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Ricomincia la scuola

Post n°464 pubblicato il 08 Settembre 2008 da d_dap

Che deserto la scuola, tutta l’estate!       
Chiuse le porte,
le finestre sprangate,
l’aule parevan morte
e nel silenzio severo
i banchi, tante tombe al cimitero.
Ma una mattina la vecchia bidella
si attacca alla campanella.
W “den!, den! den!” la scuola si ridesta:
le finestre si spalancano
per godersi la festa,
il sole inonda l’aula,
salta sulla cattedra
e con il dito d’oro del suo raggio
disegna sulla carta geografica
un meraviglioso viaggio..........
    ORA PARLA LA LAVAGNA
È finita, è finita
la lunga dormita...
Mi sento così fresca e riposata
che con queste due zampe di legno
vorrei farmi una passeggiata.
Dite, ho la faccia pulita?
Per favore, signor cancellino,
vorreste cancellarmi per benino?
    IL CANCELLINO
Ecco fatto, madama.
Sentite la campana come chiama.
Preparatevi a sopportare
i soliti scarabocchi
dei soliti marmocchi.
Sempre, appena il maestro volta gli occhi,
qualcuno per suo spasso
vi coprirà di evviva e di abbasso,
mescolando alle quattro operazioni
nomi di squadre e di campioni.   
   I GESSETTI
Ella è piena d’invidia, già si sa:
tutto quello che noi scriveremo
lei lo cancellerà.
    LA CATTEDRA (severamente)
Suvvia, non cominciamo a litigare.
Il maestro sta per arrivare:
toglietemi la polvere con lo straccio,
altrimenti che figura ci faccio?
E, a proposito di guai,
c’è l’inchiostro nei calamai?
    I CALAMAI
Siamo pieni fino al collo!
    LA CATTEDRA
Proprio come lo scorso anno.
Chissà che belle macchie si faranno
sui quaderni, sui grembiulini bianchi....
    UN BANCO
....e sui poveri banchi!
    LA CATTEDRA
Pazienza, pazienza,
le macchie sono i paracarri
sulla via della scienza.
    LA CARTA GEOGRAFICA
Quell’inchiostro è davvero una rovina:
guardate qui, è schizzato perfino
nello Stretto di Messina....
    IL REGISTRO
Anche il maestro qualcuna ne fa....
    LA CATTEDRA
Non dica volgarità.
Pensi ai voti piuttosto e si prepari
a scrivere tanti dieci.
Mi hanno detto che quest’anno
non ci saranno somari.
    L’ULTIMO BANCO
Nemmeno all’ultimo banco?
    LA CATTEDRA
Silenzio! Arriva il primo scolaretto.
Guardatelo: contento,
vispo come un soffio di vento...
La voglia d’imparare e di far bene
gli brilla negli occhi scuri.
Facciamogli i nostri auguri,
salutiamolo come si conviene.
    TUTTA L’AULA
Buongiorno, benvenuto!
     LO SCOLARO
Di dove verrà mai questo saluto?
Qui non vedo nessuno....
Devo averlo sognato,
sono ancora un pochino addormentato.
Però posso rispondere lo stesso.
Sulla lavagna scriverò col gesso
(non c’è nessuno intorno?)
“Cara scuola, buongiorno!”
                                                   
                                               Gianni Rodari

 
 
 
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