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Creato da: sirmanuel il 03/11/2006
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I Signori dello Sport

Post n°11 pubblicato il 22 Giugno 2007 da sirmanuel
 

Ascari , Alberto


“Al contrario di tanti si sentiva sicuro quando faceva la lepre. Al comando della corsa il suo stile diventava superbo e la sua macchina insuperabile.” Enzo Ferrari, “Piloti, che gente…”

Alberto Ascari, l’unico pilota italiano, con Nino Farina, ad aggiudicarsi un Titolo Mondiale, era figlio d’arte. Suo padre, infatti, fu il grande asso del volante, nelle fila dello squadrone Alfa Romeo, Antonio Ascari, morto a Monthléry durante il GP di Francia del 1925, quando suo figlio Alberto aveva appena sette anni. L’esordio di Ascari nelle competizioni avviene nelle moto: la sua prima gara con le auto (nella Mille Miglia) è su una vettura di Ferrari, ma che portava il nome di Auto Avio Costruzioni 815. Dopo la guerra, torna da Ferrari, ma è trasformato. Il suo impeto istintivo si è mutato in stile affinatissimo, e il suo fisico è diventato più muscoloso (passerà infatti alla storia con il soprannome di “Ciccio”). Nel 1950, alla griglia di partenza del primo Mondiale di Formula 1, Ascari guida la vettura di Enzo Ferrari. È l’anno del super dominio Alfa Romeo, ma Ascari si distingue comunque con due secondi posti a Montecarlo e Monza. L’anno successivo, rotto con Gonzales il tabù della vittoria per la vettura di Maranello, Ascari sale per due volte sul gradino più alto del podio nei GP di Germania e d’Italia, ed è secondo nel Mondiale. Ma il suo nome è indissolubilmente legato a quello della Ferrari 500/F2, con cui vinse il doppio mondiale nel 1952-53. Nel ’52 Alberto Ascari fa la parte del leone: vince sei Gran Premi su otto (avendo saltato il GP di Svizzera, a Bremgarten, vinto da Farina, e finendo con un ritiro dopo 41 giri per rottura della sospensione la 500 Miglia di Indianapolis dopo essersi qualificato 25° su 33 partenti), con 5 pole e 5 giri più veloci, e si aggiudica il primo titolo Mondiale per la casa modenese. Ascari si imporrà anche nelle gare non valide per il campionato di Pau, Marsiglia e La Baule, 3 settimane dopo la conquista del mondiale: 9 vittorie stagionali, le cifre di un dominio incontrastato. L’anno successivo il copione è il medesimo: Ascari si aggiudica cinque Gran Premi su otto, è 4° in Francia, 8° in Germania e vince così il secondo titolo iridato. Nel GP di Monza, il primo brivido: ha un brutto incidente alla curva del porfido (l’attuale parabolica), ma ne esce illeso. La sua affermazione è totale: 11 GP vinti su un totale di 14 nei due anni. Dopo un anno incolore, nel ’54 passa alla debuttante Lancia. Purtroppo, però, Ascari, dopo essere uscito incolume da un pauroso volo in mare a Montecarlo, muore in un incidente nella curva del circuito di Monza che da allora porta il suo nome durante le prove del 26 maggio, quando stava percorrendo pochi giri con la Ferrari sport del suo amico Eugenio Castellotti. L’Italia motoristica perde così il suo più grande esponente della propria scuola, capace di vincere 13 gare su 32 disputate e 2 titoli mondiali.

