismo e cosa no, chi è terrorista e chi no, influenzati nel nostro Paese dalle marchette dell’America verso gli anticastristi di Miami.
Proposta:
non si va ospiti con le mani vuote, la buona educazione impone di portare un “presente” di un tavolo di solidarietà,  in grado di agire con modalità di  cooperazione internazionale decentrata, e che sia in grado di interloquire anche con le forze politiche nazionali. Che permetta di attingere alle eccellenze di ricerca  e alle prassi che Cuba ha dimostrato di possedere, per poter trasferire mezzi e possibilità tecnologiche, combattendo l’isolamento  di Cuba, che a ben vedere è  anche il nostro.

 
 
 
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