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NON SOLO CAFFE'

da Carmensita Bellettieri autrice, giornalista professionista ed esperta di comunicazione

 

 

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La Pentecoste di Ronca Battista

Post n°69 pubblicato il 21 Luglio 2012 da agape07
 
Foto di agape07

Bum, il colpo degli archibugi rimbomba nel ventre. Risponde l'incoraggiamento degli ottoni che incitano: a la guerre, a la guerre! Comincia l'attacco dei francesi alla Porta Venosina di Melfi per il possesso del Regno di Napoli. Gli spagnoli e i cittadini resistono. Tra questi il leggendario boscaiolo Battista Cerone, che stermina i nemici solo con una roncola. E' la "Pasqua di sangue" del 23 marzo 1528 che rivive lungo le strade di Melfi da ormai 484 anni ogni Pentecoste.

 

L'ingresso delle truppe francesi nella città di Melfi è il momento principale della rievocazione storica di quel lontano marzo, quando i tra i valorosi cittadini comparve Battista, la Ronca che magicamente divenne un'arma imbattibile, grazie al bacio della fata Primavera. Sul calare delle ombre serali, tra le divise di diversi colori, la figura tozza e popolana del boscaiolo è l'emblema della coraggiosa storia di un popolo. Accerchiato e preso alle spalle da numerosi soldati francesi, Battista cade al suolo e la porta s'incendia d'una cascata pirotecnica. E dopo l'ingresso, tocca al castello. L'assedio alla fortificazione è drammatizzato quanto il combattimento per attraversare le mura: il Visconte di Lautrec porta alla vittoria il suo esercito e la fortezza s'illumina e brucia.

 

La città è persa e i superstiti si rifugiano nella selva dello Spirito Santo, sul monte Vulture. Così il sabato notte della Pentecoste, i melfitani s'incamminano a piedi verso la chiesa rupestre dello Spirito Santo, ripercorrendo quel che accadde in quella Pasqua sanguinaria. Alle prime luci dell'alba ascoltano la Messa, poi si dà inizio alla convivialità tra i boschi. Dopo aver ripreso le energie, si torna giù in città, e alla processione si unisce la statua di S. Michele, protettore dei boschi vulturini. Il ritorno è annunciato dalle caratteristiche trombe di terracotta di fattura locale, i primordiali jobel che gli scampati confezionarono per cantare la gioia del ritorno in città.

La manifestazione della Pentecoste di Melfi è una delle rievocazioni storiche più suggestive della Basilicata ed è l'unica festa in onore dello Spirito Santo che si celebra in Italia. Un realistico quadro storico della città, dove i colori della devozione popolare si sono mischiati abilmente con il racconto dei fatti. La suggestione di farne parte, come in una spettacolare memoria cinematografica, e l'incendio della fantasia, rendono la rievocazione imperdibile per chi volesse indagare nell'anima del Vulture.

 
 
 
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