Fabrizio Corgnati (fcorgnati@inwind.it)
per F1grandprix.it

 
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I Signori dello Sport

Post n°10 pubblicato il 22 Giugno 2007 da sirmanuel
 

Gaetano Scirea

Gaetano Scirea
Due cose ci fanno ricordare questo grande calciatore morto alla giovane età di 36 anni: la sua capacità di dare una definizione originale e totalmente inedita del ruolo di libero e il suo fair play.
Gaetano è agile: si muove in avanti con grazia ed eleganza e aiuta il centrocampo nelle manovre difensive, senza sdegnare azioni di disturbo e appoggi sapienti. Il suo è uno stile che va al sodo: avvia l'azione da dietro e segna gol importanti grazie anche alla tecnica ambidestra.
Il fair play e l'estremo rispetto per l'avversario sono dimostrati dal fatto che nella sua lunga carriera non è mai stato ammonito né espulso. Un record bello e importante, che si ricorda con piacere, in anni in cui il calcio sembra essere contraddistinto solo da tanta violenza e incomprensioni.
Gaetano Scirea nasce a Cernusco sul Naviglio in provincia di Milano il 25 maggio 1953 e inizia la sua carriera calcistica nel 1972: giocherà nell'Atalanta, nella Juventus e diventerà il perno insostituibile nella Nazionale, con la quale vincerà la coppa del mondo nel 1982.
Ma non è solo questo, il prezioso riconoscimento che Gaetano Scirea avrà il modo di stringere tra le sue mani: dopo due stagioni in serie A con l'Atalanta, approda alla Juventus nella stagione 1974/1975 dove vince in 11 anni tutto il possibile: 7 scudetti, coppe europee, la coppa Intercontinentale.
Il 1975 lo vede vincitore del primo dei 7 scudetti con la Juventus e alle prese con l'esordio in nazionale: il 30 dicembre si gioca Italia-Grecia, finita 3 a 2 per gli azzurri. Nel 1977 c'è l'accoppiata campionato-Coppa UEFA, nel 1978 il terzo scudetto che precede la partenza per l'Argentina dove si disputeranno i mondiali; del 1979 è invece la coppa Italia. Compagni e protagonisti di questo periodo d'oro, in uno dei più potenti schieramenti difensivi che la storia ricordi, sono Gentile, Cabrini, Furino e Brio.
Nel 1981 arriva il quarto scudetto con una Juve pigliatutto ed è anche la vigilia del secondo mondiale: sono anni densi di partite e di vittorie e Gaetano Scirea è nel pieno della sua maturità atletica e calcistica.
Il 1982 è il più glorioso per il calciatore, perché è in questo anno che mette a segno con la maglia bianco-nera il quinto scudetto e vince la coppa del mondo. Ma non finisce qui. Gli anni 1984 e 1986 segnano altri due scudetti e nel 1985 è la volta della coppa Intercontinentale, vinta a Tokyo battendo ai rigori l'Argentinos Juniors. Non vanno dimenticate la coppa Italia del 1983 e, sempre nel 1986, la coppa delle coppe e la supercoppa europea.
Gaetano SCirea giocherà con la Juventus fino al 1988. La sua ultima partita in nazionale ai mondiali è del 17 giugno 1986, in Messico.
Alcuni numeri del grande calciatore: disputa nella sua carriera ben 552 incontri, è vincitore di 14 titoli, autore di 32 goal. Gaetano è un campione entrato a buon diritto nel tempio dei fuoriclasse, che muore però prematuramente a soli 36 anni il 3 settembre 1989 in Polonia. Le circostanze sono tragiche: a seguito di un incidente stradale rimane bloccato nelle lamiere di una vecchia auto che va in fiamme col suo carico di benzina supplementare.
Il calciatore aveva assunto da poco l'incarico di secondo allenatore a fianco di Dino Zoff, e si recava in Polonia a osservare il Gornik, che da lì a poco sarebbe stato avversario della Juventus in coppa Uefa.
Oltre allo stadio comunale del suo paese natale, a Gaetano Scirea è dedicata una curva dello stadio torinese "Delle Alpi".
 
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RITORNO

Post n°9 pubblicato il 22 Giugno 2007 da sirmanuel

che dire... dopo tanto tempo ritorno a scrivere sul mio blog tuttistico...

ne sentivo un po' la mancanza... a cadenza penso settimanale... butterò giù qualcosa... vediamo cosa ne esce...

 
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Andiamo a comprare le fragole!!!

Post n°8 pubblicato il 01 Dicembre 2006 da sirmanuel
 

LEGGETE QUESTA E-MAIL CHE HO RICEVUTO POCO TEMPO FA DA UN AMICO STUDENTE DI INGEGNERIA INFORMATICA!!!!

