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IL CASO MORO

16 marzo: alle ore 9,15 un commando di brigatisti rossi (composto secondo le risultanze dei processi, da nove persone più una vedetta) tendono un agguato in via Mario Fani ad Aldo Moro, Presidente del Consiglio nazionale della DC, mentre va a Montecitorio per il dibattito sulla fiducia al 4° governo Andreotti, il primo governo con il sostegno del Pci. In pochi secondi i brigatisti uccidono i due carabinieri che accompagnano Moro e i tre poliziotti dell'auto di scorta. L'on. Moro viene caricato a forza su una fiat 132 blu. Poco dopo, le Brigate Rosse rivendicano l'azione con una telefonata all'Ansa...

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BORSELLINO PARLA DI BERLUSCONI, DELL'UTRI E MANGANO

Post n°88 pubblicato il 15 Maggio 2008 da sinistracologno

Fonte: http://digilander.libero.it /inmemoria/ borsellino_parla_di_mangano.htm

Questa è una piccola parte dell'intervista rilasciata nella sua casa di Palermo dal giudice Paolo Borsellino il 21/5/1992 (due giorni prima della strage di Capaci in cui morì Giovanni Falcone) a Fabrizio Calvì e Jean Pierre Moscardò, due giornalisti francesi che stavano realizzando un documentario sugli affari della mafia in Europa.

Parti di questa intervista sono state proposte in tv il 16 marzo 2001 dalla trasmissione "Il Raggio Verde" di Michele Santoro e da "Terra" settimanale di approfondimento del tg5 il 24 marzo 2001.

Ne riporto domande e risposte. Vittorio Mangano (profilo tratto da "Terra" del tg5), fatto assumere da Marcello Dell'Utri come fattore ("stalliere") nella villa di Silvio Berlusconi di Arcore (Milano) ed imprenditore già famoso in Francia per l'avventura dell'emittente televisiva "La Cinq". E' morto il 23/7/2000, gli erano stati concessi gli arresti domiciliari a causa delle sue precarie condizioni di salute, aveva 58 anni.

--------------------------------------------------

Borsellino:

Vittorio Mangano l'ho conosciuto anche in un periodo antecedente al maxi-processo e precisamente negli anni fra il 1975 e il 1980, ricordo di aver istruito un procedimento che riguardava delle estorsioni fatte a carico di talune cliniche private palermitane.
(sospensione per una telefonata ricevuta) Vittorio Mangano fu indicato sia da Buscetta che da Contorno come "uomo d'onore" appartenente a Cosa Nostra.

Giornalista:

"Uomo d'onore" di che famiglia?

Borsellino:

Uomo d'onore della famiglia di Pippo Calò, cioè del....di quel personaggio capo della famiglia di Porta Nuova, famiglia alla quale originariamente faceva parte lo stesso Buscetta. Si accertò che Vittorio Mangano, ma questo già risultava dal procedimento precedente che avevo istruito io e risultava altresì dal....da un procedimento cosiddetto procedimento Spatola, che Falcone aveva istruito negli anni immediatamente precedenti al maxi-processo, che Vittorio Mangano risiedeva abitualmente a Milano, città da dove, come risultò da numerose intercettazioni telefoniche, costituiva un terminale del traffico di droga che....dei traffici di droga che conducevano le famiglie palermitane.

Giornalista:

E questo Mangano Vittorio faceva traffico di droga a Milano?

Borsellino:

Il Mangano di droga....eh....Vittorio Mangano, se ci vogliamo limitare a quelle che furono le emergenze probatorie più importanti, risulta l'interlocutore di una telefonata intercorsa fra Milano e Palermo, nel corso della quale lui, conversando con altro personaggio delle famiglie mafiose palermitane, preannuncia o tratta l'arrivo di una partita di eroina chiamata alternativamente secondo il linguaggio convenzionale che si usa nelle intercettazioni telefoniche come "magliette" o "cavalli".

Giornalista:

Comunque lei in quanto esperto, lei può dire che quando Mangano parla di "cavalli" al telefono vuol dire droga?

Borsellino:

Sì, tra l'altro questa tesi dei "cavalli" che vogliono dire droga, è una tesi che fu asseverata alla nostra ordinanza istruttoria e che poi fu accolta al dibattimento, tant'è che Mangano fu condannato al dibattimento del maxi-processo per traffico di droga.

Giornalista:

Dell'Utri non c'entra in questa storia?

Borsellino:

Dell'Utri non è stato imputato del maxi-processo per quanto io ne ricordi, so che esistono indagini che lo riguardano e che riguardano insieme Mangano.

Giornalista:

A Palermo?

Borsellino:

Si, credo che ci sia un'indagine che attualmente è a Palermo con il vecchio rito processuale nelle mani del giudice istruttore, ma non ne conosco i particolari.

Giornalista:

Marcello Dell'Utri o Alberto Dell'Utri?

Borsellino:

Non ne conosco i particolari, (consulta delle carte, che aveva dinanzi sulla scrivania) potrei consultare avendo preso qualche appunto, cioè si parla di....Dell'Utri Marcello e Alberto, entrambi.

Giornalista:

I fratelli?

Borsellino:

Sì.

Giornalista:

Quelli della Publitalia?

Borsellino:

Sì.

Giornalista

Mangano era un "pesce pilota"?

Borsellino:

Sì, guardi....le posso dire che era uno di quei personaggi che ecco....erano i ponti, le teste di ponte dell'organizzazione mafiosa nel Nord-Italia.

Giornalista:

Si è detto che ha lavorato per Berlusconi ?

Borsellino:

(lungo sospiro) Non le saprei dire in proposito o...anche se....dico....debbo far presente che....come magistrato ho una certa ritrosia a dire le cose di cui non sono certo, poiché ci sono....so che ci sono addirittura ancora delle indagini in corso in proposito, per le quali....non conosco addirittura quali degli atti siano ormai conosciuti, ostensibili e quali debbono rimanere segreti. Questa vicenda che riguarderebbe suoi rapporti con Berlusconi, è una vicenda che la ricordi o non la ricordi, comunque è una vicenda che non mi appartiene, non sono io il magistrato che se ne occupa quindi non mi sento autorizzato a dirle nulla.

Giornalista:

C'è un'inchiesta ancora aperta?

Borsellino:

So che c'è un'inchiesta ancora aperta.

Giornalista:

Su Mangano e Berlusconi a Palermo?

Borsellino:

Sì.

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