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locura tangueraUn sole strano, pareva malato avvolto da uno spesso strato di ovatta grigia, l'aria era pesante non un filo di vento. Sulla città si era formata una sorta di coltre pesante densa e palpabile di gas di scarico, di umidità, di miasmi. Dovevo chiamare Dalbino l'ispettore, l'avevo incontrato la sera prima ma lo avevo salutato con un cenno e basta non avevo voglia di parlare, di raccontare, di pensare avevo voglia solo di ballare e di dimenticare tutto. Ed invece dimenticare cosa, meglio era riferire delle cose che ero venuto a sapere, ma di entrare di nuovo in commissariato neppure a parlarne. Compongo il numero... Occupato, riprovo.... Ancora occupato... ci riuncio lo chiamerò un'altra volta, ma se devo essere io cercarlo. Riprendo a camminare velocemente inveendo in silenzio, tra me e me, la moto è parcheggia al prossimo incrocio. Svolto velocemente e mi trovo davanti una signora anziana che avanza a testa bassa trascinando uno cagnolino minuscolo, schivo la signora ma pesto una zampa del cane che guaisce per un attimo e poi abbaia isterico. Isteria identica della signora che urla come un ossessa: Ciccino, ciccino ti ha fatto male, ma come cammina il cane stava ammazzando!!! - signora mi scusi, non si è fatto nulla- risposi costringendomi alla calma - ma nooo! lo vede sta male sta male! non abbaia mai così, con questo tono, sta male sta male!- e si chinava a prenderlo in braccio, mentre quello continuava ad abbaiare come un forsennato. - signora non si preoccupi, non vede che sta benissimo l'ho appena toccato si sarà spaventato.- - ti spaventato? povero ciccino vieni vieni dalla mamma- e lo baciava sulla testa - che è successo? - una voce conosciuta mi sembrò ed infatti era Dalbino - questo signore per poco non mi faceva cadere a terra ed ha dato un calcio a Ciccino- accusò la signora. - signora per cortesia, ma se non l'ho neppure sfiorata e poi evitarla ho pestato una zampa del cane, ma non è successo nulla - mi stavo cominciando a scaldare- Intervenne Dalbino - Signora, ma lei è stata urtata? -No! però...- e fu subito interrotta -e il cane mi pare stia bene, lo metta a terra vediamo se ha qualche problema- nel frattempo si era formato il capannello dei soliti nullafacenti, attirati dagli strepiti della signora e dagli ininterrotti minilatrati del microcane. La signora rimise il cane a terra e quello pur abbaiando mostrava di usare perfettamente tutte e quattro le zampe, anzi per dare maggior enfasi ad ogni abbaiata faceva si sollevava con un saltino sulle zampe anteriori. - mi pare stia in forma!- fece con un sorriso Dalbino - Bravo Ciccino, bravo Ciccino- la signora aveva occhi solo per il suo piccolo pelosissimo e rumoroso amico- ah sì non ti sei fatto nulla! andiamocene non si può neppure camminare in pace!- e iniziò a camminare con la testa un po' più alta. - Grazie ispettore! ti posso offrire un caffè?- dissi aprendo il palmo della mano destra. Dalbino, rispose stringendomi la mano:- Ciao, certo un caffè è quello che ci vuole andiamo qui dietro lo fanno ottimo- ci muovemmo superando la mia moto ancora parcheggiata- mi stavi cercando al cellulare? - Sì effettivamente ti stavo cercando, poi era sempre occupato e allora avevo quasi rinunciato- -Ero proprio sull'altro angolo ti avevo visto e mi pareva una minchiata rispondere e così sono venuto incontro poi ho visto la scena con la signora, ma come hai fatto a evitarla camminava a testa bassa camminava mentre guardava il cane se ci fosse stato un palo al tuo posto l'avrebbe preso in pieno!- ed intanto il puzzo dei gas di scarico fu sopraffatto dal profumo di caffè che c'è solo nei pressi delle torrefazioni. - ecco siamo arrivati- disse aprendo la porta. Era una stanza col bancone del bar e la macchina dell'espresso, lo spazio per il pubblico era delimitato da banchi di vetro divisi in scomparti piene di cioccolattini, caramelle e le pareti colonne di vetro piene di chicchi di caffè di colori diversi, in un angolo una sorta di caldaia-forno in rame, era pervaso di aroma di caffè. - Due caffè! - ordinò sicuro -Uno macchiato latte- integrai prontamente- sì ti avevo cercato per raccontarti una cosa che mi ha riferito Anna, ha presente chi è- -Sì certo- -Mi ha raccontato che quando era in Argentina Lorena Rama ebbe una discussione al telefono in Italia in cui minacciò di morte quella persona!- -Come come? - mentre mescolava lo zucchero nella tazzina scomponendo il vapore odoroso che si sollevava dalla tazzina. |
Inviato da: felipelcid
il 24/10/2014 alle 00:26
Inviato da: kız oyunları
il 27/02/2014 alle 19:30
Inviato da: felipelcid
il 11/04/2007 alle 17:06
Inviato da: ninabau
il 10/04/2007 alle 19:12
Inviato da: ninabau
il 19/03/2007 alle 16:51