Creato da maddablog il 23/12/2012
come sopravvivere in cucina (per single)

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Linda: "Ma tu ti cuoci solo cibi surgelati?" Allen: "Cuocerli? E chi li cuoce! Io neanche li scongelo. Li succhio come se fossero ghiaccioli!" (Woody Allen)

 

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« L'arte di assemblareFenomenologia del Cibo »

L'arte di assemblare (parte seconda)

Post n°13 pubblicato il 11 Marzo 2013 da maddablog
 

 

L’impastare, di per sé, avrebbe avuto anche un certo fascino, affondare le mani dentro a quella melma bianchiccia che mano a mano diventa più dura e giallina, mi dava un brivido inconfessato.

Solo più tardi riconobbi questa mia sensazione come una delle mie prime pulsioni erotiche.

Fu un flash repentino alla vista di una scena di “Ghost”, che mi fece recuperare tutta la farina e le uova rimosse, mentre un’insensata voglia di cappelletti mi assaliva. Per intenderci la scena era quella in cui Demi Moore e Patrick Swayze confondono dita e anime nella creta, aggredendo di eros puro un vaso mai finito.

Ma non divaghiamo, la fatica veniva dopo: tirare una sfoglia enorme. Mia nonna andava a 12 uova a botta, quando la mia apertura alare di allora mi premetteva un raggio di azione minimo.

- Tan se mia buna, verda sat fè (1) , alla fine mi scocciavo e frignavo, mia nonna finiva il lavoro sporco e tirava la sfoglia sottile sottile, lanciandomi un pezzo di impasto per farmi star zitta

– …ma verda te Signur, sa go semper da tribuler! (2) -

Quello era il mio momento magico e la fine della mia tortura, insomma potevo plasmare la pasta come pareva a me e, soprattutto, senza doverla tirare sottile, sottile. Facevo nascere pupazzetti, faccette buffe, mini ciopini (3) di pane, ero l’artefice in stato embrionale di quello che sarei diventata dopo: una terrorista della cucina tradizionale.

Devo a queste vessazioni infantili, infatti, la mia avversione per la pasta fatta a mano ed il mio amore sviscerato per i surgelati ed i cibi pronti, se vivessi ai tempi dell’antica Roma, sul mio domestico altarino dei lari farebbe bella mostra di sé, insieme a tutti gli altri antenati, esclusa ovviamente mia nonna, un bastoncino di pesce impanato e congelato e l’altare avrebbe la forma di un microonde.

 

 

Non bisogna pensare che manchi la fantasia anche nel mondo ghiacciato del cibo sotto zero. Mi considero ormai abbastanza scafata da anni di sinlgetudine culinaria e la competenza che ho acquisito verte principalmente sull’assemblaggio:

Antipasto di vol au vent precotti riempiti di gamberetti e mayonnaise

Risotto al tartufo rigorosamente liofilizzato (in cucina non ammetto razzismi di sorta, anche il liofilizzato è una minoranza da difendere)

Quiche di Pasta sfoglia ovviamente pronta, riempita da una qualsiasi busta di verdure grigliate.

Insalata di pollo (direttamente dalla rosticceria), disossato e sposato a funghi misti (in vasetto)

Tiramisù  con crema (tra i dessert di qualsiasi marca si nascondono insperate prelibatezze) su letto di millefoglie solamente da estratte dal cellophane.

Su un’unica cosa rimango nella tradizione più integralista: la scelta dei vini, che devono essere rigorosamente bianchi e secchi.

 

 

 


  (1) (N.d.T.): non sei capace, guarda cosa fai.

 

(2) (N.d.T.): ma pensa te oh Signore, se devo sempre tribolare!

 

(3) (N.d.T.): coppiette di pane.

 

 

 
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diogene51
diogene51 il 11/03/13 alle 21:48 via WEB
Io, in cucina, sono un pasticcione creativo. Se faccio una ricetta letta non la seguo mai, ci metto sempre qualcosa di mio, a volte perché mi manca un ingrediente...Per le feste mi son dato per esempio a fare uno strudel, "il" dolce di mia madre, che lei poteva fare letteralmente ad occhi chiusi. Però, mentre procedevo, ho scoperto che mi mancava l'uvetta, ingrediente fondamentale (non mancava ma era stata messa chissà dove) ed era la sera di Natale quando generalmente i negozi sono chiusi. Allota ho deciso d fare un'innovazione, utilizzando datteri al postodell'uvetta e diminuendo lo zucchero, che già uso in quantità infinitesima, dato che erano datteri glassati. Il risultato è stato apprezzato, anche se non era molto evidente la diversità di sapore. Mia madre, povera donna, che faceva sempre tutto a puntino, si sarà rivoltata nella tomba, però..... Io però odio fare la pasta, impiastricciarmi le mani finché non diventa soda....
(Rispondi)
 
 
maddablog
maddablog il 12/03/13 alle 22:03 via WEB
gulp.... un sacco di punti in comune! anch io non seguo le istruzioni... che siano in cucina o da qualsiasi altra parte (assembaggio mobili, funzionamento elettrodomestici ecc ecc), anche io odio fare la pasta e.... lo strudel è la cosa (l'unica) che mi viene sempre bene (l'ho provato anche con le prugne al posto dell'uvetta!) grazie del commento abbracciatona
(Rispondi)
 
 
 
diogene51
diogene51 il 19/03/13 alle 22:26 via WEB
Buona idea quella delle prugne! voglio provarla...comunque una mia zia lo faceva anche mettendola ricotta al posto della frutta, era un po' piùpesante, ma buonissimo...!
(Rispondi)
 
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