Un povero disoccupato presentò domanda di assunzione presso la
Microsoft come pulitore di cessi. Il direttore del personale lo convocò e, dopo
un rapido test attitudinale, gli disse: "Lei è assunto. Mi fornisca il
suo e-mail perché io possa inviarle il contratto di lavoro ed il
mansionario."
Il poveretto, perplesso, rispose che non aveva il PC e che, quindi, era
privo di e-mail.
Ed il direttore del personale: "Allora mi dispiace: se lei non ha un
e-mail virtualmente non esiste e, quindi, non posso assumerla..."
Il poveraccio, disperato, uscì dalla sede della Microsoft, senza sapere
cosa fare e con solo dieci dollari in tasca. Si diresse verso un
supermercato e lì comprò una cassa di dieci chili di fragole. In poche ore,
vendette tutte le fragole al dettaglio passando di porta in porta e
duplicò il capitale iniziale entro mezzogiorno. Sorpreso ed entusiasta,
ripeté l'operazione tre volte e rientrò a casa con sessanta dollari.
A quel punto si rese conto che quel sistema gli avrebbe permesso di
sopravvivere e, allora, vi si applicò in via continuativa, uscendo sempre
prima la mattina e rientrando sempre più tardi la sera. Così facendo,
triplicò e quadruplicò il capitale ogni giorno.
In poco tempo si comprò un carretto per aumentare il volume di lavoro
e, successivamente, lo cambiò con un camioncino. Cosicché, in capo ad un
anno divenne il titolare di una piccola flotta di automezzi propri.
Dopo cinque anni, era diventato il *proprietario di una delle maggiori
reti di distribuzione di derrate negli USA.
A quel punto, pensando al futuro della famiglia, decise di assicurarsi
sulla vita.
Chiamò un broker per stipulare una polizza. Questi, al termine della
conversazione, gli chiese l'indirizzo e-mail per inviargli il prospetto
assicurativo. Il nostro uomo gli rispose che non lo aveva.
Che strano" commentò l'assicuratore "Lei non ha un e-mail ed è riuscito
a costruirsi un impero.
Si figuri dove sarebbe ora, se lo avesse avuto!"
L'uomo ci pensò su e poi rispose "...a pulire cessi alla Microsoft!"

Morale n. 1:
Internet non risolve tutti i problemi della vita
>
>
>
Morale n. 2:
Se non hai un e-mail ma lavori molto puoi diventare milionario lo
stesso
>
>
>
Morale n. 3:
Se hai ricevuto questo messaggio via e-mail...sei più vicino a pulire
cessi che a diventare un milionario.


In tutti i casi ti saluto e ti prego di non rispondere a questo
messaggio: sono fuori...a comprare fragole!

 
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Oggi parliamo di cantautori...

Post n°7 pubblicato il 10 Novembre 2006 da sirmanuel

Lo so' che mi faccio sentire una volta ogni morte di Papa, o meglio una volta ogni scudetto di Inter... ma oggi volevo parlare di un cantante, anzi cantautore definito come poeta... Luigi Tenco... 

Pochi conoscono le sue canzoni, molti la sua storia o meglio il suo epilogo, anche grazie al film poco tempo fa trasmesso in tv...

Quello che mi premeva far conoscere di lui è una canzone che ritengo stupenda per la poesia e la melodia...

QUANDOimmagine
Testo e Musica di L. Tenco

Quando il mio amore tornerà da me 
nel cielo una stella splenderà;
s'è spenta da quando 
il mio sognoè svanito, 
da quando il mio amore fuggì da me.
Quando il mio amore tornerà da me 
nel mare una perla nascerà. 
Saranno le lacrime
che ha pianto la stella 
nel veder solo e triste il mio cuor.

Quando il mio amore tornerà da me 
nell'aria un violino suonerà; 
la musica dolce
scenderà nel mio cuore 
ed il tempo si fermerà
solo quando il mio amore tornerà da me.

e ci sono tante altre canzoni che meritano di essere ascoltate e conosciute... spero solo di dare un buon imput... poi vedremo che fare... CIAOOOOO!!!

 
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I Signori dello Sport

Tommaso Maestrelli


 

Tommaso Maestrelli è stato, senza discussioni, il miglior allenatore della generazione che ha avuto la piena maturità all'inizio degli anni '70.
Signorile nei modi, profondamente umano nei rapporti con i calciatori, intelligente, rispettoso del diritto d'informazione, Maestrelli rappresenta una figura unica nel panorama calcistico nazionale dei primi anni '70.
Il suo stile nel rapporto con la squadra richiama Scopigno, ma non ha i suoi eccessi, nè il suo umorismo. Tatticamente il suo gioco richiama il "calcio totale" dell'Olanda, ma sarà fra i pochi a non dichiararlo apertamente, in un momento in cui "...olandese è bello". I ricordi di chi l'ha conosciuto ci dipingono un uomo profondamente legato alla famiglia, una famiglia "allargata" alla squadra.
Per Chinaglia è una specie di padre putativo che gli offre ospitalità, che lo capisce, lo incoraggia, lo doma.
La sua gestione delle tensioni in seno ad una squadra complessa e "cattiva", il suo riuscire ad incanalarle verso uno sbocco positivo individuato nel rettangolo di gioco e nella partita, restano un esempio insuperato di psicologia applicata allo sport, in un epoca in cui "vincente" non era un'etichetta spesa con facilità.

 

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